Lun. Ago 12th, 2024

Ci sono anche alcuni rappresentanti di note cosche calabresi tra gli arrestati nell’operazione ‘Baluardo’ condotta dalla Guardia di Finanza di Savona e di Genova

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Ci sono anche alcuni rappresentanti di note cosche di ‘ndrangheta tra gli arrestati durante l’operazione ‘Baluardo‘ condotta dalla Guardia di Finanza di Savona e di Genova. Si tratta di Alessandro Morabito, 44 anni, Alessandro Pronestì, 49 anni, Mario Palamara, 54 anni, considerato elemento di spicco della ‘ndrangheta, latitante a lungo, arrestato in Spagna l’11 ottobre 2022 e estradato in Italia.

E ancora i fratelli Domenico e Giovanni Roccadoro, 37 e 38 anni, savonesi come sono savonesi Christian Di Staso, 43 anni, Francesco Abela, 44 anni, Roberto Adinolfi, 46 anni, Alessandro Folchi, 31 anni, Cristian Abate, 44 anni. Sono stati arrestati anche Carmine Insolito, 63 anni, di Caivano (Napoli) ma residente da tempo nel savonese, i cittadini albanesi Nik Dauti, 44 anni, Nerdojan Hoxha, 30 anni, Shllegaj Saimir 37 anni e Shllegaj Engli, 33 anni e infine Luca Rinaldi, 26 anni di Sanremo. Una diciassettesima persona è latitante.

Traffico di rilevanti quantitativi di droga

L’operazione della Guardia di Finanza di Savona e di Genova, ha portato all’esecuzione di diciassette misure cautelari nei confronti di altrettante persone, 13 di nazionalità italiana, 4 di nazionalità albanese. Dieci degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere operativa sin dal luglio 2019 ed operativa nella provincia di Savona, finalizzata all’acquisto, importazione (dal Sud America), trasporto, detenzione e vendita di cocaina e hashish.

L’organizzazione era dotata di magazzini al cui interno collocare i carichi di stupefacenti, di mezzi per gli spostamenti e per il trasporto della sostanza stupefacente in particolare di autovetture dotate di “doppio fondo”. E ancora di strumenti per comunicare tra loro (telefoni cellulari criptati, collegati a server collocati in Francia), utilizzati da alcuni componenti della associazione anche all’interno della casa circondariale dove si trovavano detenuti per comunicare con l’esterno (in particolare uno di questi si faceva latore di messaggi finalizzati a dissuadere gli altri associati che venissero arrestati dal collaborare con la giustizia).

porto vado ligure guardia finanza

In base a quanto accertato nel corso delle indagini l’associazione criminale forniva ad altre organizzazioni ingenti quantitativi di stupefacenti che venivano spediti via nave in Italia, con destinazione il Porto di Vado Ligure, un servizio di recupero e distribuzione dei carichi di droga. Inoltre, assicurava il pagamento delle spese legali dei componenti della associazione o di quanti lavoravano per questa tratti in arresto e al sostentamento delle famiglie di questi e si avvaleva di un sodale, dipendente di una società di Trasporto di merci e pacchi operante all’interno del porto di Vado Ligure (risultata totalmente estranea alle vicende oggetto della presente indagine) con mansioni di gruista, che forniva informazioni sulla posizione dei container in cui erano occultati i carichi di cocaina provenienti dal Sud-America sbarcati al Porto di Vado Ligure, anche spostandoli all’interno dell’area portuale in caso di necessità, allo scopo di agevolare le fasi di recupero dello stupefacente dai container per conto dell’organizzazione.

Un concorrente esterno (Mario Palamara), durante la sua latitanza procurava ingenti carichi di cocaina provenienti dal Sudamerica ed approdati presso il porto di Vado Ligure: in particolare agevolava la spedizione di 84 panetti di cocaina di cui 69 venivano recuperati all’interno di un container frigo presso l’area portuale di Vado Ligure il 17.3.2020.

L’organizzazione criminale inoltre si era attivata per avviare una ditta di importazione di frutta dal Sud America da utilizzare per la spedizione di cocaina all’interno di carichi di copertura. Agli indagati sono altresì contestati altri 42 episodi di acquisto, detenzione e cessione, nonché di importazione dal Sud America di ingenti quantitativi di cocaina (oltre 180 kg), hashish (oltre 40 kg), marijuana (oltre 70 kg) e due tentativi di importare ed acquistare oltre 200 kg di cocaina e 300 kg di hashish.

Le indagini sono state avviate in seguito ad una serie di recuperi tra il 2019 e il 2020, di quantitativi di stupefacente pari a oltre 180 kg di cocaina nel porto di Vado Ligure (rivelatosi essere stato individuato dai componenti della organizzazione come struttura di approdo e smistamento dello stupefacente), occultati in container trasportati dalle navi provenienti dal Sud America e destinati ad essere ridistribuiti in varie località.

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