Dom. Set 1st, 2024
Un movimento che può svilupparsi intorno al Parco d’Aspromonte
Occorre ovviamente un progetto istituzionale che non rimanga ancorato al solito “mordi e fuggi”
 

Turismo ambientale: perché non pensare seriamente, esaurita la fase acuta dell’emergenza coronavirus, di sfruttarlo seriamente? È innegabile che grazie al Parco Nazionale d’Aspromonte, il territorio offra variegate possibilità in questa direzione. E anche grazie alla presenza delle guide ufficiali del Parco esiste la grande possibilità di valorizzare, promuovere e far conoscere le montagne e l’immenso patrimonio naturalistico e culturale da esse custodito. Sono in molti a credere che anche il turismo debba trovare, soprattutto adesso, strade alternative alle solite, e quindi puntare con forza sulle aree protette, e che possa così diventare anche una strategia per il rilancio economico del territorio.

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Il turismo ambientale, soprattutto nelle aree dei Parchi, potrebbe rappresentare un settore importante del movimento turistico e, a breve e medio termine, servirebbe anche ad aiutare professionisti e operatori turistici delle montagne calabresi. Ma non solo. Sarebbe anche una buona opportunità per riscoprire i territori, investire nel turismo lento, nell’impresa verde e contribuire a rilanciare un settore che già da molti anni era in crescita e stimolava l’attenzione di molta gente. Non era il turismo dei grandi numeri ma con una seria programmazione potrebbe diventarlo, perché le potenzialità esistenti sono enormi. E non bisogna, poi, dimenticare la salubrità che si porta appresso questo tipo di turismo e il benessere che potrebbe dare, quindi, agli appassionati di quello che ormai comunemente viene chiamato il “Green New Deal” del turismo calabrese.

Ovviamente per garantire un successo che non rimanga ancorato al solito “mordi e fuggi” sarebbe opportuno e necessario creare un “progetto” di turismo ambientale con percorsi opportunamente condivisi che trovino la compartecipazione istituzionale degli enti e dei soggetti interessati oltre che dei cittadini. In questo modo il coinvolgimento di tutti darebbe serie garanzie di successo e servirebbe a portare veramente alla valorizzazione del patrimonio naturalistico.

Un obiettivo quest’ultimo che è anche del Coordinamento delle guide del Parco Calabria che sarebbero certamente attori e protagonisti dei percorsi naturalistici che andrebbero ad essere individuati e che dovrebbero essere, anche, opportunamente corredati dalle tradizioni gastronomiche locali che sono particolarmente apprezzate dai visitatori. Ciò in modo che il “circuito” vada anche a favorire la valorizzazione delle produzioni locali, in particolare di quelle biologiche. In questo modo valorizzare il turismo ambientale significherebbe non solo valorizzare il territorio, ma anche il singolo prodotto, la cultura alimentare dell’area e quindi recuperare e trasmettere odori e sapori del territorio. Insomma anche servizi collaterali di promozione, commercializzazione che unitamente all’innata accoglienza, portano economia e posti di lavoro sul territorio.

ARISTIDE BAVA

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