Mer. Lug 17th, 2024

Sono costretta a prendere atto, per l’ennesima volta, che nella Regione Calabria il rispetto delle regole democratiche, delle norme, delle leggi e dei regolamenti non rappresenta un obbligo, quanto una scelta discrezionale, un optional da valutare in base alle convenienze personali e alle opportunità.

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Così succede che, se nella Regione del presidente Oliverio la sua maggioranza non “trova la quadra” sulle poltrone, il rinnovo dell’Ufficio di presidenza del Consiglio viene rinviato da giugno a settembre e se, ancora, i posti da spartire non bastano per tutti non si procede proprio al rinnovo delle commissioni consiliari, in spregio alle chiare disposizioni del regolamento dell’aula.

Infatti, il comma 7 dell’art. 29 del regolamento non lascia spazio ad alcuna interpretazione: “ Le Commissioni permanenti sono rinnovate con il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale”.

Dunque, anche le commissioni consiliari avrebbero dovuto essere rinnovate entro lo scorso mese di giugno e, invece, non si è proceduto al rinnovo neanche in coincidenza del rinnovo dell’ufficio di presidenza.

Anzi, le convocazioni e le adunanze delle commissioni procedono come se nulla fosse, secondo l’invocato principio della prorogatio secondo il quale esse potrebbero continuare a svolgere le funzioni sino al  loro rinnovo.

Mi permetto, sommessamente, di offrire uno spunto di riflessione sul fatto che la Corte Costituzionale si è pronunciata sul regime della cosiddetta prorogatio, affermando, con la sentenza 208/92,  che “… ogni proroga, in virtù dei principi desumibili dal citato art. 97 della Costituzione, può aversi soltanto se prevista espressamente dalla legge e nei limiti da questa indicati …” e che qualora la regola della prorogatio “risultasse di generale applicazione, senza le cautele idonee ad impedirne l’abuso … è rispetto ad essa che verrebbe a profilarsi un contrasto con la Costituzione”.

Mi auguro davvero che anche questa volta non debba intervenire la Corte Costituzionale per ripristinare le regole della democrazia che, in questa terra, sembrano sempre più essere cadute in desuetudine.

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