Mar. Lug 16th, 2024

Va bene che in campagna elettorale si debba sempre trasmettere ottimismo, ma quello mostrato da Nicola Zingaretti, ospite della Festa regionale dell’Unità a Catanzaro, sembra un vero e proprio sdoppiamento. Sei mesi fa, dimettendosi da segretario nazionale del Pd, diceva di vergognarsi di un partito in cui si parlava “solo di poltrone”. Oggi, arrivato in Calabria per sostenere Amalia Bruni, afferma che lui non ha “lasciato il campo”, ma ha solo “passato il testimone a Enrico (Letta, ndr)” per “continuare la stessa corsa”, ovvero la “strategia di costruzione di grande alleanza attorno a un partito unito”. E “i dati ci stanno dando ragione”.

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Partita “apertissima”

Il fatto che Zingaretti sia sostanzialmente contento di come vadano le cose nel Pd dimostra, una volta di più, che la partita nazionale si decide altrove. Quella delle Regionali calabresi secondo lui è comunque “apertissima”, Amalia Bruni è “un’eccellenza” e la sua candidatura “è la sola che può frenare la destra”. Alle domande sulla frammentazione a sinistra l’ex segretario risponde che “in democrazia è importante la pluralità di idee, ma poi ci sono i sistemi elettorali come il maggioritario e in questo caso la partita è a due”. Insomma c’è “rispetto per le idee di chi si candida” al di fuori del Pd, ma “Amalia ha dalla sua la ricchezza di liste e la forza dell’unità”. Dunque “gli altri sono voti persi”.

L’incontro e il voto “utile”

Zingaretti poi afferma che in realtà è il centrodestra, a livello nazionale, ad essere “spaccato tra governo e opposizione”. Infine, per coronare lo sdoppiamento, ricorda di aver incontrato la scienziata un anno e mezzo fa quando fece visita al Centro regionale di neurogenetica. Non menziona Pippo Callipo, a cui era affiancato in quell’occasione, ma rispolvera il “voto utile” (ma “per i calabresi”, aggiunge) come già fu fatto nella precedente campagna elettorale. Tutti sanno come sia finita.

CALABRIA 7

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