Dopo l’ultima tragedia sfiorata nella tendopoli di San Ferdinando, un incendio che ha distrutto 13 baracche, la notte di San Silvestro, lasciando senza un tetto più di 40 migranti ha fatto scattare l’ennesima indignazione del sindaco di base Usb, quello più combattivo e più vicino ai migranti della bidonville della Piana. “È la riprova che una vergogna come il ghetto di San Ferdinando – ammoniscono quelli dell’Usb – deve al più presto essere superata, dando risposte strutturali alle richieste di casa e dignità di chi in quell’inferno ci vive”.
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“Un ghetto però non si cancella sostituendo le tende ai containers o fornendo qualche servizio in più al fine di dare l’effimera illusione di migliorare le condizioni di vita di chi ci vive dentro: Come Unione Sindacale di Base – sostengono – ci siamo opposti e ci opporremo all’idea di nuovi campi e abbiamo salutato con favore le decisioni, figlie anche delle nostre proposte di puntare sull’inserimento abitativo diffuso, attraverso l’apertura di un Fondo di garanzia da parte della Regione per i proprietari che intendono concedere le case in affitto e l’investimento, sempre da parte della Regione, di risorse finanziarie per l’eventuale ristrutturazione di beni confiscati o del patrimonio pubblico, da destinare a uso abitativo”.
“Case sfitte e beni confiscati disponibili ci sonoe pure in gran quantità- precisa l’usb -. Bisogna proseguire sulla strada indicata da quel Tavolo – aggiungono – censendo al più presto beni confiscati e patrimonio pubblico disponibile da una parte, indicando gli step necessari per l’istituzione del Fondo di Garanzia per gli affitti dall’altra”.
“Come USB – sottolineano – facciamo appello quindi a tutte le istituzioni, per le loro competenze, a procedere celermente verso questa direzione e alla Prefettura in particolare chiediamo anche di convocare al più presto un nuovo incontro del Tavolo permanente, in modo da fare un punto sullo stato di avanzamento di questo percorso”.
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