La parlamentare calabrese del Pd e il suo collega pugliese dietro il blitz nella manovra anti-Flixbus che favorisce le società locali. Nel collegio sindacale di una di queste siedono il marito e il cognato della deputata
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«È la vittoria delle lobby parlamentari di Puglia e Calabria», si lascia scappare più di un deputato ora che la manovra è stata approvata alla Camera. Cosa è successo? Che nella manovrina è stato inserito un emendamento che blocca l’attività dei bus low cost di Flixbus. Un secondo blitz contro la multinazionale del trasporto, dopo quello contenuto nel Milleproroghe che sembrava disinnescato dal governo.
Le avvisaglie di uno sgambetto si erano avute nei giorni precedenti perché tra gli emendamenti ammessi alla discussione in commissione Bilancio, ce n’era uno “anti-Flixbus”, firmato dalla deputata renziana Stefania Covello. Quest’ultima è cosentina come alcune delle aziende rivali di Flixbus, tra cui Simet, che è stata acquisita da Ferrovie per creare un nuovo operatore del trasporto del gomma. C’è un altro particolare che rende ancora più singolare la vicenda: uno dei componenti del collegio sindacale di Simet è Andrea Di Donna, commercialista cosentino e marito della parlamentare Covello. Presidente di quel collegio sindacale è Luca Di Donna, fratello di Andrea e quindi cognato di Covello.
In ogni caso, il mistero resta. Già, perché l’emendamento inizialmente proposto da Covello è sparito per poi essere riassorbito da un altro firmato dalla deputata pugliese dem Liliana Ventricelli. Inizialmente la proposta riguardava tutt’altro, ma dopo una confusa e agitata riunione di maggioranza, è stato riformulato su invito del presidente della commissione Francesco Boccia. Il contenuto era talmente diverso che Ventricelli, assente al momento della riformulazione, l’indomani non ne ha riconosciuto la paternità. In effetti il testo è identico al vecchio emendamento anti Flixbus approvato e poi abrogato. Ventricelli, la deputata Pd che quell’emendamento lo ha firmato, non ci sta a passare una nemica della concorrenza: «Il mio testo riguardava tutt’altro, più garanzie per i lavoratori», ha spiegato a Repubblica. E aggiunge che la modifica è una iniziativa del relatore della manovrina, il collega del Pd Mauro Guerra: «Lo ha riformulato e portato in commissione a mia insaputa, al momento non ho avuto spiegazioni». Versione che confligge con quella data durante la discussione dal presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia, secondo cui la relatrice aveva «accettato la riformulazione».
Il pasticcio che si è consumato sui trasporti ha comunque mandato su tutte le furie Matteo Renzi: «Il Pd non vuole fare chiudere Flixbus, la mia posizione, al di là di emendamenti parlamentari su cui non sono d’accordo, è di pieno sostegno per chi viene in Italia per portare elementi di concorrenza». Insomma, una piena sconfessione della linea Covello-Boccia. Per la parlamentare cosentina è un’altra sonora bocciatura dopo la mancata riconferma nella segreteria nazionale del partito.