Lun. Lug 1st, 2024

Le parole di Papa Francesco e la reazione del Garante per l’Infanzia della Calabria alla controversa nomina ecclesiastica

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È con le parole di Papa Francesco, che ho risposto ad un’intervista rilasciata a Il Dispaccio.it sulla nomina, a Reggio Calabria, di un sacerdote prescritto per reati di pedofilia ad amministratore parrocchiale: “Una mostruosità gli abusi sessuali da parte del clero. Un prete – ha detto testualmente il Pontefice – non può continuare a essere prete se è un molestatore. Non può. Perché sia malato o un criminale, non lo so. Il sacerdote esiste per dirigere gli uomini a Dio e non per distruggere gli uomini in nome di Dio. Tolleranza zero. E deve continuare a essere così”: è quanto riporta il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, in relazione alla nomina, da parte dell’arcivescovo Fortunato Morrone, di don Carmelo Perrello ad amministratore di una parrocchia in città.

“Nella giornata di ieri sono stato rincorso da voci insistenti e preoccupate – spiega il Garante – ed onestamente non ero al corrente della vicenda di questo sacerdote. Mi sono documentato e proprio sulla testata diretta da Claudio Cordova ho trovato tantissimo materiale, per cui ho deciso di sentirlo, ne era anch’egli al corrente e mi ha chiesto una intervista, dove ho messo in rilievo che se in realtà si tratta di un reato prescritto e non assolto la differenza è abissale”.

“Io devo pensare ed agire con le leggi del Paese in cui esercito il mio mandato – ha dichiarato Marziale a Il Dispaccio.it – ed assoluzione significa che lo Stato ti ha indagato e non ha trovato elementi per condannarti. Diversa è la prescrizione, che in diritto penale determina l’estinzione, e non già l’assoluzione, di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo”, ravvisando che la preoccupazione di una tale nomina è duplice: “Intanto pregressa, perché il dolore cagionato alle vittime è incancellabile. Attraversano l’inferno per riconciliarsi con le proprie esistenze violate e non lo superano mai del tutto. E poi, attuale, nel senso che una parrocchia è società frequentata da bambini e adolescenti, dunque, la fonte di preoccupazione risiede nel pericolo che il reato possa essere reiterato”.

Nel corso dell’intervista, il Garante ricorda un suo recente incontro con Papa Francesco: “Gli ho detto che nutrivo molta speranza nei suoi pronunciamenti sulla tolleranza zero rispetto ai preti abusanti e che nel mio libro Katapontismós, proprio sulla pedofilia, lo sottolineo. Mi ha ringraziato e mi ha detto che lo avrebbe letto. Io sono cresciuto in Chiesa, alla Gioventù Francescana, all’Azione Cattolica, e non mi sono mai imbattuto in sacerdoti del genere. Una sola volta venni a sapere di un sacerdote che avevo conosciuto in adolescenza e che in seguito avrebbe abusato di una ragazzina. Venne allontanato in altra diocesi fuori regione, dopo almeno un decennio è tornato in Calabria, e tutte le volte che l’ho rivisto ho pensato a quanti sacerdoti moralmente sani vengano messi in cattiva luce da simili soggetti. È anche per tutelare loro che bisognerebbe spretare i pedofili”.

“Mi pongo in un duplice atteggiamento – conclude così Marziale – se il Papa è al corrente di ciò che accade nelle parrocchie, allora sono enormemente deluso. Ma, se il Papa non è informato mi dico deluso da chi dovrebbe informarlo e non lo fa, cioè coloro i quali, titolari di diocesi, fanno le nomine, i vescovi”.

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