Sab. Ago 10th, 2024

Cresce il numero di immatricolati che sceglie Atenei del Centro-nord per completare la propria formazione. Un numero che negli ultimi anni è in forte incremento. Ad incidere nella scelta la possibilità di trovare un futuro altrove

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C’è un fenomeno silente che prosegue imperterrito e che, anzi, negli anni sta registrando una nuova impennata. Un flusso che impoverisce il territorio e ne condiziona anche il futuro prossimo: l’emigrazione di cervelli in formazione. Sono sempre di più gli studenti calabresi che, terminato il loro ciclo di formazione alle superiori, decidono di iscriversi negli Atenei del Centro-nord.
Stando all’ultimo report Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), considerando solo l’ultimo anno oltre quattromila ragazzi hanno percorso questa strada che li ha portati lontani dalla regione.
Un dato che da solo pone la Calabria al terzo posto assoluto per l’esodo di matricole, subito dopo Puglia e Sicilia. Una scelta che spesso si tramuta nel primo passo verso l’abbandono definitivo della propria terra, con evidenti ricadute in termini di impoverimento culturale della Calabria.

DATI IN CRESCITA Il fenomeno dell’emigrazione dei cervelli in formazione è tutt’altro che marginale e nel tempo sta anche crescendo in maniera direttamente proporzionale all’andamento socio-economico del territorio. Segno che sempre più giovani del sud Italia non scommettono sul futuro della propria regione. E i calabresi non fanno eccezione a questa tesi. Anzi.
I dati raccolti dagli analisti dell’Anvur in questo senso sono impietosi. Dimostrano in modo lampante come la corsa ad Atenei soprattutto del Centro-nord da parte dei studenti meridionali sia cresciuta negli anni. Così se nel biennio 2007-2008 la quota di quanti avevano deciso di immatricolarsi nelle università lontane dal luogo di residenza era pari al 18% nell’ultima rilevazione sale al 22%.
Un dato che dice quindi che quasi un quarto della popolazione studentesca abbandona ormai il Sud. Fungendo così da moltiplicatore del divario che si andrà a formare nel futuro prossimo delle regioni del Mezzogiorno, ovviamente Calabria compresa.

LA FORBICE E sono le mete a cui ambiscono gli studenti l’indicatore maggiormente rappresentativo del divario che si sta via via alimentando in tema di formazione e dunque di futuro tra territori italiani. Questo genere di mobilità infatti sta premiando per lo più le regioni del Nord e del Centro. Il dato che spicca indica che è il Piemonte la meta più ambita tra gli studenti che abbandonano le regioni del Sud per studiare altrove. Se nel biennio 2007-2008 il flusso di immatricolati provenienti dal Sud era pari al 12% nell’ultima rilevazione – riferita al biennio 2015-2016 – il tasso di studenti che hanno deciso di iscriversi negli Atenei piemontesi è salito al 26 per cento. Ma sono cresciuti i dati delle università della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Veneto che hanno accolto immatricolati del Mezzogiorno.

IL FUTURO ALTROVE E quel che inquieta maggiormente sono i motivi di questo vero e proprio esodo dalla Calabria e dalle regioni del Sud. Stando a quanto riportato dagli analisti dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ad incidere sulla scelta non è tanto la valutazione della qualità della formazione offerta dalle università quanto il contesto dove sorge l’Ateneo. Le sedi del Centro nord sarebbero dunque preferite per il tessuto economico che li circonda e che dunque consentirebbero un inserimento più rapido nel mondo del lavoro. Un terreno sul quale la Calabria come altre regioni del Sud uscirebbe sconfitta già in partenza. Un gap enorme non facilmente colmabile e che suona come una campana a morte per le generazioni future. In altre parole l’aspettativa futura delle giovani menti di trovare altrove un futuro.

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