Ven. Nov 22nd, 2024

La ‘tempesta’ che si è abbattuta su Crotone e su Enzo Sculco, ha l’ambito l’UdC di Lorenzo Cesa, ma per detto di Vincenzo Speziali (uno dei leaders nazionali dello ‘scudocrociato’ e membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana, nonché ‘supervisore’ per l’Italia), non è così affatto, anzi per niente, -“non era nemmeno un iscritto, ma si smerciava quale Dirigente Organizzativo Regoonale, che ha avuto in passato come ruolo, senza nemmeno produrre un lecito risultato politico, per lui stesso o per la figlia Flora, alla quale ho inviato un messaggio personale di solidarietà cristiana, pur ribadendo (da parte mia!), l’assoluto rispetto e l’autentica fiducia, nell’operato della magistratura, benché io sostengo in modo reale e realistico, come Enzo Sculco sia un provincialotto guascone e spocchioso, irriverente e sprovveduto, arrogante e mistificatore, insolente e inopportuno, però non un mafioso, poiché ridurremmo un fenomeno seriamente pericoloso (e da combattere con tutte le forze, in quanto avverso ai poteri dello Stato, i quali sono gli unici a cui non si deve derogare!), alla stregua di un film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”- sostiene, sempre Speziali.

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D:Dunque, Speziali, come commenta ciò?

R: Non commento, semmai prendo atto di una sua situazione cogente, la quale credo che si sia aggravata, a fronte delle sue insolenze verbali nei miei confronti, le quali al sottoscritto non hanno procurato allarme per niente, poiché Sculco lo conosco e so perfettamente che lui è un ‘cialtronello di provincia’, una sorta di  ‘(aspirante) concussore’, senza averne le ‘fisique di role’, poiché ha persino una forma sgraziata nel porgersi. Insomma è il ‘Lino Banfi’ della presunta criminalità, in luogo al fatto di come io, doverosamente e ossequiosamente, mi rimetto al dibattimento processuale, per prendere atto se è costui è diverso da come io l’ho sempre percepito. Se al.processo risultasse conclamato ogni atto di contestazione della Procura, sarà archiato pure da questo stigma, pur se mi risulta difficile crederlo. Certo, Sculco avrà pure commesso qualche ‘violazione di licenza poetica’ (cioè di procedure amministrative), ma questo lo sapeva o tutti e dalla notte dei tempi. La mia carissima amica Marilina Intrieri, è sempre stata lontana da costui e per tali motivi, ha pagato prezzi politici enormi. Così cone Nicodemo Filippelli, per non parlare di mio cugino, Giuseppe Siciliani, verso il quale Enzo Sculco si voleva porre come leader politico, dimenticando che a differenza di Sculco stesso, Giuseppe e stato il più giovane Professore Ordinario di Italia, il più giovane Preside di Facoltà (sempre in Italia), un affematissino professionista odoroiatrla sia nel nostro paese che all’estero ed anche Depurato alla Camera.  Poi è anche vero che succede sempre così, cioè quando qualcuno in politica -stando, diversamente da me, in torto e con bugie, oppure utilizzando mistificazioni, quindi tentando di essermi ostile- affronta più di un problemino, difatti a ‘fiutometria’ ve ne saranno altre di burrasche, poiché spirano sempre, comunque e dovunque, a mio modesto avviso, venti matti e potenti. Quanto ha investito Sculco è uno dei mille grattacapi a cui ho dovuto mettere nel conto da tempo, per questo motivo non lo volevo politicamente tra i piedi, perché lui è quello che è, quindi come dicevo ieri a Franco Petramala, l’accusa realistica che gli si rivolge è configurabile con quella di lui (cioè Sculco) teso ad ‘interpretare se stesso’, al netto di insita e endemica boria, arroganza aconcettuallistica, spregiudicatezza verbalcomportamentale apolitica e insopportabile ‘delirium da reuccio’, ovviamente in disuso. Da qui a dipingerlo come mafioso, non solo passa un’autostrada, ma rischia di trasformare l’Antimafia’ (che sarebbe un valore, ma quando è alla Sciascia), in un ‘Burlesque’.

D:Mi scusi, posto che lei si ‘difende’ sempre con efficacia e adombra altro, non si capisce se difende o ridicolizza Sculco?

R: Che mi difendo è vero, poiché sono pure suscettibile, permaloso e financo jettatore. Persino la buonanima di Cesare Romiti -il quale disse di se stesso in un ‘faccia a faccia’ a Mixer, rispondendo alle domande di Giovanni Minoli, di essere ‘non cattivo, ma molto, molto, ma molto cattivo”- dicevo, pure ‘Cesarone’ e per la verità pure gli altri due ‘Cesari’ che ancora oggi bazzicano a Roma (ovvero Previti e Geronzi), hanno sempre detto e riconosciuto questa mia attitudine, la quale mi deriva dal fatto di essere si (e con orgoglio, affetto, riconoscenza e coerenza) ‘figlio’ di Arnaldo Forlani, ma io, sono cresciuto, non solo, con lui, ma con Ciriaco De Mita, Amintore Fanfani, Antonio Gava, Flaminio Piccoli, Emilio Colombo, Mariano Rumor, Enzo Scotti, Lillo Mannino, Riccardo Misasi, Gianni Goria e anche Francesco Cossiga, Giulio Andreotti e Paolo Emilio Taviani, quindi utilizzo bene i loro rudimenti e i ‘riferimenti’ o contatti ‘appartalstatali’ e ciò lo faccio sempre. Vedrete quali e quanti venti matti e potenti spirano in circolo e si abbatteranno su riconducibili cerbiatti (che tali non sono), oppure su afferenti a taluni soggetti che si trovano prossimi (ovviamente parapoliticamente parlando) a personaggi con una circonferenza evidente. Sa cosa era solito ripetere mio nonno  Totò Speziali (al quale somiglio di più, fisicamente e non solo, tra i suoi 20 nipoti diretti)? “…ed io, dal lido,  guardo il mare in tempesta e me la rido”. Patti chiari, sghignazzo pure e francamente…non è che me ne infischio, mesto, mesto in continuazione…e ho detto tutto!

D: Sentondola parlare c’è da riflettere, ma lei non riesce a fare sconti a nessuno…

R: .. soprattutto a chi mi tradisce politicamente ed umanamente (perché metto in campo le attitudini di Cossiga e Andreotti, financo in combinato disposto) e poi chi tenta di insolentirmi, dal basso del suo essere così come è, cioè alla stregua fisica di ciccioni romaneschi. Sono stanco di dover sopportare un decadentismo circa le vestigia statuali, dove solo i men che mediocri vanno avanti ed io che rifiuto le ‘cooptazioni’ non siedo negli scanni di Camera, Senato e Governo. Adesso basta! Come nel 1992 si è assistito ad un ‘golpe’, ora gli apparati dello Stato (assieme a quelli dei Paesi Alleati) devono prendere atto -e ne stanno premdendo- che la politica è come il mare, quindi riprende sempre i suoi spazi, ma per quanto mi riguarda i figuranti tratteggiati in precedenza, non avranno cittadinanza, se non in riferimento al reddito cinquestellato, il quale tra l’altro è stato giustamente abrogato. Qui saremo noi, ovvero i politici sopravvissuti al 92 (e richiamati in servizio effettivo, non di complemento) ‘a dare le carte’, in ossequio a verità, giustizia, norme vigenti, legislazione corrente, ottemperanza della separazione dei poteri, stile consono e senso della misura adeguata, poiché non è più sopportabile assistere alle scorribande di qualche leguleio (la cui origine, sarebbe o è di un borgo silano?), oppure di variegata fauna (come diciamo a Bovalino, trattasi ‘di nimali i corda’), adusi alla insussistente impostura, per di più politicante. Lo dico chiaro e tondo, sono cambiati i tempi, ma lo so io che frequento e ho autorevolezza e dimestichezza con i ‘sistemi altlantici’, senza null’altro aggiungere. Alla fine è giusto rispedirli nell’oblio delle loro mediocri esistenze, magari offrendo qualche cura gratuita in un qualsiasi reparto di psichiatria. Anche Cossiga e Rognoni, da Ministri degli Interni, predisposero ‘protocolli’ simili, quindi siamo nell’assoluta legittimità, nel solco della legalità e financo nell’ossevanza delle procedure inerenti ‘gli obblighi di ufficio’.

D:Lei parla come uno di un’altra epoca, che comunque ne annuncia il suo ritorno…

R: Si, è così! L’altra sera a cena, Antonia De Mita -a cui voglio un mondo di bene e da lei ricambiato- faceva notare a mia moglie quanto io sia preparato e come suo padre -cioè Ciriaco De Mita, mica Giuseppe Conte, oppure il futuro ex Consigliere Comunale Catanzarese Danilo Sergi e persino tal Raffaele Sero`, noto per il razzismo xenofobo e per essere nella struttura del Consigliere Regiovale sub judice, Antonello Talerico, che a sua volta non e né Fanfani né Gonnella, pure se per sfotterlo, gli ho fatto credere ciò e glieollo dice o in faccia e persino a mezzo stampa, come faccio adesso- ribadisco e ripeto, Antonia De Mita, confermava affetto, apprezzamento e stima, nei miei confronti, da parte di un uomo come suo padre. Muca Male, no? Tra l’altro mai io e Ciriaco, abbiamo fatto i selfie di Talento o e Sero` e sotto la discalia, ‘boi risiamo da tempo” Darei un duplice consiglio, pure perché seguirli, sarebbe di buono ausoucio, cioè “Risus abunda in ore stoltorum” e comunque…”non c’ero ride bene chi ride ultimo’, semmai ‘ridi, ridi, che la mamma ha fatto gli gnocchi’ e qui la madre non è un riferimento alla gravidanza sempre in atto di chi porta nel grembo gli srupidi. Comunque, è vero, mi manca Ciriaco! Ad ogni buon fine, siccome non sarò ascoltato per tempi, continuassero pure gli stolti e gli indolenti, ma poi si meravigliaselssero che le mie jettature, colpiscono nel segno e si ritrovano come molti in precedenza, poiché io -dico io e sottolineo io!- ho buona scuola e a ciascuno rammento pure quanto disse mi disse Francesco Cossiga (e ne è testimone, a Catanzaro, Rina Militano, moglie di Rosario Militano). Sa quali furono le sue parole testuali? “Dai ad intendere di essere jettatore, pure perché è un potere incontesabile, che la giurisprudenza deviata o giacobina non può perseguire, tanto ti ho ben insegnato e addestrato ad essere ‘vindice’, pure perché è da quando sei adolescente e persino da prima, che ti abbiamo preparato ad essere così,  come noi, cioè ad incarnare lo Stato e le sue strutture”. È vero, ho vissuto quell’epoca, intensamente, ma essa tornerà, poiché di noi democristiani e dei politici in generale, ora come non mai -pure per i venti di guerra in corso e il ritorno delle fibrillazioni Est/Ovest, con la più pregante presenza dei Cinesi e l’enigma degli Indiani- dicevo di noi, non si può fare a meno.

D:Un’ultima cosa, cioè il Commissariamento dell’UdC in Calabria. Per quale motivo ‘passa la mano’?

R:Ne ho parlato con Cesa, già prima della vicenda Sculco e avevo ricordato come io avessi accettato ma solo per costituire i Gruppi Consiliari, cosa che ho fatto e verranno ufficializzati a breve. Così come adesso si procederà alle nomine delle persone da me individuate come a Catanzaro e a Crotone. Lo dico chiaro e tondo al Camposamo o come si chiama lui, cioè che a giorni verrà ufficializzato nella provincia pitagorica Giova bi Procopio, cove dissi io dall’inizio e in accordo con Cesa e cove comunicato a Nunzio Testa, il quale si è già sentito con lo stesso Procopio. Se poi tal ‘Campocomesichiama’ si permettesse ancora di mistificazioni logorrea ti e a mezzo stampa, allora sarà destinato di mie reazioni pubbliche e politiche, ovviamente lecite e legali, poiché io non sono un arruffone o presunto tale, cove quelli che frequenterebbe lui, stante lsle attuali notizie di cronaca e mi farmi qui, per carità di patria. In più io devo occuparmi della ‘Costituente Nazionale Popolare’, sotto l’egida dell’Internazionale Democristiana’, che attraverso il suo Presidente, Amine Gemayel, mi ha persino nominato supervisione di questo tavolo e Sculco (come qualche altro cialtrobello discinto con le sue assistenti, sempre in luogo a fimatografia, presa persino da me ma non solo, in visione), ironizzavano. Uno si sa dov’è finito, mentre per l’altro, attendo tempi e modi consoni, sempre sulla base della legge, la quale è inesorabile e si muove su molteplici fronti. La verità è che la sana politica ha proprio il ruolo di ‘supervisionare’, altrimenti le anomalie non si rimuovono e noi oggi dobbiamo sanare tutto ciò, senza consentire la peemaneza nelle istituzioni di molti, a cui ci si potrebbe riferire con l’epiteto (giustissimo e credibilissimo) di ‘abusivi da strapazzo”. Per tali motivi l’On.Nunzio Testa, l’ho voluto anche io, poiché di lui mi fido e a lui sono legato e lo stesso Nunzio è legato a me e a Gino e Michele Trematerra. Tanto in Calabria, cioè alle nostre latituni, non cambia nulla, poiché qui, come a Roma e persino a Bruxelles le danze si muovono al ritmo da me impresso e se qualcuno ha da ridire, commentare, criticate e insolentire, ci si ricordi quanto ho spiegato prima, poiché io sono cresciuto -anche!- con Cossiga e Andreotti, perciò so come fare valere le mie giuste ragioni e sistemare a dovere, politicamente parlando, i figuranti e le comparse del tempo contemporaneo, laddove il discredito li accompagnerà a tali discutibili costoro, come un’anatema perenne e sempiterno.