Il procuratore capo della DDA di Catanzaro Nicola Gratteri e lo scrittore Antonio Nicaso saranno ospiti del programma televisivo di Telemia “Calabria Sud” in onda mercoledi alle ore 21.30. Il programma condotto da Giuseppe Mazzaferro, analizzerà la nuova opera di Gratteri e Nicaso “Ossigeno Illegale” come le mafie approfitteranno dell’emergenza Covid-19 per radicarsi nel territorio italiano. Diversi gli interventi previsti durante la diretta, tra gli altri, collegato da Roma il giornalista Santo Strati direttore di Calabria.Live il quotidiano più letto dai calabresi nel mondo, e il sociologo e giornalista Francesco Rao. La presenza in trasmissione del dott. Gratteri sarà occasione per trattare gli ultimi colpi inferti dallo stato alla criminalità organizzata calabrese. L’appuntamento può essere seguito oltre che sul canale 85 del digitale terrestre di Telemia per l’intera regione Calabria, anche in diretta streaming in tutto il mondo tramite il sito www.telemia.it oppure sulla pagina facebook di Telemia.
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Come le mafie approfitteranno dell’emergenza Covid-19 per radicarsi nel territorio italiano.
«Il racconto di Ossigeno illegale si snoda ripercorrendo decine di episodi noti e meno noti di infiltrazione mafiosa nel mondo della politica, dell’economia e della finanza. E proiettandosi su un possibile scenario futuro: “In un contesto dominato da una crisi senza precedenti, piccole e medie imprese rischiano di diventare un potenziale affare per la criminalità mafiosa a prezzi di saldo”. Un pericolo che non si ferma all’Italia, avvertono Gratteri e Nicaso» – Giovanni Bianconi, Corriere della Sera
I corsi e i ricorsi della storia ci insegnano che le mafie da sempre sfruttano eventi drammatici e crisi per incrementare il proprio giro di affari, dall’epidemia di colera che nell’Ottocento decimò la popolazione di Palermo e Napoli, fino ai più recenti terremoti da cui l’Italia si sta ancora rialzando. L’attuale emergenza economico-sanitaria innescata dall’epidemia da Covid-19 rappresenta quindi per le mafie un’occasione: oggi come ieri, ma con metodi sempre più sofisticati, cercheranno di trarne vantaggio usando la corruzione per infiltrarsi nelle tante increspature dell’economia legale e soprattutto della politica. Secondo l’Istat, già nel giugno 2020 il 38 per cento delle aziende italiane segnalava rischi di sostenibilità della propria attività, mentre il 51,5 per cento prevedeva di avere problemi di liquidità entro la fine dell’anno. Le uniche «aziende» a non aver risentito minimamente della crisi, come rivelano i dati forniti dal ministero dell’Interno, sono proprio le mafie. Anzi, tra marzo e luglio 2020, i reati ascrivibili a organizzazioni criminali sono sensibilmente aumentati rispetto allo stesso periodo del 2019, toccando un picco del +17 per cento per quanto riguarda il riciclaggio e il reimpiego dei capitali. «Le mafie sono sempre state considerate un problema di ordine pubblico, da contrastare con manette e sentenze» osservano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso. «Purtroppo, sono ben altro e andrebbero combattute anche sul piano culturale, sociale ed economico.» È questo lo snodo centrale su cui Gratteri e Nicaso insistono, perché «sono in molti a essere avvezzi alla logica della corruzione, ovvero a quella forma di “ossigeno illegale” che altera le regole del mercato e stravolge i principi della democrazia». Per fermare questo scandaloso e letale fenomeno, che non riguarda soltanto il nostro Paese ma è ormai di portata globale, è necessario proporre riforme e leggi più incisive, condivise dall’intera Europa, che possano finalmente liberarci «da quelle ambigue articolazioni di potere dedite alla propria conservazione, pronte a saccheggiare qualsiasi risorsa calpestando ogni cosa, anche la pietà».