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Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – Per sapere – premesso che:
in provincia di Reggio Calabria, oggi Città Metropolitana, la ex Cassa per il Mezzogiorno ha realizzato tre dighe: Metramo, Menta e Lordo; 
quella sul Menta, completata nel 1998, a quota di 900 slm, volume d’invaso di 18 milioni di mc, destinata all’approvvigionamento idropotabile della Citta di Reggio Calabria e del suo hinterland;
quella sul Metramo, completata nel 1998, volume d’invaso di oltre 25 milioni di mc, utilizzata per usi plurimi. E’ la seconda in Europa per altezza (900 slm) tra le dighe in “materiali sciolti”;
quella sul torrente Lordo, a quota di 50 slm, completata nel 1993, volume d’invaso di 10 milioni di mc, realizzata per soddisfare le esigenze irrigue della fascia costiera della Locride, costata centocinquanta miliardi di lire;
le necessità idropotabili dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria dovrebbero essere integrate anche attraverso il prelievo dall’invaso della diga Alaco, in provincia di Vibo, a quota di 900 slm, con un volume d’invaso di 16 milioni di mc, per usi esclusivamente potabili, completata nel 2001;
nonostante lo sforzo finanziario sostenuto dallo Stato la situazione degli invasi ad oggi è la seguente:
– il Menta non può essere utilizzato perché manca il collegato alle condotte adduttrici;
– per il Metramo esiste solo la galleria di derivazione ma mancano le condotte di adduzione;
– l’Alaco è completo di impianto di potabilizzazione e di adduttori, ma ad oggi non è stato possibile invasarlo;
l’unico invaso che è stato possibile utilizzare, anche se in forma parziale e per un certo periodo, è stato quello del Lordo. Il collaudo tecnico-amministrativo è stato effettuato nel 1997, mentre il collaudo statico risulta essere in corso;
nelle more del collaudo statico la diga ha funzionato in esercizio provvisorio ed ha assicurato l’irrigazione di una notevole estensione di terreni, assolvendo così alla sua funzione, oltre a migliorare indirettamente l’approvvigionamento potabile;
l’esercizio provvisorio, per problemi tecnici, è stato sospeso nel 2013 e a tutt’oggi l’invaso non è utilizzato, con notevoli danni per la già debole agricoltura;
per un utilizzo anche minimo, con invaso parziale, occorrerebbero circa 800.000,00 € per mettere in sicurezza provvisoria il pozzo dove alloggiano le paratoie di scarico ed il loro sistema di controllo-:
per quali motivi, in presenza di una siccità storica a livello nazionale, ci sia disinteresse totale sull’utilizzo di un patrimonio di risorsa idrica che non ha eguali in Europa;
quali siano, in prospettiva, i programmi di utilizzo, ed entro quale data si prevede possano essere realizzati, consentendo, tra l’altro, che i cittadini di Reggio Calabria (Città Metropolitana) non bevano più acqua salmastra;
quali iniziative intendono assumere per l’immediato parziale utilizzo dell’invaso sul torrente Lordo, per il quale gli ulteriori ritardi, oltre a problemi per l’agricoltura, possono comportare anche problemi per il corpo diga, essendo l’opera realizzata in “materiali sciolti”;
per quale motivo, con un accumulo di acqua a 900 slm che consentirebbe di servire a gravità tutti i centri abitati, che in Calabria si trovano ad una quota massima di 300 mt, i calabresi sono gravati dal dover pagare l’acqua potabile, con un onere annuo aggiuntivo di circa 20/25 milioni di € per il consumo di energia elettrica necessaria al sollevamento della risorsa dalle falde freatiche delle fiumare fino al punto di utilizzo;
considerato che l’acqua invasata a quota 900 slm ed utilizzata a quota 300 rende disponibile per la produzione di energia elettrica un salto di mt 600, se non ritengano un grave danno il non aver prodotto energia elettrica dal 2001 (ultimazione della diga Alaco) ad oggi.

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