Mar. Lug 16th, 2024

Dall’endorsement pubblico del dem Callipo per Occhiuto alle cene dell’ex parlamentare forzista d’Ippolito con Oliverio. Così la politica si prepara ai prossimi appuntamenti elettorali

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Lo spettro del civismo si aggira per la Calabria. Il tempo dirà se si tratti di un problema o di un’opportunità. Per il momento, scomodando (ma non troppo) Baumann, si può dire che la situazione è liquida. Lo sono le logiche del consenso nell’era post-ideologica. Lo sono anche – lasciando stare i paroloni – le cene che si consumano in Calabria lungo la strada tortuosa che porterà alle Regionali del 2019. Uno dei retroscena localizza a Cosenza, davanti a un piatto di pasta e patate al forno (ara tieddra, per rispettare l’idioma) l’avvio dell’intesa tra Gianluca Callipo, sindaco dem (almeno fino a mercoledì) renziano di Pizzo, e Mario Occhiuto, collega che guida Cosenza e ambisce alla candidatura alla Regione. Endorsement più netto non ci poteva essere: «Ho fatto una scelta chiara e trasparente che parte dalla presa d’atto della delusione rispetto alla gestione del Governo regionale e del Pd calabrese, che io già temevo quattro anni fa quando, come candidato alle primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, evidenziai la necessità di cambiare metodi e modi di fare politica in Calabria», ha detto Callipo all’Ansa. Si gioca tutto sul filo della discontinuità: Oliverio non la rappresenta, dunque meglio Mario Occhiuto, pur se forzista e non (ancora) ufficialmente candidato. «Mi sento libero di fare le mie scelte, anche superando le divisioni partitiche e le scelte ideologiche per mettere al centro la capacità e la competenza dimostrate sul campo dalle singole persone. Mario Occhiuto ha dimostrato in questi anni di essere un esempio di buongoverno come sindaco della città di Cosenza. Io credo che replicare questo modello sul piano regionale possa rappresentare un’opportunità per la Calabria. Di conseguenza, se Mario Occhiuto sarà candidato alla presidenza della Regione, avrà il mio sostegno». Plaudono il senatore Giuseppe Mangialavori e il consigliere regionale Vincenzo Pasqua (transitato dalla lista “Oliverio presidente” a Forza Italia a legislatura in corso): «Diamo il benvenuto nel centrodestra a Gianluca Callipo, un sindaco ormai ex Pd che ha avuto il coraggio di cambiare direzione e di sconfessare pubblicamente l’operato del governatore Mario Oliverio».
Occhiuto raccoglie e rilancia: «La scelta di Gianluca Callipo di sostenere il mio appello a una Calabria che riparta dal sano civismo dei suoi territori mi onora sul piano personale e mi conforta per la prospettiva di un futuro che finalmente vede la nostra regione staccarsi con coraggio da vecchie logiche paralizzanti. Ho sempre apprezzato, e non è certo un segreto, il dinamismo concreto che il giovane sindaco di Pizzo ha portato anche alla guida di Anci Calabria. Le sue parole a sostegno del mio progetto testimoniano l’attivismo dei sindaci e il ruolo fondamentale che dovranno ricoprire sia i Comuni che le Province nelle prossime decisive scelte di questa regione. Gli amministratori locali hanno enormi responsabilità ma non gli strumenti adeguati né in termini di risorse finanziarie né riguardo al necessario supporto regionale per fronteggiare le tante emergenze registrate. Non possiamo più restare indietro, dobbiamo stringere da subito un’alleanza per la crescita sostenibile della Calabria con una visione ambiziosa che investa sui giovani e sul territorio. Si tratta di enormi responsabilità ma nel contempo di saper mettere in campo migliori competenze e risorse». Sembra una risposta indiretta all’adunata pro Oliverio di oltre 200 sindaci.
Dal Partito democratico – impegnato a fissare una data per il congresso regionale quando, probabilmente, i veri nodi da sciogliere sono altri – non arriva alcun commento.
Da Lamezia Terme, invece, – sempre per restare sullo spettro del civismo – arriva la notizia di una cena politica con ospiti “a sorpresa” anche per buona parte degli invitati. Location: la residenza dell’ex deputata di Forza Italia Ida d’Ippolito. Niente patate ara tieddra; finger food e buffet, con capannelli formati da imprenditori e professionisti in cui si discuteva delle prossime Regionali e delle amministrative che verranno nella città della Piana – ammesso che non si decida di prorogare il commissariamento. Ospite d’eccezione: il governatore Mario Oliverio, nei confronti del quale l’ex parlamentare – dal 1994 fino al 2013 nell’orbita del centrodestra – ha speso parole lusinghiere. Oliverio ha ringraziato e incassato. Poi il discorso è scivolato su temi locali, volti nuovi – vicini a d’Ippolito – da proiettare nell’orizzonte politico lametino, in orbita dem. Con un doppio appuntamento elettorale all’orizzonte le opportunità di accordi sono infinite. È la teoria delle “mani libere”: la stessa che ha ispirato la scelta di Tonino Scalzo ed Enzo Ciconte a Catanzaro. Una lista non collegata al Pd per contarsi, con il primo che – dicono i bene informati – è in rapporti più che cordiali con Franco Talarico, segretario regionale dell’Udc e candidato (sconfitto) del centrodestra all’uninominale di Reggio Calabria per la Camera. È tutto liquido, appunto: una volta si guardava al centro come tappa obbligata di passaggio da uno schieramento all’altro. Oggi, con il civismo, si fa prima e meglio. 

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