Mar. Lug 16th, 2024

Reggio Calabria – Nei giorni scorsi, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, ha eseguito due provvedimenti scaturiti dalle indagini coordinate dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e dai Sostituti procuratori Nicola de Caria e Marika Mastrapasqua, inerenti a reati di violenza di genere: un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un reggino di 58 anni, ed un’ordinanza di applicazione di misura cautelare di divieto di avvicinamento alla parte offesa nei confronti di un cittadino marocchino di 46 anni.
Entrambe le misure si sono rese necessarie a seguito di reati commessi all’interno delle mura domestiche con comportamenti aggressivi e violenti, posti in essere nel corso di anni di vita coniugale.
Nel dettaglio, la misura degli arresti domiciliari, disposta dal Giudice per le indagini preliminari Domenico Armaleo, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, è stata eseguita a carico di B.F., 58enne reggino, responsabile di ripetuti maltrattamenti, ingiurie, minacce di morte e percosse in danno della moglie, reggina di 57 anni; fatti,peraltro,commessi alla presenza del loro figlio minore. Il B.F. ha persistito nel tenere condotte vessatorie anche dopo l’intervenuta separazione coniugale: sostava spesso davanti al luogo di lavoro della ex moglie attendendone l’uscita, per avvicinarla, e si recava presso l’abitazione della donna per minacciarla con la scusa di vedere i figli. La donna, per anni sottoposta ad uno stile di vita caratterizzato da violenze e paura, è stata introdotta in un percorso di assistenza posto in atto da parte di un centro reggino ed ha trovato il coraggio di denunciare i comportamenti dell’ex marito, subiti nel corso di anni di maltrattamenti, trovando nel personale specializzato della Squadra Mobile attenti ed accorti ascoltatori.
La seconda ordinanza,disposta dal GIP Valentina Fabiani,è stataeseguita dal personale della Squadra Mobile a carico di M.B.,46ennedi nazionalità marocchinaresidente in città, al quale è stato inflitto il divieto di avvicinamento alla moglie convivente, per aver posto in essere gravi e ripetuti comportamenti aggressivi e violenti, lesivi dell’integrità fisica e morale della donna. La vittima, sottoposta per anni ad un regime di vita vessatorio, ha trovato la forza di denunciare alla Polizia di Stato i comportamenti del marito, stanca delle violenze dovute a pretestuose accuse di infedeltà.

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