Mer. Lug 17th, 2024

Giuseppina Cappelli vive nella capitale svedese insieme al marito. Che aspetta di tornare a casa dopo l’allarme scattato in seguito all’attentato. Il presunto terrorista alla guida del camion ha ucciso quattro persone. Dodici i feriti. «Una tragedia»

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«Questo è un choc culturale per Stoccolma. È una città tranquilla che accoglie i rifugiati. L’aggressività non le appartiene, qui non la concepiscono. Non ci si aspettava una tragedia del genere. Siamo sconvolti». Giuseppina Cappelli, 43 anni, originaria di Lamezia Terme, attende che suo marito rientri dal lavoro. Lui, di origine toscana, è amministratore delegato in una multinazionale e con i suoi dipendenti aspetta che cessi l’allarme dell’attentato che nelle ultime ore ha sconvolto la città. Un camion per il movimento terra ha investito alcuni passanti nel centro di Stoccolma: il bilancio provvisorio è di quattro morti e dodici feriti. Intorno alle 15, nei pressi di un centro commerciale all’incrocio con la strada pedonale più frequentata della capitale svedese. Un attentato in stile Nizza o Londra. Un brivido per una città pacifica che ha messo subito in atto le misure di sicurezza.
«Mio marito, insieme a tutti i lavoratori che si trovano in centro – spiega Giuseppina -, è bloccato in ufficio. Vede, a Stoccolma ci si sposta molto a piedi, si viaggia con i mezzi di trasporto. In questo momento è tutto fermo. L’attentato è avvenuto non lontano dalla stazione centrale dove si trova anche la fermata della metro, ed è avvenuto in coincidenza con l’uscita dei bambini da scuola. Alcune mie amiche, dopo aver preso i bambini si sono rifugiate in casa di vicini o amici».
La sparatoria di cui si è parlato e che pare sia seguita all’attentato del camion non è stata ancora confermata dalle autorità. Ma per sicurezza si evita di camminare per strada. Chiusi, racconta Giuseppina, ristoranti, cinema, evacuato il centro commerciale attaccato e anche uno più distante. E mentre si attende che le autorità ripristinino il normale scorrere delle attività e che i lavoratori tornino a casa, Giuseppina Cappelli non trattiene lo scoramento per quello che ha travolto la città che l’ha accolta da un anno. «È una situazione molto triste», dice. Stoccolma è una città internazionale e tranquilla. Oggi è triste e sotto choc.

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