Mar. Ago 20th, 2024

L’architetto toscano Angelo Renna propone un’alternativa ecosostenibile al Ponte sullo Stretto: un tunnel sommerso a 50 metri di profondità, riducendo l’impatto ambientale e preservando l’ecosistema.

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Il dibattito sull’infrastruttura per collegare la Calabria e la Sicilia si arricchisce di una nuova prospettiva. L’architetto toscano Angelo Renna, 39 anni, ha proposto un’idea che sfida la visione tradizionale del Ponte sullo Stretto, puntando su un tunnel sottomarino come soluzione innovativa. La sua proposta, già condivisa su Artribune, va oltre una semplice provocazione: Renna immagina un tunnel di 6 chilometri, immerso a circa 50 metri di profondità, per ridurre l’impatto sull’habitat marino e l’ambiente circostante. Questa struttura offrirebbe corsie su due livelli per treni, automobili e biciclette, inserendosi nel panorama in modo discreto e senza alterare il paesaggio.

La visione di Renna si ispira ai cosiddetti “Submerged Floating Tunnel” o ponti di Archimede, con un design pensato per minimizzare l’interferenza con il traffico marittimo. Il tunnel sarebbe inoltre collegato a isole artificiali galleggianti, che non richiederebbero ancoraggi al fondale marino e offrirebbero nuovi spazi per la nidificazione degli uccelli e la creazione di habitat per la fauna marina. Le corsie destinate al traffico sarebbero arricchite dalla presenza di terrari con piante e alberi, contribuendo a migliorare la qualità dell’attraversamento.

Renna è convinto che questa soluzione sia non solo realizzabile, ma anche auspicabile, soprattutto se confrontata con simili progetti realizzati all’estero. Secondo l’architetto, un approccio come questo permetterebbe di superare la polarizzazione del dibattito, spostando l’attenzione su una strategia progettuale più attenta alla fragilità del territorio. “Non più un semplice sì o no al ponte,” afferma Renna, “ma una riflessione sulla sismicità locale, sull’ecosistema marino e sull’impatto economico di un’infrastruttura così grande.”

Nonostante il progetto del ponte a campata unica sia già a uno stadio avanzato, Renna intende sottoporre la sua proposta agli organismi competenti, aprendo un dialogo su soluzioni più sostenibili. Questa non è la prima volta che si parla di un collegamento sottomarino tra Calabria e Sicilia: già nel 1969 l’ingegnere Alain Grant aveva ipotizzato un ponte sommerso, anche se con un maggiore impatto ambientale.

La proposta di Renna si distingue, invece, per la sua attenzione all’ambiente e alla riduzione degli espropri, confinando l’area di cantiere al solo demanio. In un contesto di discussioni spesso rigide tra favorevoli e contrari al Ponte sullo Stretto, la sua visione riesce a riaprire un dibattito necessario sulla sostenibilità e il rispetto per il territorio.

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