La Calabria condannata all’ennesima battuta d’arresto. Eh già, perché oltre ad un’economia al collasso, dal punto di vista socio-sanitario, molto più del Covid, stanno aumentando i disturbi psichici, l’utilizzo di psicofarmaci, la ricorrenza a trattamenti sanitari e, purtroppo, anche i suicidi, soprattutto nelle fasce giovanili.
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A determinare la Zona Rossa sarebbe stato l’Rt (indice trasmissione contagio), unico indicatore negativo di questa settimana. Non siamo qui a mettere in discussione la scienza o la rilevanza di questo importantissimo parametro di monitoraggio ma è corretto precisare che nel periodo in oggetto (15-21 marzo) questo dato è risultato pari a 1,37 solo perché viene considerata la media fra l’“indice di confidenza” (indice inferiore nella forbice di rilevamento) risultato pari a 1,25 e l’“indice superiore” pari a 1,51. In base alle vigenti normative con Rt maggiore o uguale a 1,25 si dovrebbe passare in Zona Rossa.
Diciamo che si era proprio a limite e non avremmo dovuto accettare un provvedimento così drastico. …Anche perché se la Regione avesse voluto, a meno che il provvedimento non sia figlio di una scarsa considerazione della Calabria da parte del Governo e del Ministro Speranza (…ciò per noi non sarebbe una novità!), saremmo potuti rimanere tranquillamente in Zona Arancione.
Infatti nel rilevamento in commento, a parte Rt, comunque con un “indice di confidenza” esattamente a limite, tutti gli altri indicatori sono positivi:
A. Il tasso di terapie intensive occupate è pari al 22% mentre la soglia di allerta scatta al 30%;
B. Il tasso dei posti letto occupati nell’Area Medica è pari al 35% mentre l’allerta scatta al 40%;
C. L’incidenza a 7 gg. (numero casi/100.000 abitanti) è pari a 116,2 e l’entrata in Zona Rossa è prevista se il numero supera le 250 unità. Solo Sardegna, Sicilia e Molise hanno indicatori migliori della Calabria.
Tale decisione fa ancora più rabbia se si pensa che la campagna di vaccinazione “fa acqua” da tutte le parti, mentre la popolazione deve subire in modo indiscriminato dei provvedimenti restrittivi che, tra l’altro, se proprio necessari, si sarebbero potuti differenziare fra le varie aree di una stessa regione.
Certamente non è edificante neppure leggere sui media e sui social di persone chiamate a vaccinarsi con accesso di favore alla prestazione sanitaria.
Tutto ciò quando alla novità della piattaforma digitale per la prenotazione dei vaccini, non semplicissima da gestire per un anziano senza assistenza, si aggiungono elementi di grave distrazione nella collocazione dei “vaccinanti” c.d. fragili. Basti pensare che dall’Area Grecanica molte persone sono state mandate presso il centro vaccinale di Taurianova a circa 120 km di distanza (sola andata!), costretti a rinunciare ad un loro diritto per l’impossibilità di fare tanta strada. Addirittura qualche anziano cittadino della Locride è stato indirizzato dallo stesso sistema presso il comune di Serra San Bruno e via di questo passo anche nelle altre aree. Il tutto mentre il Generale Figliuolo visita il territorio metropolitano e gli amministratori locali, responsabili delle sorti sanitarie dei loro concittadini, riescono appena a vedere in TV la sua “parata”.
Da ultimo, se da un lato possiamo auspicare che il Generale, nel più breve tempo possibile, grazie alle sue competenze logistiche, faccia raggiungere livelli ottimali di vaccinazioni, d’altro canto ribadiamo fermamente che questa Zona Rossa rappresenta l’ennesimo trauma economico che la Calabria è costretta a subire ed un forte incentivo all’aumento del disagio sociale diffuso.
Pierpaolo Zavettieri – Sindaco di Roghudi
Presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica