Mar. Lug 16th, 2024

D: Vincenzo Speziali, lei nel 1993 era già il leader nazionale del Movimento Giovanile della DC, quindi -non solo per storia personale e consuetudine di suoi rapporti familiari (suo nonno materno, in primis)- si trovava ad essere già impegnato politicamente, per di più ai vertici nazionali. Il tutto, bisogna ricordarlo e a suo merito, essendo giovanissimo. Che ricordo ha di quel 29 Aprile del 1993, allorquando vi fu l’ ‘Assedio del Raphael’, cioè al Presidente Craxi?
R: Fu un abominio, che raggiunse lo scopo di rendere cruenta la ‘falsa rivoluzione’ di Tangentopoli. Aveva ragione il Presidente Craxi, quando la definì falsa, poiché le rivoluzioni devono avere rivoluzionari credibili, che, nel caso di cui parliamo, tali non erano, nel modo più assoluto. Se per questo, non competeva nemmeno a lor costoro essere rivoluzionari, poiché dovevano rappresentare un presidio statuale e costituzionale -cioe` l’ordine e per qualcuno il ‘potere’ giudiziario- epperò qualche PM preferì essere, eufemisticamente, ‘zelante’, ovvero introdurre un moralistico comportamento, il quale sfociò nell’abbattimento di una Repubblica. Mi riferisco all’annientamento dei Partiti che governarono l’Italia, all’insegna della libertà e della democrazia, riuscendo a fare divenire il nostro Paese, la quarta potenza economica del mondo. Questi Partiti erano la Democrazia Cristiana (cioè il mio), con i suoi alleati laici, principalmente il PSI di Bettino Craxi. E si badi bene, Craxi, non solo era un compartecipe campione di buon governo, bensì per un periodo e a giusto merito, ne fu l’unico ed indiscusso protagonista.

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D:Si avverte amarezza, nelle sue parole. E vero?
R: Non è solo amarezza o nostalgia canaglia (e qui c’entrano per nulla Albano e Romina). Nossignore, in quanto vi è, principalmente, costernazione, cioè un sentimento di grave abbattimento. Bettino Craxi -e per certi versi anche la sua famiglia- fu destinatario di una violenza moralistica, (para)giudiziaria, ‘falsonarrativa, immensa, devastante, la quale solo per un caso, non si tramutò, persino ed anche, in violenza fisica. Qui, difatti, si innesta il suo già citato episodio del ‘Raphael’, per di più funestamente attuato, in quell’epoca vergognosa, apocrifa e mendace.

D: Che idea si è fatto, cioè come classifica o giudica, quell’episodio?
R: Innanzitutto, mai, prima di allora, nell’Europa Occidentale, si era vista una cosa simile, in tempi moderni. Un leader politico nazionale, per di più un ex Primo Ministro (cose che era Craxi, per l’appunto!), che si vede la propria abitazione (quell’Hotel, in fondo, era casa sua, non perché di proprietà, poiché Craxi, non era ricco, ma aveva amici che lo stimavano e lo ospitavano), dicevo, assistere all’assalto del luogo in cui abitava un uomo pubblico così determinante, per uno Stato democratico, fece un certo effetto sin da subito, a prescindere dagli eventi e dalle situazioni. Insomma, un ritorno al passato più cruento, inserito in epoche storiche diverse, ma che fanno ben capire.

D: Vuole spiegarci meglio?
R: Certo! Io ho solo due termini di pargone, con quanto è capitato a Craxi, cioè la presa della Bastiglia, il 14 Luglio del 1789, quindi durante la Rivoluzione Francese e l’assalto al Palazzo di Inverno, il 7 Novembre del 1917, con la Rivoluzione Russa. In formato ridotto, ma solo perché erano cambiati i costumi dell’epoca in cui si svolge il misfatto di cui parliamo, in seguito vi è l’assedio del Raphael’. Però si badi bene, da un punto di vista pseudoideologico, cioè da culturame (splendido neologismo, coniato da Mario Scelba, durante i giorni del Congresso DC a Venezia, nel Giugno del 1949, da cui si dipanò l’elezione a Segretario della Democrazia Cristiana, di Paolo Emilio Taviani), ribadisco da un punto di vista di culturame, vi è continuità, tristemente e infaustamente coerente. La Rivoluzione Francese, fu attuata, essenzialmente dai giacobini di Roberspierre, il quale a sua volta basava la sua impostazione politico-amministrativa su una forma di livellamento della società, insomma un comunista ‘ante litteram’: infatti, Marx -ideologo del comunismo- nacque nel secolo successivo, cioè nell’800. Stessa cosa, dicasi, con adeguamento alla loro realtà temporale, oggettivamente mutata perché parzialmente evoluta -rispetto ai rivoluzionari francesi- accadde con la Rivoluzione Bolscevica dei seguaci di Marx, quando si abbatterono contro lo Zar. In tutt’e due le situazioni, al netto del terrore con cui esercitarono il potere, i golpisti -poichedi Golpe, stiamo parlando!- le ristrette oligarchie apicali, praticarono pure un regime repressivo, attraverso una stretta che si manifestava con processi sommari e 'regime poliziesco'. Anche da noi fu così e per certi versi, continua ad essere tale. Parlo dell'utilizzo della distorsione normativa, da parte di una certa magistratura militante, contro gli avversari ideologico' o politici, che diventano per questi fanatici, dei veri e propri nemici da abbattere e io sono tra questi, checché se ne pensi. Così è, ma non mi lamento e non mi faccio né impressionare, né intimidire, anzi vado avanti, con orgoglio, per poiché so di essere dalla parte giusta . Poi, se accadesse qualcosa, la gente ed il popolo, il corpo elettorale, starebbe con me e per quanto mi riguarda, mi difenderosempre, fino in fondo, con qualunque mezzo. E ho detto tutto, parola mia!

D: La sua interpretazione è molto profonda,arguta, articolate, ed innovativa…
R:…per sdrammatizzare, potrei cavarmela con una battuta delle mie, ovvero come il sottoscritto, possieda sia il dramma del pensiero, che la patologia della cultura. In più non sono un figurante al pari di molti, i quali da cooptati calcano le scene delle aule parlamentari, senza sapere cosa fanno o cosa devono e dovrebbero rappresentare. Non faccio i nomi per rispetto a lei, non perché ho paura, epperò qualche esempio, lo ritroviamo con un soggetto nominato mediatore europeo da qualche parte nel mondo islamico.

D: Cosa contesta all’azione giudiziaria di ‘Tangentopoli’?
R: Tutto, dalla A alla Z, dall’Alfa all’Omega. Già di per sé instillare un principio che non ha nessuna cittadinanza nel codice penale italiano, significa sovvertire i cardini dello stato di Diritto. Difatti noi sappiamo che le responsabilità penali sono personali, ma i ‘borrelliani’ (da Francesco Saverio Borrelli, in quel tempo triste, Procuratore Capo di Milano), giunsero a coniare un postulato assurdo, cioè il reato di ‘dazione sistemica ed ambientale’. Ma si rende conto? Ogni cosa, avrebbe investito il ‘sistema’ condizionando qualsiasi scelta e riconducendolo ad una corruttela condivisa dallo stesso ambiente, perciò da politici ed imprenditori. Parliamoci chiaro, altro che leggi speciali per ‘staccare la spina’ alla presunta -ma non vera- azione salvifica e moralizzatrice dei magistrati; altro che ‘non Decreto Conso’. Sarebbe bastato un semplice TSO, predisposto dal Sindaco di Milano del 1992, alfine di ricoverare, con trasferimento coatto, tutta la Procura Meneghina, in una struttura pubblica di psichiatria.

D: Lei è da sempre piuttosto duro più con Borrelli che con gli altri. Giusto?
R: Si, è vero, ma a questo qua`, aggiungo persino altri suoi colleghi Italiani, che non sono solo i suoi sottoposti dell’epoca, i quali però hanno ben compiuto le sue istruzioni mefitiche. In ogni modo, c’è pure Caselli, un noto utilizzatore di lacca spray per i capelli (e fa pure rima), il quale sostenne che Andreotti arrivasse a pomiciare con Riina. Per non parlare di Cordova, notorio inquisitore dei vari circoli di Rotary o di Tennis, in cui vedeva annidate logge massoniche deviate o coperte. Insomma, non sono soggetti da materia freudiana, cioè da psicoanalisi?
E comunque, su Borrelli e sul suo nucleo familiare, visto il clima da ‘cultura del sospetto’ che il tale ci ha proposto quasi fosse un fiore di verità e non di male, parlerò a giorni, quando commemoreremo, l’omicidio del Presidente Moro. Di cose strane, ve ne sono. Eccome. Anzi, purtroppo!

D: Lei parla sempre di Moro e Craxi, poi degli altri. Ma parla con affetto, con stima, con un sentimentalismo sincero. Come mai?
R: È una questione personale, intima, che rivendico con orgoglio. Moro è Moro, inarrivabile ed irraggiungibile, ma subito dopo lui, c’è Craxi, il quale fece l’impossibile per salvarlo. Nessuno mi toglie dalla testa che Bettino, dovette pagare persino questo giusto prezzo. Da un punto di vista di supplizio, loro hanno sofferto più degli altri. L’ho già detto, erano con me, in quelle notti libanesi, quando cercavo di capire, di resistere e di farmi forza per combattere senza piegarmi. Erano con me e lo sono e lo saranno sempre, assiene a Francesco Cossiga, ad Amintore Fanfani, a Giulio Andreotti, a Flaminio Piccoli, a Mariano Rumor, a Paolo Emilio Taviani, a Ciriaco De Mita, ad Emilo Colombo, a Gianni Goria, ad Antonio Gava, oppure Gianni Prandini, Riccardo Misasi e Dario Antoniozzi. Come con me ci sono Carmelo Pujia, Anna Maria Nucci, Lillo Manti, Franco Quattrone, Pierino Battaglia, Bruno e Vito Napoli, senza dimenticare Elio Colosimo. Poi, tra i vivi, Maria Fida Moro e Stefano Andreotti, Flavia Piccoli, così come e per sempre Marco Forlani, Ettore Prandini, Stefania e Bobo Craxi, che chiamavano con affetto ogni settimana e mi incoraggiavano.
Si, questo è il mio mondo e me vanto. Anzi, lo difenderò sempre, innanzi a tutto e a tutti, perché so come sono andati i fatti. In ogni modo lo si ricordi: sono di Bovalino -con orgoglio ribadito!- perciò siamo gente seria, adamantina, coraggiosa, strutturata e la testa, non la chiamiamo mai, se non difronte a Dio e ai nostri padri.

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