Mar. Lug 16th, 2024

L’aspirante eurodeputato e l’ex presidente di Coldiretti coppia fissa nel tour per le Europee e, in prospettiva, alle Regionali. Manovre sovraniste, trattative con gli alleati e predominio sul territorio: cosa si muove tra i salviniani di Calabria

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È il tandem Vincenzo Sofo-Pietro Molinaro (la foto sopra è tratta dal profilo facebook di Molinaro) che, testa alta e petto in fuori, prova a farsi largo nella Lega calabrese. I due, non è un mistero, fanno coppia fissa fin dalle elezioni europee. Insieme, accompagnati da Marion Le Pen (compagna di Sofo), hanno battuto in lungo e in largo l’alto Tirreno cosentino a caccia di voti la scorsa primavera. È dalla costa tirrenica che provano a “prendersi” il partito da nord a sud (della Calabria s’intende). In quel fazzoletto di terra, uomini di loro fiducia tengono salde le redini del Carroccio, ma fare breccia nel Lametino e anche nella città di Cosenza non è un’impresa semplice. L’ex presidente della Coldiretti, insieme al fondatore del think tank “Il Talebano”, non demordono e adesso sono concentrati sulle prossime elezioni regionali. 
Il nome del primo è in ballo da diversi mesi, non è un mistero, ma la Lega in queste settimane sta valutando se ha numeri e forza per tentare di sbaragliare la concorrenza in solitaria oppure se dare un contributo in una coalizione (di centrodestra ma che ammicchi anche al civismo). È un’idea che stuzzica in primis Salvini che dal palco del teatro Morelli di Cosenza lo ha ricordato più volte, ma in questa fase la scalata solitaria verso il successo interesserebbe anche il gruppo dei “sofiani” che nel frattempo si allarga e porta avanti l’ipotesi del dare fiducia a chi non ha mai governato. «Il massimo – ha detto Salvini – sarebbe una candidatura indipendente, libera, nuova, che nasce dai territori e non viene imposta da questo o da quel partito. Lavoriamo, abbiamo ancora un po’ di tempo». 
Il profilo di Salvini calza a pennello per entrambi. Calabresi, più verace, Molinaro; da avi nativi nella provincia di Reggio Calabria poi emigrati al nord Vincenzo Sofo. Soddisfano il collaudato motto sovranista “la Calabria ai calabresi”. Il territorio non lo hanno abbandonato, tutt’altro, le truppe al seguito assiepate nelle poltrone di velluto del teatro cosentino hanno fatto sentire calore e vicinanza al “Capitano” che conosce il legame tra i due e lo preserva. 
È un orticello da coltivare quello perimetrato da Sofo e Molinaro perché l’ex candidato al parlamento europeo, in attesa di uno scranno a Bruxelles risolta la questione della Brexit, rappresenta un ottimo passepartout per la porta sovranista europea. Al citofono di quel portone c’è il nome di Marine Le Pen, zia di Marion, e l’ex numero uno del Viminale non vuole perdere il canale prioritario. A Salvini, in fin dei conti, interessa più il governo centrale che il governo regionale della Calabria. Per queste ragioni benedirebbe senza dubbio una candidatura di Vincenzo Sofo a presidente della regione che una volta sistematosi a Bruxelles cederebbe il testimone a Pietro Molinaro. Il tutto chiaramente da incastonare in tempi accettabili, in primis, quelli dettati dalla legge per presentare le candidature e le liste a sostegno del candidato presidente. Mettere fine all’attesa spasmodica di un nome dai ranghi leghisti permetterebbe ai dirigenti del partito di sondare gli animi calabresi, elaborare i primi sondaggi e nel caso decidere la strategia migliore. In poche parole, un candidato indipendente per giocare al rialzo. Tenere nel limbo il centrodestra e chi ha già avanzato candidature, rimanendo comunque pronti al ribaltone finale e a eventuali accordi. E in questa ipotesi, il tandem Sofo-Molinaro potrebbe sistemarsi così: il primo a Bruxelles e reduce da una battaglia elettorale in Calabria, il secondo con in tasca l’accordo di ruoli di primo piano nella futura giunta (ovviamente nell’ipotesi in cui vinca il centrodestra) oltre ai manager di partecipate dalla Regione Calabria. Tutto in divenire, è ovvio. Spetta sempre a Salvini l’ultima e decisiva parola che però, suggeriscono ben informati, di Calabria pare si sia occupato soltanto nelle scorse ore. (m.presta@corrierecal.it)

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