Mar. Lug 16th, 2024

Dall’Italia solo 2,5% sequenze su 5% richieste da Oms

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

L’Italia sta affrontando l’estate 2021 con uno scenario che per molti versi è simile a quello dell’estate 2020. Certamente i vaccini costituiscono una grande differenza, ma le analogie sono molte, osserva Ettore Domenico Capoluongo, ordinario di Biochimica clinica dell’Università Federico II di Napoli, principal investigator e membro della task Force Covid 19 del centro Ceinge- Biotecnologie avanzate. Secondo l’esperto il nostro Paese è inoltre ancora al 2,5% delle sequenze ottenute sul totale dei casi positivi: lontano dal garantire il 5% indicato da Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dei Centri Europei per il Controllo delle Malattie Ecdc). “Anche nell’estate 2020 – ha osservato – sembrava ci fosse una frenata nella diffusione del virus, ma le popolazioni si sono spostate per motivi turistici e a fine agosto c’è stato picco di nuovi casi, che in seguito si è scoperto dovuti alla variante Alfa”, come viene chiamata adesso la variante isolata in Gran Bretagna nel dicembre 2019 e che oggi in Italia costituisce circa l’80% del virus SarsCoV2 in circolazione. “Dopo il lockdown e le misure di contenimento adesso assistiamo a una ripresa del turiscmo e all’allentamento delle restrizioni e, con esse a un aumento esponenziale della variante Delta”, ha detto ancora Capoluongo. I virus risentono dell’ambiente in cui si trovano, dal numero di persone vaccinate al livello della temperatura, ma fare il tracciamento e ottenere le sequenze sono fra le contromisure fondamentali per arginare la circolazione del virus. “Più varianti presenti in uno stesso soggetto possono acquisire caratteristiche più virulente e maggiori capacità di trasmettersi”, ha osservato il biochimico. In questo momento moltissime nazioni, prime fra tutte la Gran Bretagna e la Germania, stanno ottenendo le sequenze del virus secondo le indicazioni di Oms e Ecdc, mentre l’Italia riesce a raggiungere il 2,5% di sequenze. “Raggiungere il 5% – ha concluso – è necessario per avere chiaro il livello di diffusione per evitare situazioni a macchia di leopardo, nelle quali diventa difficile individuare i focolai”.

Print Friendly, PDF & Email