Vincenzo Speziali, ha sempre fatto politica, potendoselo permettere, in quanto discende da una famiglia di ricchi imprenditori italiani, tutt’oggi in attività. Proviene dalla Democrazia Cristiana, ovvero il Partito politico italiano che fu, tra gli altri, di Moro e Andreotti: attualmente è membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana e di Centro.
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È anche una persona di cultura straordinaria, un assiduo del “beau monde” internazionale: insomma quello che si potrebbe definire un gran signore. La sua origine è di Bovalino, un borgo della costa Jonica Calabrese, vicino Reggio Calabria, il quale pure qui a Beirut abbiamo imparato a conoscere grazie a lui e che Vincenzo Spezialii nomina sempre con orgoglio, con passione, con amore infinito. Dice di quel posto: “è casa mia! Lì e solo lì, ritrovo le radici. Intendiamoci, adoro Beirut e il Libano, a cui devo molto, moltissimo, a partire da moglie e figli. Così come ho affetto immenso per Catanzaro, la Capitale della Calabria (dove sono in parte cresciuto e ho gli amici di infanzia), per non parlare poi di Roma, ma Bovalino è il mio tutto e non smetterò mai di amarla e rispettarla, al pari di come un figlio fa con la propria madre”. Da quasi vent’anni divide la sua vita tra l’Italia il Libano. Il nostro Paese lo ama e lo conosce bene, benissimo, essendosi ambientato. Ama tanto -come è giusto che sia- soprattutto la sua Italia, pur non facendo sconti all’attuale momento che vive la nazione, secondo il suo punto di vista. Definisce questo periodo italiano “un triste e decadente tempo, dove per parafrasare Dostoevskij, che diceva come fossero le Canaglie’ ad avere la meglio nei momenti di transizione, noi oggi, in Italia, abbiamo, nella gran parte dei casi, gli impostori, i dilettanti e i cialtroni. Tranne qualche salvifica eccezione, questa è la realtà: non solo i politici -i quali spesso nella stragrande maggioranza o sono neofiti o praticamente politicanti (cioè un sottoprodotto, discutibile e negativo)- però vi sono pure altri soggetti -in italiano si dice pennivendoli ed io ho coniato un neosillogismo, cioè divulgatori e censori a cottimo- i quali pensano di essere giornalisti, ed invece sono miserevoli miserabili”.
D: In che senso, scusi?
“Nel senso che se un giornale di Catanzaro (Città Informa o come si chiama), si permette di insolentire il sottoscritto, praticando la censura, perché non ha ottenuto l’elemosina di una pubblicità, io mi irrito, e quando mi irrito, non è un aspetto positivo, in quanto non mi lascio mettere i piedi in testa. Infatti ho investito ufficialmente il Presidente Regionale Calabrese dell’Ordine dei Giornalisti”.
Lei non le manda a dire, è vero?
R: “No, non le mando a dire, le dico e pure in faccia. Anzi aggiungo un’altra cosa a tal proposito, ovvero se immediatamente dopo le vacanze natalizie, il giornale in questione (con il suo Direttore in testa o in capo, ma non in alto poiché è piuttosto bassino e di nome fa Riccardino), non cambia atteggiamento, denuncerò ogni cosa -dando ed avendo evidenza di quanto affermo!- all’autorità giudiziaria: quello che stanno facendo, potrebbe essere un vero e proprio reato, che deve essere giudicato e sanzionato dai giudici. Difatti, essi sono preposti a ciò, non a fare inchieste grottesche e mirabolanti, oppure vere e proprie “cacce alle streghe”, insomma azioni a fini politici ed ideologici, com’è spesso capitato in Italia, dal 1992 ad oggi”.
D: Per quale motivo, dice questo? In Italia, funziona così? Vi sono indagini pilotate?
R: “È dalla fine della Democrazia Cristiana, il mio Partito, ovvero dal 1992, che succede quanto le ho descritto ora, cioè si ripete questo malcostume, da parte di qualche settore della magistratura. E così facendo sono stati annientati e cancellati, non solo il mio Partito (la Democrazia Cristiana, appunto), ma anche i suoi storici alleati laici (con i socialisti di Craxi in primis), attraverso un golpe “neogiacobino”, perpetrato da alcuni pubblici ministeri, ideologicamente indottrinati a sinistra, tanto è vero che a salvarsi da questa furia, furono solo gli eredi del Partito Comunista. Adesso, siamo alle prese con gli apprezzabili tentativi di riforma, da parte del nuovo Ministro della Giustizia, il Senatore Carlo Nordio, il quale è stato un magistrato che operava nelle Procure, quindi sosteneva la pubblica accusa, perciò conosce benissimo i guasti e i mali della materia. Da noi, negli ultimi trent’anni, invece della presunzione di innocenza, alcuni psicotici e sovversivi magistrati, hanno invertito il principio cardine dello Stato Di Diritto -le cui radici affondano nella Roma antica- ed imposto una visione fanatica, facendo passare -impropriamente!- un’impostazione assurda, ovvero invece di essere innocenti fino a prova contraria e sentenza definitiva (la quale si può avere fino al terzo grado di giudizio, cioè in Cassazione) si è colpevoli a prescindere, a meno che non venga stabilito in sentenza di non esserlo. Questo è un abominio corrente e ricorrente”.
D: Le chiedo scusa, ma quando ha preso piede un’impostazione che ha così descritto, è mai possibile che le forze politiche e democratiche non si sono opposte, attraverso i metodi di una democrazia avanzata?
R: “Le ho già risposto prima. Siamo stati sgominati per via giudiziaria, alla stregua di un “colpo di stato” moderno, cioè senza carri armati, ma con rivoluzioni di piazza, poiché i facinorosi erano ben fomentati da una falsa propaganda, quella di certi Procuratori della Repubblica appunto. In più, proprio da quel tempo il segreto istruttorio è divenuto una pulcinellata: le notizie finiscono direttamente sui giornali -e si può immaginare chi le passa!- rovinando preventivamente e senza motivo la vita della gente, perché non sono sentenze, bensì ipotesi di parte, le quali alle volte non reggono alle indagini difensive o al dibattito nei processi. Certo, è strano come in Italia, dove si fanno Commissioni Parlamentari su tante questioni, per non dire su tutto -ed anche, giustamente, mi permetto di aggiungere- proprio sul periodo del 1992, mai nessuno è riuscito ad ottenere chiarezza”.
D: Ci sta dipingendo un quadro, molto fosco…
R: “Mio caro signore, sarà fosco, però è la verità, in più, la dico sempre e la dimostro anche! Quanto le ho descritto minuziosamente, ha generato disastri, al punto tale di rendere sempre più scarsa la partecipazione popolare alle consultazioni elettorali, oppure ci ritroviamo, una scadente classe politica, tranne poche eccezioni”.
D: Ci porta un’esempio?
R: “A me è capitato un pubblico ufficiale, quale sarebbe il Consigliere Comunale della Capitale della Calabria, cioè Catanzaro – tale Raffaele Serò – che si è espresso in modo xenofobo e razzista, proprio nei confronti del Libano: una vergogna totale, a dimostrazione di quanto sia poco credibile e squalificata la maggioranza della presunta classe politica”.
D: Razzismo, contro il Libano: perché mai?
R: “Poiché, costui (Raffaele Serò per l’appunto) è un neofita ed un inefficiente e non avendo argomenti validi da oppormi per le mie giuste e dimostrate critiche del suo “non operato”, ha insultato le mie origini e il mio essere libanese di adozione. Mi vanto sia di Bovalino, ma anche di questo Paese (cioè il Libano), perciò ho informato, pure l’Ambasciata, che dovrebbe fare pervenire una nota di protesta al Comune di Catanzaro. Prima, però avevo chiesto al Sindaco catanzarese -un mio amico di infanzia e persona perbene, ma non strutturato dal punto di vista politico ed amministrativo, anzi direi deludente e fallimentare, pentendomi dell’aiuto che gli ho dato- dicevo avevo chiesto al Sindaco di richiamare e stigmatizzare costui, ma il Sindaco -che si chiama Nicola Fiorita- se n’è lavato le mani, poiché -evidentemente!- ha bisogno del voto di questo Consigliere in Aula, in quanto l’Amministrazione da lui guidata, non ha la maggioranza nell’Assemblea cittadina”
D: Strano che un Sindaco, sia così debole, dal punto di vista numerico, come, apparentemente, ci sta descrivendo?
R:”Vede? Un’ennesima distorsione della scarsezza di una discutibile classe politica, venuta dopo noi democristiani: difatti la legge attuale dei sindaci -con tutte le criticità mal previste ma verificabili, come nel caso che le sto descrivendo- è frutto, di una notoria insipienza dal punto di vista legislativo, di chi è Deputato o Senatore, senza capire cosa fa e cosa dovrebbe fare! Lei sa come arrivano le persone in Parlamento, adesso, in Italia? Mica sono elette, bensì nominate, attraverso -a mio modesto avviso- discutibili criteri di scelta, all’interno delle formazioni politiche, ben lungi dalla dignità di essere definiti Partiti. I Partiti sono un’altra cosa. Oggi, nel mio Paese -povero Paese!- esistono comitati elettorali autoreferenziali, dove il capetto di turno, concede legittimazione effimera e fittizia ai suoi sottoposti. E non parliamo dei sottoposti, solamente per carità di patria e pena laica”.
D: No, parliamone invece. Anzi ci faccia capire meglio, così anche a queste latitudini potremo avere qualche magra consolazione.
R:” Consolazione? Per me è un continuo combattimento per evitare gastrite ed ulcera. Se penso -tanto per fare un nome!- ad una certa Francesca Scarpato (sarebbe una sorta di responsabile organizzativa nazionale della formazione dell’ex Ministro Calenda), la quale non mi risulta essere portatrice di un pensiero forte -e se tanto mi da tanto, nemmeno di uno debole- la quale si permette di difendere l’indifendibile, ovvero quel Consigliere Serò (il razzista xenofobo di cui ho parlato prima o un altro imbelle ed inadempiente, sempre dal punto di vista politico, di nome Fabio Scionti), mi viene da vomitare: patti chiari, addosso a lei stessa! Epperò, questa poco gentile signora (e definendola così sono ironicamente educato!) fa da tutor a svariate nullità, essendo lei stessa e per prima una nullità. Verrebbe da mandarla al diavolo -sempre politicamente parlando, perché io sono la ‘politica’- o di mandarla (come si dice in Italia) a quel paese, al pari di come ho già fatto e come ribadisco adesso! Questa Scarpato, in più , ha scritto in un messaggio, conservato nel mio archivio, cioè che lei e i suoi capi, non gradiscono gente che discute come il sottoscritto, forse perché -aggiungo io- sono troppo bravo per tali insussistenti e aconcettuali. Si rende conto? Siamo innanzi ad una setta, non so se satanica o fanatica, dove vengono a mancare le regole del buon senso, assieme al rispetto democratico del confronto. Ormai, quasi tutti gli attuali Partiti italiani sono così, poiché non sono Partiti. Ci troviamo, persino certe infermiere, le quali solo per essere vicine (molto, vicine) al loro anziano capo aspirano a diventare Ministre, per di più della Salute: mi riferisco alla Senatrice Licia Ronzulli e a Silvio Berlusconi. È un delirio, un triste delirio! Purtroppo le tradizioni delle organizzazioni politiche, sono divenute un fastidio, non un elemento di democrazia e selezione della classe dirigente”.
D: Sembra che lei, sia insoffente a questo stato di cose: conoscendola dovrebbero temere, le sue lecite reazioni. Ha intenzione di fare qualcosa?
R: “Dopo le vacanze qui a Beirut, il 12 Gennaio volo a Parigi, dove ho già degli incontri fissati con Renew Europe, l’organizzazione di cui è leader il Presidente Macron e nella quale in Europa, la formazione di Calenda (si chiama ‘Azione’) milita e si riconosce, così dimostro chi sono questi impostori. Svelerò, dimostrando ogni cosa, disdicevoli attitudini. La politica è serietà, quindi non ammetto sconcezze simili. Io sono stato formato da Forlani, Cossiga, Andreotti, Fanfani, De Mita, Piccoli e parliamo dei leaders nazionali della DC, i quali furono Premier e uno di essi Presidente della Repubblica, mentre ora arrivano soggetti come la Scarpato et similis, a dirmi quel che devo fare? Ho combattuto, in Italia, con gli strumenti della giurisprudenza e della legalità magistrati ‘golpisti’ e ho sopportato i bombardamenti istraeliani, nel 2006, restando qui in Libano -dove era giusto che restassi- senza avere paura, perché io non so nemmeno cosa sia essa: niente e nessuno può intimorirmi! Chi pensasse di farlo o è un demente, oppure un insolente”.
D: Mi scusi, della Signora Meloni, cioè l’attuale Premier italiano, che opinione ha?
R:”Da un punto di vista ideologico, sono distante, in quanto io provengo dalla Democrazia Cristiana, quindi dal popolarismo (che in Europa, è rappresentato dal PPE). Poi, aggiungo anche che noi democristiani abbiamo ricostruito un Paese in macerie, lasciatoci proprio dal Fascismo. Non dico che la Signora Meloni sia una fascista, ma l’origine politica è quella, anche se lei ha preso, doverosamente, le debite distanze, con posizione nette. Vuole la verità? Noi DC abbiamo sconfitto comunismo e fascismo, vincendo il dopoguerra e portando l’Italia ad essere la quinta potenza economica mondiale. Tutto questo, partendo da zero, però abbiamo pagato un prezzo enorme, perché governando bene, ci siamo fatti tanti nemici. Siamo atlantisti, ma abbiamo condotto la politica estera dell’Italia, in modo autonomo, raccordata certamente con gli alleati, però in autonomia. Ciò è tanto dimostrato dal fatto che siamo gli unici nella Nato ad avere, da sempre, un rapporto privilegiato, con il mondo arabo, come anche la Francia ha fatto. Essa però ha un peso differente, nell’alleanza atlantica, dovuto al suo status di essere tra le nazioni vincitrici del secondo conflitto mondiale, mentre noi no. In fondo la Meloni la stimo, perché è l’unica, oggi in Italia, che proviene da una militanza strutturale e partitica tradizionale, direi novecentesca. Se prendiamo il Partito Democratico, ci troviamo innanzi ad un aborto culturale e identitario: come si fa a mettere insieme le esperienze comuniste e cristiane democratiche? È una cosa mai vista, perciò mai nata”
D: Però il Partito Democratico ha una classe dirigente, oppure no?
R: “In qualche modo si, certo, pure nelle periferie o realtà locali, persino loro hanno qualche buon personale politico, tranne che nella mia sventurata regione, dove il Segretario Regionale del PD (Partito Democratico), Nicola Irto, è un altro dei nominati in Parlamento: più che un politico di razza, mi sembra un ronzino al trotto. A fronte del suo aspetto, l’ho soprannominato D’Artagnan (e mi scuso con il personaggio di Dumas). Se ci penso bene, quest’altro abusivo delle istituzioni (Nicola Irto, per l’appunto), è come se fosse un ‘bambino baciato’: poca sostanza, anzi come da titolo di un film, sotto il vestito niente. E stia attenta, che di filmini (più o meno scollacciati), in Calabria, mi si dice che ne girino alcuni, di cui non mi interesso affatto. E ho detto tutto”.
D: Monsieur Speziali, lei ha citato l’ex Ministro Calenda, il quale in Italia è espressione di una aggregazione moderata che si chiama Azione, il cui riferimento internazionale è Renew Europe del Presidente Francese Emmanuel Macron. In questo rassemblemant c’è pure l’ex Premier del suo Paese, cioè Matteo Renzi Cosa pensa di entrambi?
R: “Guardi, Calenda sarà pure bravo sotto l’aspetto tecnico e non dubito che sia pure un’ottima persona, ma la politica è un’altra cosa. C’è un però, ovvero è disponibile per dare credibilità a quanto sta facendo, a liberarsi della gentaglia che le ho descritto, la quale rappresenta il nulla? Questa è la prova se vuole essere serio o no. Me lo auguro ancora prima che per lui o per questa aggregazione, soprattutto per l’Italia, altrimenti sarà un ennesimo ed effimero collocamento di scadente personale, per di più non politico. Invece, noi superstiti democristiani, ci stiamo riorganizzando, presentando tutti assieme, le liste comuni alle prossime regionali, dove si vota sia a Roma che a Milano, cioè nei territori più importanti d’Italia, sotto il simbolo glorioso che fu quello della Democrazia Cristiana. Poi -e solo poi!- potremo dialogare anche con Calenda, ma se ci sono condizioni di pari dignità, le quali al momento non sembrano esserci, in quanto ciò non viene percepito da misera gente come la Francesca Scarpato ed altri appartamenti a simili corti dei miracoli. Soprattutto, bisogna garantire, la buona politica, avere rispetto per gente che come me, come Cuffaro e Formigoni abbiamo i voti e il consenso (per di più dimostrati!). In ciò confido molto di più in Matteo Renzi, il quale viene dalla nostra stessa storia democristiana, ed è un vero politico, uno che le cose le capisce. Vedremo in futuro, perché noi, comunque, andiamo avanti, mi auguro pure con lui. Tra l’altro Renzi, ha un buon rapporto con il Libano, cosa importante, perché questo Paese è essenziale per gli equilibri arabo mediterranei, oltre ad essere caro alla Chiesa. Ad essa io mi rifaccio sempre, pur nella laicità della vita e della politica”.
D: Monseur Speziali, vedo che adesso ride, È vero?
R: “Certo, eccome. Penso di aver rovinato, ai miei avversari, il Capodanno e questo mi fa un piacere immenso. Le aggiungo un’ultima cosa e cioè un monito, in quanto, ricordo una frase che diceva sempre un mio compaesano (veniva pure lui da Bovalino), ed è stato “supervisore” dei Servizi italiani qui a Beirut, cioè il Generale Delfino, il quale sornione ripeteva “amico…sotto questo cielo”. Io aggiungo: quando gioco, gioco pesante e vinco. Sempre!”
Fonte della notizia: Traduzione integrale dell’articolo pubblicato sulla testata giornalistica Libanese Addiyar https://addiyar.com/article/2063501