Mar. Lug 16th, 2024

L’ex presidente di Palazzo Campanella si dimette insieme al suo “delfino” Cardamone. Sullo sfondo le tensioni con Mangiavalori (e Occhiuto). Il suo addio si abbatte su un centrodestra allo sbando a…

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«La storia di chi fa politica sul campo, per passione e per militanza, è fatta di scelte in grado di imprimere una svolta, a volte dolorosa e necessaria, e aprire nuovi percorsi. Forza Italia è stata la nostra seconda casa per tantissimi anni, un progetto che per una lunga fase, sia a livello nazionale che locale, è stato in grado di coadiuvare le migliori risorse e di rappresentare un punto di riferimento identitario ben preciso per tutta l’area del centrodestra». Lo affermano in una nota Domenico Tallini e Ivan Cardamone, coordinatori provinciale e cittadino di Forza Italia.
«È stata una stagione vincente che ha visto Catanzaro interpretare un ruolo di primo piano – proseguono – conquistando e consolidando un consenso sempre più crescente, sia tra gli elettori che tra i militanti, che in Forza Italia riconoscevano un modello politico ed organizzativo vincente. Abbiamo avuto l’opportunità di assolvere al meglio al ruolo di coordinatori sul territorio, contribuendo ai successi elettorali maturati nell’arco di numerose consiliature nell’ambito del Comune, della Provincia e della Regione Calabria».
«Negli ultimi tempi gli scenari sulla gestione regionale del partito sono, purtroppo, mutati rispetto sia alla linea che era stata impressa dalla precedente gestione regionale che ai canoni nazionali che lo stesso presidente Berlusconi ha sempre voluto come principi ispiratori di Forza Italia – sottolineano Tallini e Cardamone – un partito liberale e garantista proiettato a governare un Paese come l’Italia. Tutto ciò ha determinato inevitabili ricadute negative sul partito regionale di Forza Italia creando destabilizzazione e incomprensione politica e, nonostante ciò, abbiamo continuato a svolgere in maniera attiva la nostra missione rispondendo con lealtà e senso di responsabilità ai ruoli ricoperti. Una situazione, questa, che si è prolungata per troppo tempo, arrivando oggi a non essere più sostenibile. Registriamo che non sussistono più le condizioni per proseguire il nostro percorso con Forza Italia – precisano ancora – consapevoli di aver dato il massimo fino alla fine e, al tempo stesso, considerando la forza attrattiva e propulsiva creata sul territorio e nelle istituzioni. Una decisione che riteniamo, dunque, necessaria ed improcrastinabile, per ragioni prettamente politiche. Oggi si chiude un percorso che lascia il segno e che ha scritto la storia politica e amministrativa nella nostra città, provincia e regione. In questo momento storico difficile e complesso, che richiede uno sforzo straordinario da parte dei partiti nel rivedere la propria vocazione – concludono Domenico Tallini e Ivan Cardamone – riteniamo che sia opportuno che le nuove formazioni emergenti, di area liberale ed ispirate all’europeismo, si diano una riorganizzazione per far ritornare la Politica nelle istituzioni e tra la gente».

Il braccio di ferro con i vertici regionali di Forza Italia

Le dimissioni di Tallini erano in realtà nell’aria già da alcuni giorni, ma in ogni caso configurano un terremoto all’interno di Forza Italia, considerando che l’addio di un big qual è il politico catanzarese non potrà non avere effetti. Del resto da tempo la coabitazione tra Tallini e i vertici regionali di Forza Italia, rappresentati dal coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e anche – spiegano fonti accreditate del centrodestra – dal governatore Roberto Occhiuto, si era fatta praticamente impossibile. Insomma, un clima completamente diverso da quello che Tallini aveva vissuto con la leadership di Jole Santelli, cementato anche con la sua nomina a presidente del Consiglio regionale.
Il coinvolgimento di Tallini nell’operazione della Dda di Catanzaro “Farmabusiness” ha completamente mutato gli equilibri all’interno di Forza Italia, come si è potuto vedere all’ago della composizione della lista di Forza Italia nella circoscrizione centrale per le Regionali dell’ottobre scorso, con Mangialavori a sostenere Michele Comito e Valeria Fedele, eletti poi in Consiglio regionale, e Tallini invece attestato – secondo fonti accreditate – su Antonello Talerico e Silvia Parente, che hanno poi presentato ricorso contro i due eletti aggiungendo tensione ad altra tensione.
Il braccio di ferro si è poi proiettato sulle trattative per la scelta del candidata sindaco di Catanzaro, con Tallini che è rientrato sulla scena dopo l’assoluzione in “Farmabusiness”, assoluzione peraltro però da alcuni plenipotenziari di Forza Italia con dichiarazioni piuttosto “burocratiche”: chi ha partecipato ad alcune interpartitiche per le Amministrative del capoluogo racconta della evidente spaccatura tra Tallini e l’area Mangiavalori, anche qui attestati su binari diversi e persino i contrapposti. Ora Tallini potrà giocare “a mani libere” la partita delle Comunali – c’è chi sussurra che starebbe addirittura meditando di candidarsi al Consiglio comunale – e questo, per molti osservatori politici, in realtà potrebbe essere un ulteriore elemento disgregante del centrodestra, già alle prese con una gravissima impasse nella scelta del candidato sindaco per il dopo Abramo quater. E non manca, nella coalizione catanzarese, chi prevede che lo strappo talliniano da Forza Italia possa ulteriormente alimentare la fuga dalla coalizione verso Valerio Donato, candidato sindaco ex Pd ormai sostenuto da molte aree di centrodestra ma ai ferri corti con Tallini. 

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