“Crespi sei un uomo fortunato, niente, niente, niente è più vantaggioso di una esclusione, di una censura”. Così, in un video sui social, è scritto in una nota, Vittorio Sgarbi si rivolge al regista Ambrogio Crespi che ha prodotto la pellicola “Terra mia, non è un Paese per santi”. Il docufilm, che con la partecipazione di Klaus Davi, testimoni di giustizia e simboli, denuncia la ‘ndrangheta e racconta la reazione di una comunità, è diventato un “caso” per la esclusione dal Festival di Venezia. Una esclusione dettata dall’eccessivo numero di film presentati. “Nulla è più bello, per un artista, della frase ‘il film è stato escluso’. La censura può essere politica, morale, estetica ma è sempre – sottolinea il critico – un vantaggio per chi fa il film”. Vittorio Sgarbi sarcasticamente aggiunge “ringrazio il direttore Barbera, uomo civile, ringrazio a nome di Crespi. Ringrazio il presidente Paolo Baratta che ha detto ‘la pellicola è interessante ma abbiamo problemi’. Lui un uomo all’antica, un amico”.
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