Un momento di convivialità si è trasformato in un dramma, consumatosi poche ore fa a Paola.
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Dalle prime indagini condotte dal PM Bruni risulta che le vittime siano morte a causa delle esalazioni tossiche provenienti dalla fermentazione del mosto, lavorato in un locale privato della città.
Il procuratore ha dichiarato che il magazzino non fosse provvisto di un ricambio d’aria adeguato che ne permettesse la corretta ventilazione. Il processo di fermentazione dell’uva prevede l’uso di gas come azoto e aragon per evitare l’ossidazione o l’anidride solforosa per conservare correttamente le caratteristiche del vino. Quando l’atmosfera delle cantine viene invasa da altri gas che, gradualmente, si sostituiscono all’ossigeno, si crea un ambiente estremamente pericolo per i lavoratori che, come in questo caso, rischiano di morire di asfissia.
Le vittime (tra cui padre e figlio) sono state ritrovate dai vigili del fuoco nel magazzino di loro proprietà: tre uomini deceduti nella vasca e uno nelle vicinanze, che probabilmente stava rispondendo alla richiesta di aiuto. Unica superstite una donna che ora è stata trasportata all’ospedale di Cosenza.
Maria Antonietta Reale | redazione@telemia.it