Il comizio di Giorgia Meloni a Cagliari è destinato a far discutere. Non solo per il contestatore che è riuscito a salire sul palco con una bandiera arcobaleno, con il video che ha fatto il giro d’Italia e la leader del centrodestra che ha accettato il confronto, enfatizzando il momento e condividendolo sui suoi social, con tanto di complimenti successivi ai fatti tra lei e il manifestante. Ma a Cagliari ci sono stati anche diversi momenti di tensione tra le forze dell’ordine e altri manifestanti, arrivati nel capoluogo sardo per contestare la leader di Fratelli d’Italia. I video che circolano sui social mostrano gli scontri che si sono consumati durante il comizio. C’erano anche i ragazzi dell’associazione indipendentista A innantis!, che hanno spiegato di essere lì per “un’idea di Sardegna basata sull’indipendenza nazionale dei sardi e su una visione di società alternativa alla destra, una società in cui sono garantiti i diritti di ognuno di noi”. Sono stati loro stessi a riprendere quanto accaduto e denunciarlo con un lungo post sui social: “Stasera siamo scesi in Piazza del Carmine insieme a tanti altri coetanei, indipendentisti e attivisti per i diritti civili, durante il comizio di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia – hanno scritto – La nostra intenzione era presenziare in maniera pacifica, contro una politica che nei confronti dei sardi non ha alcun interesse se non quello dello sfruttamento”.
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Il racconto dei manifestanti
“Non appena la bandiera arborense è stata sventolata, gli agenti della polizia ci hanno bloccati, spiegandoci che ‘per rispetto della democrazia’ la contestazione era vietata. L’Italia si proclama tanto un Paese democratico e garante della libertà d’espressione, tuttavia oggi è stato dimostrato ben altro verso chi desiderava esprimere in modo pacifico il proprio dissenso, specialmente minorenni – hanno continuato i ragazzi – La risposta ai cori di alcuni ragazzi, è stata la violazione dei diritti umani e della democrazia: cariche e calci da parte della Guardia di Finanza contro i ragazzi lì presenti, con l’aggiunta di due arresti“. “Siamo stati allontanati dalla scena e più volte ci è stato richiesto di abbassare la bandiera arborense ‘per motivi di sicurezza’ mentre sotto il palco decine di tricolori (con aste ben più grosse e lunghe) sventolavano incessantemente – hanno aggiunto – Anche oggi abbiamo assistito a come il dissenso pacifico contro il politico italiano di turno è problematico, ma è lecito prendere a calci e nascondere i simboli di libertà di indipendentisti e attivisti. Tutto questo mentre in piazza per bocca della Meloni si parlava di sicurezza e migranti importati per volontà misteriose. Mentre da un lato la Nazione sarda protestava pacificamente, dall’altro l’Italia ha espresso la sua forza repressiva. Per chi crede che i sardi siano liberi sotto il governo italiano eccovi una prova che così non è”.