Dom. Lug 28th, 2024

L’attore premio Oscar si è rivelato al grande pubblico anche come cantante e performer d’eccezione, salendo sul palco del Politeama

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Doveva essere un evento e lo è stato: Russell Crowe, con la sua band Indoor Garden Party, ha dato fuoco alle polveri di un concerto al fulmicotone al Teatro Politeama di Catanzaro. L’attore premio Oscar si è rivelato al grande pubblico anche come cantante e performer d’eccezione, salendo sul palco per il live speciale promosso in occasione del ventesimo Magna Graecia Film Festival, creato da Gianvito Casadonte.

Calabria e Crowe, amore a prima vista

Il rapporto tra Crowe e la Calabria si è rivelato forte sin da subito, quando, già nei giorni passati, tramite i social, l’attore aveva espresso parole di stupore ed entusiasmo per la location che ospiterà lo show: “Un luogo fantastico, un’incredibile impresa di architettura, un gioiello assoluto nella corona della Calabria. Il mondo dovrebbe vedere la Calabria, la Calabria è bella”. Davanti ad una platea strapiena e desiderosa di vedere il divo calcare la scena, ad aprire il concerto si è presentata la vocalist Lorraine O’Really, che accompagna anche Crowe nel suo progetto musicale.

Una serata indimenticabile

L’artista si è cimentato in alcuni brani di chiara matrice folk irlandese, scaldando un pubblico sempre più ansioso. Dopo questo interessante antipasto, un intro evocativo e pieno di pathos, che sembrava riecheggiare l’incipit del film “Il Gladiatore”, con la visione di Massimo Decimo Meridio che accarezza le spighe di grano, immerge gli astanti in un’atmosfera onirica, che diviene presto sulfurea con l’ingresso di Crowe e della sua band, i quali senza perdersi in fronzoli, si immergono in una rappresentazione western del country americano che omaggia il mitico cantautore Willie Nelson. La musica americana, dagli Appalachi ai confini del Messico, viene suonata e vissuta, in un turbinio di sanguigno rock che cita gruppi come i 16 Horsepower o i Woven hand, dispiegando un immaginario fil rouge che unisce la Calabria con il Texas. In tutto questo, la voce calda e roca di Crowe scava solchi in un’immaginaria distesa desertica, in cui il controcanto della O’Really e del coro offrono la giusta dose di melodia ed energia. Ma le origini dell’attore non vengono dimenticate e sulla scena irrompe il genio dell’australiano Nick Cave, omaggiato con “Into my arms”, a svelare il lato più intimista della band, che tocca il proprio apice riproponendo il più bel pezzo dei Dire Straits, quel “Romeo And Juliet” che finisce per strappare sincere lacrime anche al burbero attore neozelandese.

Un aneddoto divertente e una splendida chiusura

Il rapporto tra l’attore ed il pubblico calabrese si sublima in un siparietto, in cui Crowe racconta una storia di vita vissuta durante la sua attività di attore, nella quale rischiò di avere gravi conseguenze durante una scena girata con una vera tarantola che gli camminava sul corpo. E’ un attimo di rilassatezza che viene accolto dal pubblico divertito di un Politeama entusiasta, poco prima che le danze si riaprano ancora più trascinanti, tanto che le persone, invitate dallo stesso Crowe ad alzarsi, si scatenano in una danza blues che dai sobborghi di New Orleans arriva fino alle follie ritmiche degli ZZ Top. La chiusura con un ispiratissimo “Folsom Prison Blues” di sua maestà Johnny Cash segna la fine di una serata che ha portato al teatro di Catanzaro una ventata di rock e tanta adrenalina.

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