Le opere d’arte sono la testimonianza della bellezza del Creato, quella bellezza suprema che trova la sua origine e il suo compimento in Dio
Continua....
(Papa Francesco I, La mia idea di arte, Mondadori 2015)
Progetto ideato da GIUSEPPE MANTELLA
Coordinamento del progetto
GIUSEPPE MANTELLA – DON FABRIZIO COTARDO- DON ANGELO FESTA
PREMESSA
Dal 17 luglio al 14 agosto 2017 si svolgerà presso la cittadella Vescovile di Gerace (RC), il II tirocinio formativo, Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri-Gerace 2017, parte integrante del Progetto di studio e restauro promosso da Sua Eccellenza Mons. Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, ideato da Giuseppe Mantella, coordinato insieme a don Fabrizio Cotardo e don Angelo Festa, in collaborazione con MiBACT (Segretariato Regionale della Calabria), Regione Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Comune di Gerace, al quale aderiscono per la collaborazione scientifica il Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il corso di Conservazione dell’Università di Trento e Verona, Facoltà di Lettere, Laurea Specialistica in “ Conservazione e Insegnamento restauro dei materiali” , ed il Dipartimento dei Beni Culturali, Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana ,
l’ Università di Napoli Federico II, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, , l’ Accademia di Belle Arti dell’ Aquila e il corso di formazione professionale di “ Collaboratore Restauratore dei Beni Culturali” di Reggio Calabria ,il cui obiettivo è promuovere la conoscenza, il recupero, il restauro, la conservazione e la restituzione, ove possibile, alla loro funzione, dei manufatti storico-artistici di interesse sacro e religioso, individuati come particolarmente bisognosi di attenzione all’interno del territorio della Diocesi di Locri-Gerace.
La Diocesi di Locri – Gerace, che si estende da Monasterace a Bruzzano nella provincia di Reggio Calabria, conserva all’interno delle proprie chiese e santuari opere di particolare rilievo sia dal punto di vista storico artistico che religioso. Si tratta di un patrimonio comune, poco noto e poco valorizzato, proprio per questo bisognoso di una maggiore attenzione che ne promuova la conoscenza, ne garantisca la protezione e, in alcuni casi, la sopravvivenza, per fini di pubblica fruizione.
Per i “beni culturali di interesse religioso”, il ruolo della fruizione assume spesso una valenza che si lega indissolubilmente alla pratica del culto, alla storia della chiesa, del suo popolo; ciò comporta che le istanze di salvaguardia non possano prescindere dalle pratiche devozionali e dal sentimento religioso che ne è parte integrante.
Sarebbe dunque auspicabile, nell’ambito della tutela dei beni culturali di interesse religioso, favorire un clima di fattiva collaborazione tra la Chiesa Cattolica e lo Stato, richiamando quanto esplicitamente affermato nell’Accordo concordatario del 1984 in riferimento «alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese», e ribadito nelle successive intese fra la conferenza dei Vescovi e lo Stato, fino al più recente accorso stipulato fra la CEI e il Ministero per i Beni le attività culturali, firmato a Roma nel gennaio del 2005.
Riconosciuta la rilevanza specifica di beni culturali di interesse ecclesiastico la programmazione degli interventi dovrà prevedere l’apporto di competenze diverse che precedano e affianchino le operazioni conservative, fornendo un quadro completo sulla storia, sulla composizione materica e sullo stato di fatto dei manufatti sui quali si intende intervenire.
Competenze diverse che possano armonizzarsi per fornire quella che Giuliano Volpe, archeologo, Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, definisce una visione olistica del “bene”; capace di “conciliare la preziosa e irrinunciabile specializzazione disciplinare con una moderna interdisciplinarità, sollecitando confronti, interazioni, integrazioni, in un continuo dialogo tra saperi umanistici e tecnico-scientifici, abbandonando definitivamente le forme esasperate dello specialismo disciplinare, settoriale e autoreferenziale, incapace non solo di comprendere fenomeni complessi, ma anche di far fronte alle sfide di una tutela non più solo difensivistica, limitata cioè ai (pur necessari) vincoli, ma capace di progettualità e di confronti propositivi con la società contemporanea”. Immaginando un approccio globale e integrato, che sia realmente interdisciplinare, si potrà affrontare la complessità degli interventi.
Sarà dunque opportuno, predisporre “strutture miste di ricerca, formazione, tutela e valorizzazione; coinvolgere nella pianificazione progettuale le università, con la collaborazione sistematica di docenti, ricercatori, tecnici e funzionari, con la condivisione di laboratori, biblioteche, strumentazioni, l’integrazione di competenze e di professionalità, a tutto vantaggio sia della formazione di elevate figure professionali, sia della ricerca e della sperimentazione sia della stessa tutela del patrimonio”.
In tale contesto, indispensabile diverrà l’apporto dell’università, luogo deputato alla ricerca, non solo nel predisporre programmi e metodologie, ma anche nel partecipare attivamente allo svolgimento delle operazioni di studio e approfondimento della conoscenza dei beni oggetto degli interventi che si intendono avviare. Una collaborazione che sarà tanto più proficua quanto più nella sua realizzazione verranno coinvolti, non solo professori e tecnici, ma anche le nuove generazioni che in quelle università si vanno formando. Si immagina infatti di predisporre una partecipazione fattiva e concreta degli studenti che diventino i protagonisti dei progetti conservativi nei quali potranno sperimentare e mettere concretamente alla prova le nozioni acquisite negli anni di studio. In questo modo l’operato delle strutture miste cui si è fatto riferimento, e che si intende predisporre per progetti di conservazione, potrà divenire anche luogo di formazione per giovani studiosi e ricercatori che, dal confronto e dall’integrazione fra le competenze diverse messe in campo, potranno accrescere il proprio percorso e maturare la propria esperienza.
Proprio per questo il progetto di seguito illustratosi prevede il coinvolgimento, insieme con gli enti preposti alla tutela – che, oltre a dettare le linee guida dei progetti e predisporre i piani di intervento, vigileranno sulla loro esecuzione materiale – anche di ditte private, la cui competenza nel campo del restauro sia comprovata da una pregressa e certificata esperienza. I giovani chiamati a partecipare, ciascuno nel proprio settore, potranno così trovarsi ad operare in un contesto concreto, nel quale potranno dialogare con entità diverse da cui apprendere modi e metodi di un corretto approccio al lavoro e contesti operativi reali grazie ai quali intessere eventuali rapporti professionali che potranno permettere loro, in un futuro che ci si auspica non troppo lontano, un più agevole e diretto ingresso nel mondo del lavoro.
Affinché il progetto che si intende avviare sia davvero di ampio respiro, il reclutamento dei giovani coinvolti nei diversi interventi dovrà rispecchiare la realtà attuale, attingendo ai più diversi contesti formativi nel campo della conservazione. Si prevede infatti che oltre agli studenti del Dipartimento Patrimonio, Architettura, Urbanistica (PAU) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria diretto dalla Professoressa Francesca Martorano , al corso di Conservazione dell’Università di Trento e Verona facoltà di lettere, laurea specialistica in conservazione; insegnamento restauro dei materiali, professore Sante Guido ed al Dipartimento dei Beni Culturali, Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana, professore Ottavio Bucarelli, afferenti alle diverse discipline già richiamate, debbano essere coinvolti nelle operazioni di studio e recupero anche igiovani iscritti alle Scuole per restauratori ed assistenti restauratori attive in Italia ed all’estero. A fronte di questa apertura, va per contro rimarcato il carattere identitario che si vuole dare all’iniziativa, evidenziando il valore della cultura locale e della tradizione artistica e religiosa del territorio in modo tale che sia proprio la Calabria e la Diocesi di Locri-Gerace con la sua specificità, a costituire carattere distintivo degli interventi: per questo si intende promuovere la pubblicazione di un Bando aperto anche ai giovani della Diocesi, il cui percorso formativo comprenda le discipline interessate, in modo tale che siano soprattutto le giovani generazioni locresi a prendersi cura della propria terra e della propria storia, facendosi carico di un recupero che, tra arte e cultura, divenga il luogo del loro riscatto.
IL PROGETTO
I laboratori verranno allestiti nei locali della cittadella vescovile di Gerace, le opere oggetto di studio e interventi conservativi sono stati individuati prendendo in considerazione il nord il centro e il sud la Diocesi stessa, con opere segnalate durante tutto l’anno dai parroci, esemplificativi della tipologia degli interventi possibili e ideale prototipo di un futuro piano integrato di recupero e manutenzione da attuarsi sul territorio con continuità.
Se gli enti preposti alla tutela – Soprintendenza e Diocesi – saranno chiamati a fornire indirizzi e direttive e successivamente a coordinare le fasi degli interventi, le Università forniranno il contributo di studenti e ricercatori specializzati e specializzandi nell’ambito storico-artistico e archivistico per le specifiche ricerche volte a ricostruire le vicende pregresse dei manufatti, nel campo dell’architettura e del restauro per rilievi grafici, ricostruzioni virtuali e analisi compositive, nel settore delle indagini diagnostiche mirate alla conservazione dei Beni culturali, per analisi qualitative e quantitative delle materie costituenti gli oggetti di intervento.
Mentre gli studenti delle scuole di restauro riconosciute in Italia ed all’estero, si occuperanno della messa in sicurezza delle opere prese in considerazione per il progetto Arte e Fede 2017, come anche gli studenti del corso di restauro delle Accademie di belle arti coinvolte.
Gerace. Cattedrale
Esternamente l’edificio appare come una fortificazione caratterizzata dall’alta e compatta parete di pietra calcarea, tuttavia gli elementi architettonici si fondono plasticamente in maniera coerente ed armonica. La chiesa venne innalzata nell’ultimo periodo bizantino e terminata in epoca normanna. Ha pianta basilicale a croce latina e terminazione triabsidata; l’interno è diviso in tre grandi navate da una doppia fila di colonne marmoree in stili diversi provenienti da templi e ville di età antica.
L’intervento previsto si concentrerà su centinaia di frammenti in marmi policromi degli altari barocchi, un tempo collocati all’interno del tempio e rimossi nel corso del XIX secolo perché considerati incongrui con le forme rigorose e spoglie della struttura romanica-normanna; abbandonati nel giardino del monastero dei cappuccini di Gerace, giaccionodimenticati da ormai moltissimi anni. Si intende oggi recuperare tali manufatti, proseguendo il faticoso e scientifico lavoro già realizzato su oltre 250 frammenti nel corso della edizione Arte e Fede 2016, per collocarli nel museo in fase di progettazione presso la stessa Cattedrale, quale significativa testimonianza della storia dell’edificio e delle diverse fasi attraversate con allestimenti e ornamentazioni legate al mutare del gusto nei secoli. La prima operazione che si è già compiuta, in previsione del cantiere da realizzare tra luglio ed agosto 2017, è stata l’individuazione e la ricognizione dei pezzi erratici presenti nel giardino al fine di valutare, con la massima approssimazione, la consistenza dei materiali da recuperare.
Per l’intervento sarà predisposto un laboratorio allestito in loco, dove verranno portati gli elementi marmorei che costituivano gli antichi altari per procedere quindi allo studio ed alla loro messa in sicurezza. La storia degli altari verrà indagata grazie alla competenza di ricercatori in campo storico archivistico, mentre altri allievi si occuperanno del rilievo grafico, digitale e 3D dei singoli pezzi per avere un quadro preciso ed esauriente delle parti da ricomporre, anche in modo virtuale, in previsione della loro ricollocazione museale.
Una particolare attenzione verrà data alla tecnica esecutiva degli intarsi marmorei che compongono le specchiature decorative delle mense liturgiche secondo la più tradizionaleornamentazione barocca. I singoli tasselli colorati erano infatti accostati in perfetti incastri a comporre ricchi disegni policromi a schema geometrico o disegno fitomorfo. Incollati con colofonia sono oggi in molti casi soggetti a collassamento con conseguente e paventato distacco; la ricognizione e la catalogazione dei singoli elementi delle antiche crustae marmoree si pone dunque come necessario e imprescindibile momento del progetto conservativo.
Saranno utili alla ricerca e alla redazione del progetto di restauro anche mirate indagini scientifiche volte a circostanziare nel dettaglio lo stato conservativo dei manufatti.Si procederà quindi alla loro messa in sicurezza, alle operazioni diconsolidamento e pulitura degli stessi, dopo una attenta analisi del loro stato di conservazione.
LE OPERE
Dopo un’attenta ricognizione eseguita in Diocesi e verificate le diverse criticità presenti su opere conservate nelle diverse chiese, si è deciso di prendere in considerazione, al fine di eseguire le operazioni di messa in sicurezza ed in alcuni casi di restauro, opere provenienti dalle chiese di:
Camini, chiesa di Santa Maria Assunta in cielo :
dipinto su tela del XVIII sec. raffigurante “Madonna del Rosario”, cm
dipinto su tela del XVIII sec. raffigurante “Immacolata Concezione”, cm
Siderno superiore, Chiesa di san Nicola
dipinto su tela del XVII sec. raffigurante Madonna del Lume,
Statua lignea XVIII raffigurante “Madonna della Purità”
2 Reliquiari del XVII sec in argento, un frammento di ostensorio del XVII sec.
Bianco: Chiesa matrice
Statua in marmo sec XVI, raffigurante “Santa Caterina di Alessandria”,
Dipinto su tela XVII sec, opera di Francesco Cozza “San Michele Arcangelo”
Stilo: Chiesa di san Francesco
Statua lignea raffigurante San Francesco di Paola opera attribuita a A. Testa XIX sec.
Crocifisso ligneo, opera del XVIII sec
2 Turiboli in argento XVII sec.
Sant’Ilario, Santuario di Sant’Ilario
Dipinto su tela attribuito a Francesco Cozza , XVII sec. “Madonna con Bambino”
Roccella Ionica: Chiesa Matrice
Reliquiario in argento XVIII sec. contenente le reliquie di San Vittore
Ostensorio in argento XVII sec.
Pisside in argento opera del XVIII sec
Platì: Chiesa matrice
Paramenti sacri XVIII sec.
Bombile
Statua in marmo raffigurante Madonna della Grotta, Gagini, XVI sec.
Gerace
Dipinto su tela raffigurante San Martino, opera del XVIII sec.
Frammenti marmi policromi, appartenenti agli altari settecenteschi della Cattedrale.
ENTI, ISTITUZIONI E PERSONE
Progetto ideato da: Giuseppe Mantella Restauro opere d’Arte
Coordinamento: Giuseppe Mantella, Don Fabrizio Cotardo, Don Angelo Festa.
Alta sorveglianza Soprintendenza SABAP RC-VV Calabria : Architetto Mariolina Reggio, Dottoressa Maria Cristina Schiavone .
PROMOTORI
Diocesi di Locri – Gerace
Sua Ecc.za Monsignor Francesco Oliva
Regione Calabria
Dott. Salvatore Bullotta
Segretariato Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria
Segretario Regionale Dott. Salvatore Patamia
Con il patrocinio di:
Università Mediterranea di Reggio Calabria– Dipartimento PAU
Dipartimento di Patrimonio, Architettura, Urbanistica(PAU) Prof.ssa Francesca Martorano e del Prof. Franco Prampolini
Università di Trento e Verona,
Il corso di conservazione L’Università di Trento facoltà di lettere laurea specialistica in conservazione; insegnamento: restauro dei materiali, Prof. Sante Guido.
Pontificia Università Gregoriana
Dipartimento dei Beni Culturali, Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana (Dott. Ottavio Bucarelli).
Università di Napoli Federico II
Accademia di Belle Arti di Napoli
Accademia di Belle Arti dell’ Aquila
corso di conservazione materiale lapideo
Corso di formazione professionale di “Collaboratore Restauratore dei Beni Culturali” di Reggio Calabria
Citta’ Metropolitana di Reggio Calabria
Architetto Francesca Neri
Comune di Gerace
Sindaco Giuseppe Pezzimenti
Giuseppe Mantella Restauro Opere d’Arte
Nella persona del titolare Dott. Giuseppe Mantella, con la collaborazione di Flavia Gazineo , Ilaria Maretta, Silvia Orsi, Laura Liquori,
CALENDARIO DEGLI INTERVENTI
GERACE | 17 luglio 2017- 14 agosto 2017 |
Un’estate tra Arte e Fede
nella Diocesi di Locri – Gerace
2017
Tutelare e valorizzare Beni Storico-Artistici attraverso un approccio multidisciplinare che coinvolga, ad ampio spettro, le competenze di specialisti nel settore del patrimonio culturale e le nuove generazioni di studiosi, promuovendo la condivisione del sapere.
Giovedì 6 luglio 2017, alle ore 18,30 presso la Cattedrale di Gerace, Sua Eccellenza Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri e Gerace presenzierà alla conferenza stampa indetta per la presentazione al pubblico del progetto di studio e restauro “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri – Gerace”.
Interverranno per illustrare l’iniziativa e le fasi esecutive:
Sua Eccellenza Mons. Francesco Oliva , Vescovo di Locri- Gerace ;
Mario Oliverio, Presidente Regione Calabria ;
Michele Di Bari, Prefetto di Reggio Calabria ;
Salvatore Patamia, Segretariato Regionale del MiBACT per la Calabria ;
Carmine Gesualdo, Capitano Nucleo Tutela Patrimonio Calabria ;
Giuseppe Falcomatà, Sindaco Città Metropolitana Reggio Calabria ;
Giuseppe Pezzimenti, Sindaco di Gerace ;
Giacomo Oliva, Direttore Museo Diocesano di Gerace ;
Giuseppe Mantella, Restauratore, Responsabile Progetto ;
Francesca Martorano, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Dip. PAU ;
Franco Prampolini, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Dip. PAU ;
Don Fabrizio Cotardo, Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali ;
Don Angelo Festa, Coordinatore Progetto .
L’iniziativa
Promosso dalla diocesi di Locri-Gerace, da un’idea di Giuseppe Mantella con don Fabrizio Cotardo e don Angelo Festa, il progetto “ Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri – Gerace ” si propone di coordinare competenze diverse per lo studio e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, istituendo un protocollo operativo, che potrà divenire il prototipo di un futuro piano integrato di recupero e manutenzione da “ esportare ” anche in altre realtà territoriali vicine o lontane.
La diocesi di Locri – Gerace, che si estende da Monasterace a Bruzzano nella provincia di Reggio Calabria, conserva all’interno delle proprie chiese e santuari opere di particolare rilievo sia dal punto di vista storico artistico che religioso. Si tratta di un patrimonio comune, spesso poco noto, che, tramite questa iniziativa, si vuole tutelare e far conoscere.
La programmazione degli interventi prevede l’apporto di competenze diverse che precedano e affianchino le operazioni conservative in una visione olistica del “ bene ”; capace di “ conciliare la preziosa e irrinunciabile specializzazione disciplinare con una moderna interdisciplinarità ”. La complessità degli interventi sarà dunque affrontata con un approccio globale e integrato, che sia realmente interdisciplinare in modo da ricostruire un quadro completo sulla storia, sulla composizione materica e sullo stato di conservazione delle opere da restaurare.
In un clima di fattiva collaborazione tra la Chiesa Cattolica – la Diocesi di Locri-Gerace – e lo Stato – con la Soprintendenza competente per territorio -, enti proprietari e preposti alla tutela avranno il compito di dettare le linee guida degli interventi e predisporre i piani esecutivi, oltre che vigilare sulla loro esecuzione materiale. Il progetto prevede inoltre l’apporto di alcune prestigiose Università -il Dipartimento Patrimonio, Architettura, Urbanistica (PAU) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, parteciperà attivamente nella formulazione del programma di ricerca per le indagini diagnostiche, e che sarà presente con propri tutor, incaricati di seguire gli studenti nella fase operativa; le attività di rilievo geometrico e la modellazione 3D, saranno eseguite su progetto del prof. Franco Prampolini, il corso di Conservazione dell’Università di Trento e Verona, Facoltà di Lettere, Laurea Specialistica in “ Conservazione e Insegnamento restauro dei materiali” , professore Sante Guido ed al Dipartimento dei Beni Culturali, Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana, professore Ottavio Bucarelli, ’ Università di Napoli Federico II e l’ Accademia di Belle Arti dell’ Aquila, l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Il coordinamento degli interventi in sede di cantiere e nei laboratori appositamente allestiti in loco, sarà affidato alla ditta Giuseppe Mantella Restauro Opere d’Arte con la collaborazione di Flavia Gazineo, Ilaria Maretta, Silvia Orsi, Laura Liquori, che garantiranno una costante e diretta supervisione del progetto, in modo da organizzare quotidianamente le attività in ogni fase esecutiva e seguire da vicino l’operato dei giovani partecipanti, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio della provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia. .
Protagonisti dell’iniziativa, infatti, saranno le giovani generazioni chiamate a formare un gruppo di lavoro che sarà luogo di confronto concreto e integrazione fra competenze diverse, dove ciascuno – ingegneri, architetti, storici dell’arte, diagnosti e restauratori – potrà fornire il proprio contributo ed accrescere il proprio percorso formativo, professionale e umano. Studenti universitari provenienti da tutta Italia, tra i quali gli allievi del corso di “ Collaboratore Restauratore dei Beni Culturali” istituito dalla Ex Provincia di Reggio Calabria (oggi Città Metropolitana), e giovani professionisti della Diocesi di Locri-Gerace, primi depositari della cultura e della tradizione artistica e religiosa del territorio che si intende promuovere, saranno impegnati nelle operazioni di studio e recupero del nostro patrimonio nei mesi di luglio e agosto.
Il progetto
I laboratori verranno allestiti nei locali della cittadella vescovile di Gerace, le opere oggetto di studio e interventi conservativi sono stati individuati prendendo in considerazione il nord, il centro e il sud della Diocesi stessa, con opere segnalate durante tutto l’anno dai parroci, esemplificativi della tipologia degli interventi possibili e ideale prototipo di un futuro piano integrato di recupero e manutenzione da attuarsi sul territorio con continuità. L’intervento previsto si concentrerà su centinaia di frammenti in marmi policromi degli altari barocchi, un tempo collocati all’interno del tempio e rimossi nel corso del XIX secolo perché considerati incongrui con le forme rigorose e spoglie della struttura romanica-normanna; abbandonati nel giardino del monastero dei cappuccini di Gerace, giacciono dimenticati da ormai moltissimi anni. Si intende oggi recuperare tali manufatti, proseguendo il faticoso e scientifico lavoro già realizzato su oltre 250 frammenti nel corso della edizione Arte e Fede 2016, per collocarli nel museo in fase di progettazione presso la stessa Cattedrale, quale significativa testimonianza della storia dell’edificio e delle diverse fasi attraversate con allestimenti e ornamentazioni legate al mutare del gusto nei secoli. La prima operazione che si è già compiuta, in previsione del cantiere da realizzare tra luglio ed agosto 2017, è stata l’individuazione e la ricognizione dei pezzi erratici presenti nel giardino al fine di valutare, con la massima approssimazione, la consistenza dei materiali da recuperare. Allo studio delle vicende storiche e conservative e all’individuazione e la ricognizione dei pezzi erratici, seguirà il rilievo grafico, digitale e 3D utile per l’anastilosi virtuale e l’eventuale ricomposizione delle mense eucaristiche e del pergamo in vista di una loro collocazione futura in ambito museale. Si tratta di un intervento particolarmente delicato per la frammentazione degli elementi e la precaria condizione delle tarsie marmoree policrome delle specchiature decorative che andranno messe in sicurezza per evitarne il distacco.
Nella sede di Gerace, negli spazi del laboratorio allestito in loco, si procederà all’esecuzione dell’intervento conservativo di alcune opere provenienti da Camini, chiesa di Santa Maria Assunta in cielo due dipinti su tela del XVIII sec. raffigurante “Madonna del Rosario” e “Immacolata Concezione”; da Siderno superiore, Chiesa di san Nicola un dipinto su tela del XVII sec. raffigurante “Madonna del Lume”, una statua lignea del XVIII sec. raffigurante “Madonna della Purità”, due reliquiari del XVII sec in argento ed un frammento di ostensorio del XVII sec; da Bianco, Chiesa matrice una statua in marmo del sec XVI, raffigurante“Santa Caterina di Alessandria” ed un dipinto su tela del XVII sec, opera di Francesco Cozza “ San Michele Arcangelo”; da Stilo, Chiesa di san Francesco una statua lignea raffigurante San Francesco di Paola opera attribuita ad Arcangelo Testa XIX sec., Chiesa di San Domenico un Crocifisso ligneo , opera del XVIII sec e due turiboli in argento XVII sec. ; da Sant’Ilario, Santuario di Sant’ Ilario un dipinto su tela attribuito a Francesco Cozza , XVII sec. “ Madonna con Bambino”; da Roccella Ionica, Chiesa Matrice un reliquiario in argento XVIII sec. contenente le reliquie di San Vittore, un ostensorio in argento XVII sec. ed un pisside in argento opera del XVIII sec; da Platì, Chiesa matrice i paramenti sacri XVIII sec. da Gerace un dipinto su tela raffigurante San Martino, opera del XVIII sec.
Sarà allestito un laboratorio di indagine e restauro realizzato in modo tale da rendere visibili le attività che vi si svolgeranno: un vero e proprio “cantiere aperto” che coinvolgerà cittadini, turisti e devoti nel processo conservativo di questo prezioso patrimonio comune.
Informazioni
Il progetto si svolgerà in due turni con il seguente calendario:
Gerace 17 Luglio – 31Luglio 2017
Gerace 01 Agosto – 14 Agosto 2017
Alta sorveglianza
Per la Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio della Calabria
Architetto Mariolina Reggio, Dottoressa Maria Cristina Schiavone .
Indagini diagnostiche e rilievo
Per il Dipartimento di Patrimonio, Architettura, Urbanistica – PAU – dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
Prof. Franco Prampolini, Prof.essa Francesca Martorano.
Coordinamento di cantiere e delle operazioni di restauro
Giuseppe Mantella Restauro Opere d’Arte con Flavia Gazineo, Ilaria Maretta, Silvia Orsi, Laura Liquori
Ospitalità e il supporto logistico
Seminario vescovile “San Luigi” e Casa San Luigi
don Nicola Commisso Meleca .
Contatti
Giuseppe Mantella. Tel. +39 347 1557784 – Mail: mantellag@yahoo.it
don Angelo Festa.Tel. +39 348 5988303 – Mail: andromeda998@email.it