Dom. Ago 11th, 2024

La premier in Senato: “Per il piano previsti 5,5 miliardi di euro, missioni operative nelle prossime settimane. Non posso affrontare tema da sola, serve coinvolgimento Ue”

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Il vertice Italia-Africa disegna “un nuovo modello di cooperazione nel quale dobbiamo tutti credere – perché può funzionare solo se ci crediamo tutti insieme – fondato su fiducia e rispetto”. Così la premier Giorgia Meloni, chiudendo i lavori dell’incontro al Senato alla presenza dei rappresentanti di oltre 40 paesi africani coinvolti.

“Ritengo che questo vertice abbia raggiunto lo scopo che si era prefissato” cioè quello di “essere un momento di condivisione e dialogo”, ha detto ancora. La presidente del Consiglio ha poi sottolineato “l’interesse” delle nazioni africane coinvolte “verso la posizione italiana”. Per Meloni, dunque, il summit “è stato un successo”.

“Sono contenta – ha proseguito – di aver riscontrato la concreta volontà di immaginare e scrivere insieme una nuova pagina delle nostre relazioni, basata su una cooperazione tra pari e pari, lontana da quell’approccio predatorio che da troppo tempo ha caratterizzato i rapporti con l’Africa”.

“Sono molto soddisfatta del fatto che abbiamo trovato moltissimi punti di contatto. Siamo solo all’inizio, davanti a noi c’è un cammino molto lungo. Questa giornata è una ripartenza” perché segna “l’inizio di una stagione nuova”, ha detto al Senato la premier Giorgia Meloni, chiudendo i lavori del vertice Italia-Africa alla presenza dei rappresentanti di oltre 40 paesi africani coinvolti.

“Noi – ha aggiunto – vogliamo essere pragmatici ed estremamente concerti. Il Piano Mattei non è un piano di buone intenzioni ma di obiettivi concreti e realizzabili, che vanno verificati passo dopo passo”. Gli obiettivi del Piano “hanno bisogno di un cronoprogramma preciso e ben delineato. Questo metodo di lavoro – ha sottolineato Meloni – può fare la differenza”. “Non abbiamo una scatola chiusa da consegnare ma un’idea da condividere”, ha inoltre aggiunto la presidente del Consiglio nel corso del suo intervento.

Già nelle prossime settimane partiranno le missioni operative” del Piano Mattei “nelle diverse nazioni coinvolte, per capire come si possa allargare questa iniziativa”, ha poi annunciato. “Oggi abbiamo parlato dei primi progetti pilota del Piano – ha proseguito – ma credo che il perimetro della nostra collaborazione possa e debba essere molto più ampio”.

Il Piano Mattei per l’Africa, ha spiegato la presidente del Consiglio, rappresenta “un modello di cooperazione che vogliamo portare avanti con tutte le nazioni interessate a questo approccio” e costituisce “un cambio di paradigma nei rapporti con l’Africa. Siamo orgogliosi di aver gettato le basi di questo nuovo percorso. L’Africa continuerà a essere una delle priorità strategiche della politica estera italiana e sarà centrale nel corso della presidenza italiana del G7″, ha assicurato Meloni.

Con il vertice Italia-Africa “non volevamo semplicemente fare filosofia”, ha poi detto la premier al termine del summit. La presidente del Consiglio ha indicato “cinque prioritarie linee di intervento” su “alcune questioni strategiche”, ovvero “istruzione, salute, acqua, agricoltura, energia” e “trasversalmente, il tema infrastrutturale senza il quale è difficile realizzare il resto”, ha aggiunto.

La “questione energetica” è prioritaria nei rapporti tra Italia e Continente africano, per questo bisogna costruire “un partenariato vantaggioso per tutti e lo si deve fare con investimenti significativi, infrastrutture di collegamento e coinvolgendo l’Unione europea nel suo complesso. Non ho la pretesa di affrontare da sola la questione africana“, le parole di Meloni.

5,5 miliardi di euro per il Piano Mattei

Quella partita oggi è una “pagina nuova nelle nostre relazioni” pensiamo a una “collaborazione da pari a pari, lontana da una concezione predatoria o anche caritatevole”, aveva detto la premier oggi in Senato all’inizio del vertice. “‘Italia-Africa un ponte per crescere assieme’, recita il titolo di questo evento -aggiungeva la premier- un ponte che noi italiani possiamo costruire senza partire non da zero, un ponte che Enrico Mattei seppe immaginare”. Questo di oggi, aggiungvae, è “il primo appuntamento della presidenza italiana del G7” quanto si fa oggi “è il frutto di una politica estera precisa, che porta a riservare all’Africa un posto di onore nell’agenda del governo, vogliamo dimostrare che siamo consapevoli che il destino di Europa e Africa sia interconnesso”.

Il vertice ha dato il via al Piano Mattei, che, ha ricordato Meloni, “può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie“, di questi “circa 3 miliardi arriveranno dal fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo. Certo, non basta, per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni finanziarie e internazionali, le banche multilaterali di sviluppo, l’Unione europea a altri stati donatori che hanno già dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni”.

Meloni ricordava che “il Piano Mattei è un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano” che sarà poi allargato “seguendo una logica incrementale”.

Nel suo intervento, la presidente del Consiglio ha poi illustrato alcuni progetti che fanno parte del Piano a cui lavora il governo, tra questi un centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, progetti sull’istruzione in Tunisia, altri con focus sulla sanità in Costa d’Avorio, nonché progetti in Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya.

“Bisogna garantire il diritto a non dover essere costretti a emigrare”. “L’immigrazione illegale di massa non sarà mai fermata, i trafficanti di vite umane non saranno mai sconfitti se non si affrontano a monte le cause che spingono una persona ad abbandonare la propria casa”, ha ribadito la premier. “E’ esattamente quello che intendiamo fare: da una parte dichiarando guerra agli scafisti del terzo millennio e dall’altra lavorando per offrire ai popoli africani un’alternativa fatta di opportunità, lavoro, formazione e percorsi di migrazione legale”.

L’Africa è un continente che può e deve stupire, ma va messo in condizione di potere competere a armi pari“. “Come è stato detto fin dall’antichità dall’Africa sorge sempre qualcosa di nuovo. Ecco l’augurio che faccio a ognuno di noi. È che da questo vertice possa davvero nascere qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno si aspetta perfino qualcosa che in molti non avrebbero creduto possibile”, ha detto.

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