Mar. Nov 19th, 2024

Stanze luminose, pareti verdi, quadri e disegni appesi ai muri, arredo moderno, e sala d’attesa accessoriata. Sono i nuovi locali del Centro di Salute Mentale e del Centro Diurno, appena inaugurati in via Sottotenente Notaro (Colle S. Antonio).

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Taglio del nastro, in presenza dei vertici dell’Asp, di comitati, associazioni, pazienti e famiglie. Un’attesa durata 14 anni, quella del trasferimento del Csm, prima attivo nel secondo piano della Saub, distretto sanitario di Lamezia Terme, che fa ben sperare in tema di nuovi servizi. Nel centro diurno, infatti, partiranno presto corsi di cucina, per poi avviare un tirocinio formativo. In fondo, fra i due corridoi, anche una sala con giochi, libri, e pennarelli.

L’ex ospedale della città si prepara quindi a nuova vita, e nonostante la forte carenza di personale in un ambito complesso la dottoressa Rosina Manfredi, direttrice del CSM è fiduciosa. “Nel 2020 la depressione sarà la seconda causa determinante disabilità – afferma – su alcune riviste si legge che nei prossimi anni in Calabria verranno meno 93 psichiatri. Oggi registriamo un volume di 30 mila prestazioni l’anno, crediamo in una cultura psichiatrica innovativa, con attività multidisciplinari, guardando all’integrazione e al terzo settore”.

Presenti, inoltre, il dottor Giuseppe Fico, Commissario Straordinario Asp Catanzaro, la dottoressa Amalia De Luca, Direttore Sanitario Asp Catanzaro, il dottor Thomas Schael, Sub commissario sanità regionale. Il dibattito si è subito spostato sul rafforzamento dei servizi della extra ospedalizzazione, spesso dimenticata. “Dobbiamo deospedalizzare la sanità calabrese – afferma Thomas Schael – dare continuità all’assistenza, quindi ben venga il centro diurno. Vorremmo concentrare l’attenzione su tutto ciò che è extra ospedaliero, perché dovrebbe essere più importante della parte ospedaliera”.

È d’accordo anche Amalia De Luca, la quale lanciando ulteriori campanelli d’allarme ha posto l’accento sull’accessibilità dei servizi, ma anche sulle tante risposte da fornire ai pazienti di fronte una crescita rilevante della malattia. “È importante chiedere alla struttura commissariale nuove risorse umane, con la quota 100 il numero di dipendenti può ancora diminuire”.

Un rapporto insostituibile, quello fra medico e paziente, che se portato avanti con cura e costanza può condurre a buoni risultati. “Lanciamo un messaggio di speranza: tutte le malattie mentali sono oggi curabili” – dice verso la conclusione il signor Gaetano, rappresentante dell’associazione Itaca.