A pochi mesi dalle rassicurazioni sull’accreditamento delle scuole di specializzazione di area sanitaria dell’Università di Catanzaro arrivate dalla Regione, e in particolare dal delegato alla Sanità del governatore Oliverio Franco Pacenza, prendiamo atto dell’allarmante appello dei direttori delle stesse scuole in vista delle nuove verifiche dei requisiti strutturali e assistenziali. Solo 9 scuole, infatti, hanno ricevuto l’accreditamento definitivo, mentre 19 scuole hanno avuto l’accreditamento provvisorio in attesa di superare le carenze di tipo assistenziale, e nello specifico i volumi di attività delle strutture che sono di competenza della Regione e dell’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini”. Se non ci sarà un rapido cambio di marcia della Regione, per superare al più presto le criticità, c’è il rischio che le scuole vengano chiuse, quelli della Regione resteranno come al solito soltanto annunci e a tanti studenti calabresi verrà sottratta la possibilità di specializzarsi nella propria università. Se da un lato occorre quindi definire il processo di integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e la “Mater Domini”, che non può essere messo in discussione, è necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e si evitino dannose forzature. L’incombenza delle scadenze non può penalizzare il ruolo dei professionisti che operano nell’azienda ospedaliera, attraverso una semplice annessione dei posti letto. In passato, infatti, l’organizzazione dell’attività tra reparti ospedalieri e cattedre universitarie è stata improntata a modelli virtuosi, che hanno addirittura anticipato e messo in atto il processo di integrazione, ad esempio con una assidua frequenza degli specializzandi e il coinvolgimento dei vari direttori dei reparti in qualità di docenti. Oggi in qualche caso sembrano essere stati azzerati gli insegnamenti e quasi annullata la frequenza dei medici specializzandi in formazione, con l’effetto di perdere i requisiti per l’accreditamento, e la soluzione non può essere semplicemente il trasferimento d’imperio dei dipartimenti. E’ fondamentale che la Regione, insieme ai soggetti istituzionali coinvolti nel tavolo sull’integrazione, definisca al più presto questi aspetti, e senza ulteriori ritardi consenta di superare le criticità che rischiano di privare gli studenti della possibilità di proseguire il loro percorso formativo e lavorativo senza lasciare la propria terra”.
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