Lun. Ago 12th, 2024

Guerriglia tra maggioranza e minoranza a Taurianova dopo una decisione del sindaco Fabio Scionti che riguarda un debito da pagare a un privato cittadino. Ci sta una sentenza del Tar che invita l’ente a pagare. E una gran confusione da parte della maggioranza consiliare. Dopo aver fatto approvare a luglio una ipotesi di bilancio riequilibrato che includeva tra i debiti dell’ente anche quello citato dal TAR (circa 700 mila euro), il sindaco ha deciso  che quella posta in bilancio doveva essere tolta e passata nel dissesto, visto che il comune, in questo momento,  è in stato di dichiarato dissesto finanziario.  Un consiglio comunale ne ha sancito l’ufficialità del passaggio. Ma a questa punto arriva una levata di scudi da parte dell’opposizione in particolare dei consiglieri Stella Morabito e Filippo Lazzaro. Per i due, che sono anche legali, la maggioranza guidata da Scionti si “accinge  a commettere un falso in bilancio”, e la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice “configura – spiegano – una condotta penalmente rilevante ai sensi dell’art. 388 del codice penale”.

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Dopo pochissimi giorni dalla seduta consiliare della scorsa settimana, “forse illuminato sulla via di Damasco” sostengono i due consiglieri di minoranza, fa il passo indietro riconoscendo di aver fatto una “frittata” e riconvocando un nuovo consiglio comunale  per revocare la contestata delibera approvata nello scorso assise comunale. Un “dietro-front” che non è passato inosservato a Lazzaro e Morabito che attaccano a testa bassa. “Forse – ribadiscono sarcasticamente – il ministero dell’Interno lo ha richiamato chiedendogli di revocare la variazione? O forse un “mea culpa” per non avere consultato preventivamente gli avvocati che l’ente paga in convenzione”. Nel frattempo, un consiglio è andato a vuoto per l’assenza dei consiglieri di maggioranza e due di loro, nel precedente, quando è stata approvata la delibera della discordia hanno votato contro. Ora un nuovo consiglio ha stabilito il passaggio del primo cittadino, come si dice in questi casi, da “Canossa” col capo cosparso di cenere.

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