Ven. Nov 22nd, 2024

Vi sono ‘leggende metropolitane’, piuttosto che false narrazioni, oppure pregiudizi stucchevoli (quindi, persino, demagogici), difficili a perire, anche perché allorquando ciò avvenisse o dovesse avvenire, si disvelerebbe un effimero, ma financo tristissimo ‘proscenio’.

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In Italia, sin dal ‘nefasto’ 1992, abbiamo assistito ad un vero e proprio ‘Golpe Giudiziario’, di cui persino la recente intervista dell’On. Rino Formica -vecchio esponente del PSI Craxiano- sulle pagine del Corriere della Sera (Domenica 18 Febbraio), ha ben descritto e delineato, rispondendo alle domande di Aldo Cazzullo.

Ordunque, una intera classe dirigente, politica, imprenditoriale, manageriale, pubblico bancaria e ‘industrialstatale’, è stata falcidiata, da una barbarie neogiacobina, rappresentata da ‘procuratorucoli d’assalto’, forse anche ‘eterodiretti’.

A loro volta, costoro, nello svolgere le inchieste in stile ‘purghe staliniane o di fanatismo komeynista’, hanno ‘risparmiato’ alla sinistra  post comunista, l’onta del “tintinnar delle manette” (come ebbe a dire, stranamente, in un sussulto sincero, Oscar Luigi Scalfaro, primo beneficiario di suddetto clima e soprattutto, maggior ‘tutelato’ o sopravvissuto, rispetto al ‘sistema’, che tale non era, ma di cui fu parte integrante, ma per certuni versi, costui si trovo`proprio a cagione di ciò, ‘sotto schiaffo’).

Premessa fatta (e confermata!), mi addentro, in un ragionamento propositivo, il quale è solo ed esclusivamente mio personale, quindi non del mio Partito, ovvero l’UdC e giammai della coalizione governativa di Centrodestra, di cui siamo parte, semmai spero di offrire uno spunto di riflessione, a seguito della proposta che farò, ovviamente argomentandola (si sa: possiedo il dramma delmpensiero!)

Illustro speditamente, perché il bando alle ciance deve essere autentico, cristallino e fuor di metafora: il maleficio prodotto in quell’ ‘Annus horribilis’, fu quale primo atto lo scadimento della classe politica, con annessa fine della medesima, proprio perché a divenire rappresentanti delle istituzioni, non furono più gli eletti (con le preferenze, che non sono ‘lo sterco del diavolo’), bensì i cooptati di vari ‘capataz’, delle formazioni fallacemente ‘leaderisticoautoreferenziali’, le quali sostituirono i Partiti veri e strutturati.

Da ciò ne discese, in luogo a populismo da salotto, la successiva (de)generazione, ovvero l’attuale populismo da strada e oggi, i parlamentari, nella maggior parte dei casi sono o maggiordomi o badanti (e, qualche ex leader, persino comici, con tanto di sentenza passata in giudicatio, a fronte di condanna per omicidio plurimo colposo).

Comunque, tutta questa ‘strana umanita`’ non possiamo certo considerarla al servizio del popolo sovrano ed elettore, ma del ‘padrone’ di turno, percio`, indegna o non credibile, di svolgere e rappresentare, la funzione del mandato elettorale (sono cooptati, per l’appunto).

Fu, quindi un disegno chiaro, che portò dritto dritto, quasi ad annullare nel nostro Paese -caso unico nel mondo democratico- persino l’istituto dell’immununita` parlamentare, riducendola a ciò che è ancora adesso, ovvero un feticcio dell’originaria, seppur prevista dai nostri costituenti (e tra di essi, vi era mio nonno).

Tale guarantigia, esistente ovunque, cioè in tutti i Paesi liberi e civili, non è il ‘lusso della casta dei politici’, semmai la certezza di poter svolgere le funzioni preposte e connesse, a seguito dell’investitura elettiva, poiché derivante dalle elezioni e quindi in virtù di preferenze e raccolta di legale e lecito consenso.

Si ha un bel dire, da parte di moralisti in malafede, come ciò sia una forma di ‘arrogante impunità’, mentre così non è, anzi, non lo è affatto!

Simili (non)argomenti, sono stucchevoli, fuorvianti, praticamente cibo per canilidi latranti, al netto di bava rabbiosa, frustrata, sovversiva, ignorante, tipica da “colonna infame” (senza scomodar Manzoni).

Difatti, l’unica ‘casta’, semmai, è proprio quella dei magistrati, pronti sempre -essi si!- a difendere (con la complicità di una stampa ‘megafonista’ e compiacente) il loro assurdo ed inconcepibile, nonché prepotente, potere (per taluni versi, ormai fuori controllo e quindi abusivo) e ciascun cittadino (non solo i politici), si ritrova ad essere potenziale vittima, di plurimi e devastanti errori giudiziari, cagionati da forsennati P.M.

Costoro, poi, ‘dettano’ un ruolino di marcia crudele, inconcepibile ed intollerabile, proprio sulla pelle dei potenziali e molteplici malcapitati di turno, senza consentire modifiche razionali per tutelare la vera concezione di giustizia e rimodulsre, in meglio, la loro categoria.

Gia, diciamolo chiaramente, trattasi di categoria, perché è vero, quanto lorsignori rappresentano un potere, cioè quello Giudiziario, ma sono un ordine professionale (tant’è che hanno un sindacato, l’ANM, Associazione Nazionale Magistrati),  ma innalzano ‘barricate verbali’, accompagnate da ‘avvertimenti sinistri’, da suscitar terrore ai più della ‘debole (non)politica’ odierna (ma io sono la vera politica, non un debole e ribadiro` sempre il.mio pensiero è le mie ‘denunce).

Che fare? Onestamente ammetto, come pure noi politici siamo una categoria, ma al pari di quella dei magistrati (che rappresentano il potere Giudiziario), noi incarniamo gli altri due poteri costituzionali, cioè esecutivo e legislativo: insomma, siamo chi fa la leggi, le quali, poi, devono essere applicate -giammai interpretate o “reinterpretate” (Francesco Saverio Borrelli dixit, A.D.1993)- e devono essere ossevate, proprio dai magistrati, inquirenti e giudicanti, in egual misura e in ossequio normativo.

Ciononostante, si alzano lai e bai, poiché spesso assistiamo a concionamenti massmediologici di ‘magistar’ (crasi di magistrati che divengono star pubbliche e senza contraddittorio), senza mai udire un pentimento o un ravvedimento, a fronte o a cagione, di macroscopici, non errori, bensì orrori giudiziari, principalmente in sede inquirente, cioè nella fase delle indagini preliminari.

Che fare? Se ai magistrati ‘tutto è concesso’, allora, non per contrappasso, bensì per equilibrio dei poteri e delle funzioni connesse, bisognerebbe trovare una lecita forma di non pervasiva e soverchiante interferenza tra ‘i due mondi’.

Come? Presto detto: si ripristini l’istituto di immunità -ribadisco: non è impunità, poiché processi ed indagini, si farebbero comunque, senza però esercitare indebite pressioni, rispetto a coloro i quali, legiferano e la immunità di cui parlo, sia una cosa seria, come vi è al Parlamento Europeo, estendola, per di più ai membri del Governo Nazionale che si trovano a non essere ne` Deputati, né Senatori. Così come, persino agli Amministratori Regionali, sia Consiglieri che Assessori ‘esterni’, in quanto così facendo si potrà avere una ‘immunità di mandato’, necessaria nei confronti di chi amministra e legifera (pure le Regioni legiferano).

Insomma, non si può stare nella infelice e scomoda posizione di chi si trova ‘esposto’ suo malgrado, a continui rischi di insulse indagini e Dio solo sa quanto pericolo si corre nel periodo che viviamo, laddove ci apprestiamo ad una lunga campagna elettorale per le Europee, pure considerando come alcune trasmissioni televisive, sono piu`che di genere trash, vero e proprio ‘velinismo procuratorile’.

Tale continua ‘invasione di campo’, al netto delle molteplici ‘inchieste ad orologeria’, non solo intossica il clima politico, ma potrebbe minare le stesse fondamenta dello Stato di Diritto e delle garanzie costituzionali, lasciando inermi, sgomenti ed indifesi, i cittadini, oppure qualsiasi ‘avversario ideologico e procedurale’, di una certa fazione della stessa cooperazione magistraturale.

La proposta che lancio nel dibattito -ribadisco a titolo personale- ha un suo fondamento, visti e ricordati, taluni tristi o drammatici precedenti, i quali conosco bene, poiché trattasi di amici personali e di cui mi vanto essere ancora oggi: 1) nell’aprile del 1999 (Governo D’Alema 1), l’allora Sottosegretario al Tesoro, Nuccio Cusumano (all’epoca dei fatti ex parlamentare, ma membro dell’Esecutivo), venne tratto in arresto, per una questione inerente, l’indagine per gli appalti dell’Ospedale di Catania: come fini? Prosciolto per non aver commesso il fatto, dopo ben otto anni di ingiusti ‘calvario e gogna giudiziari’, senza dimenticare gli arresti cautelari e la relativa carriera spazzata via; 2) Alessandra (detta Sandra) Lonardo, coniugata con Clemente Mastella, da Presidente del Consiglio Regionale della Campania nel Febbraio 2008, venne tratta in arresto (sebbene ai domiciliari), con accuse insussistenti, cadute dopo ben nove anni, sia per lei che per il marito, nonostante quest’ultimo fosse pure -in cogenza di indagine e di misura cautelare ai di lei danni- Senatore della Repubblica, nonché Ministro di Grazia e Giustizia; 3) Domenico Tallini, dopo una vita di onesta militanza politica e quarant’anni di Amministrazione tra il Comune Capoluogo della Calabria, la Provincia di Catanzaro e la stessa Regione, da Presidente del Consiglio Regionale, venne tratto in arresto, il 20 Novembre 2020, a seguito della richiesta della Procura di Catanzaro, con accuse serie, ma sin da subito, per noi tutti che lo conosciamo -io in primis- assolutamente lunari: tra gli atti contestati, non vi erano nemmeno intercettazioni ambientali o telefoniche, epperò ciò fu considerato ‘corpo di reato’, a conferma dell’ipotesi inquirente e persino aggravante’. Insomma, non fai nulla -difatti nemmeno i voti del ‘contestato scambio’, poterono dimostrare, poiché scambio non ci fu affatto- e comunque, neanche non parli, eppure ti ritrovi colpevole.

Ecco, voilà servita, la ‘nuova fotografia’ di quel che una volta era il Belpaese, in luogo a quanto ci si vuol proporre oggi, con assalti a palazzi delle istituzioni, tipo la sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che la sinistra italica -risparmiata? Beneficiata? Addomesticata? Ovviamente da tale magistratura, da me così ben descritta ed in modo onesto- dicevo della Sinistra, la quale non ha men che meno stigmatizzato un -questo si!- misfatto simile, per di più perpetrato da uno dei leaders del PD, ovvero il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, persino al netto degli insulti volgari, indirizzati da costui avverso la Premier.

Facciamo passare tutto ciò per normale? Va bene, allora normalità per normalità, se a De Luca hanno dato ‘copertura e giustificatio’ a fronte del suo caravanserraglio, nessuno potrà criticarmi, allorquando dovessi organizzare -cosa che sto seriamente pensando? Vai a saperlo!- un’altrettanta manifestazione, tendente a palesare disagi e timori reali, cioè un sit-in intorno a qualche Ufficio di Procura, come quella di Reggio Calabria, laddove si celebrano non processi ma revisionismi storici e che comunque di riffa o di raffa, si potrebbe -uso il condizionale- avvertire, che tenga ‘in ostaggio’, buona parte del territorio in cui opera. Stesso dicasi per Palermo o Catania, oppure Napoli e Roma, come la stessa Milano e persino, insomma da su` a giu` del nostro Paese, ovvero da Cantù a Cefalu`!

Se non è stato contestato nulla a De Luca, lo si potrà fare a me?

Certo che no, ma solo in linea di principio, benché io so quanto rischio, ma facendo politica, non recedere e non posso, né voglio, non rappresentare, le giuste istanze e le autentiche inquietudini dei cittadini, i quali somo per paura abbassano la testa e lo fanno perché non vi sono I politici come me a infondere coraggio: io il coraggio lo possiedo, difatti non mi chiamo Don Abbondio!

Vincenzo Speziali 

Responsabile Regionale Calabria e membro della Direzione Nazionale dell’UdC; componente del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana.