Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, ed il Pubblico Ministero di turno hanno dato il via alle indagini al fine di accertare eventuali reati nella vicenda della donna morta per infarto a Villa San Giovanni. La donna è deceduta prima dell’arrivo dell’ambulanza chiamata da Salvatore Oriente, il medico di base che ha denunciato il fatto e che, insieme ad altri presenti, ha provato a salvarla. Stando alle dichiarazioni di Salvatore Oriente, il mezzo ha impiegato un’ora e mezza prima di raggiungere il luogo in cui si trovava la vittima e, una volta giunto sul posto, era privo di medico a bordo. Gli inquirenti intendono verificare se il SUEM 118 non abbia valutato bene la situazione oppure se all’origine dei fatti vi sia stata l’assenza di ambulanze e personale sanitario necessari per assicurare un pronto intervento. “Siamo tutti colpevoli di omicidio, istituzioni e cittadinanza”, scrive Salvatore Oriente al ministro della Salute Roberto Speranza e al Prefetto Massimo Mariani ma, nonostante la richiesta di un intervento da parte delle istituzioni, afferma di non aver ancora ricevuto risposte. Forti le parole di Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale, la quale ha espresso il suo parere sull’accaduto: “Ora basta, bisogna intervenire subito. Non si può assistere senza fare niente a questa mattanza quotidiana di persone che muoiono in attesa di un’ambulanza che non arriva mai e se arriva non ha il medico a bordo. Non è possibile vivere questi incubi nel 2021 perché mancano medici, mancano risorse. Basta risparmi sulla vita umana. I cittadini calabresi sono italiani e hanno diritto a avere lo stesso trattamento di tutti. Basta morti assurde”.
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