Ven. Nov 22nd, 2024

Fiumi di parole, annunci, impegni sulla Strada statale 106 Jonica. E poi lotti, progetti, riunioni tecniche, varianti, tavoli con gli enti locali. Ma i soldi, quelli che alla fine contano, certamente non arriveranno dal Pnrr mentre il contratto di programma 2022-2026 tra Governo e Anas nell’ottica dell’ammodernamento della 106 è tutto un’incognita. Di fatto, per la Statale commissariata sono disponibili circa 800 milioni di euro: per il completo ammodernamento potrebbero esserne necessari fino al quintuplo, a fronte di una dotazione complessiva del contratto per tutt’Italia che potrebbe non arrivare a 5 miliardi.

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Ad aggiornarsi con impressionante puntualità non sono gli step progettuali o gli interventi (frammentati) in corso, quanto piuttosto la tragica conta delle vittime della “strada della morte”. Gabriele e Davide Origlia sono la quarta e quinta croce in appena un mese del 2022. Ventidue erano state le vittime nel 2021, almeno 750 dal 1996 ad oggi. E non è un caso che secondo gli ultimi dati sull’incidentalità rilevati dall’Aci nel 2020 la Statale Jonica risulti in assoluto tra le arterie extraurbane più pericolose d’Italia. «È in atto una strage di stato», tuona Leonardo Caligiuri, presidente dell’organizzazione di volontariato “Basta Vittime sulla Strada Statale 106” che si batte invano ormai da anni. «Questi numeri – continua – non possono rimanere sulla coscienza di chi deve iniziare immediatamente a mettere in sicurezza la Statale 106 con interventi straordinari, in attesa che possa essere finanziato un progetto di ammodernamento dell’intera arteria che la Calabria attende ormai da oltre un secolo». Doppio canale, dunque: messa in sicurezza e ammodernamento. A rilento, o fermi, sono però sia l’uno che l’altro.

A settembre il presidente della Regione Roberto Occhiuto aveva diffuso un video sui social segnalando i gravi pericoli sulla strada. E qualche giorno fa, ospite di un forum dell’Agi, ha denunciato pubblicamente che mancano le risorse. In mezzo c’è una lettera inviata a Draghi: «La Statale Jonica – torna ora sull’argomento – è fondamentale per la nostra regione, ma purtroppo è nota alle cronache come “strada della morte”: troppi incidenti, troppe vittime. Questo soprattutto perché per la stragrande maggioranza del suo tracciato è a sole due corsie. La complessità della SS 106 – prosegue Occhiuto – risiede nelle notevoli carenze relative alla sicurezza, alla percorribilità e, rispetto a queste problematiche, ai notevoli costi complessivi per l’ammodernamento dell’intera tratta calabrese, che ammontano a più di 4 miliardi di euro. Purtroppo questi costi non saranno neanche parzialmente coperti dal Pnrr. E per questa ragione ho scritto al premier. Non è possibile che nessuna grande opera infrastrutturale calabrese venga finanziata con il Piano nazionale di ripresa e resilienza». L’obiettivo finale, per la Regione, dev’essere una Jonica «progettata e realizzata come strada a due carreggiate e, dunque, quattro corsie». Ma, osserva ancora Occhiuto, «è evidente che questo risultato può solo essere raggiunto per tappe. Attraverso le interlocuzioni continue con Anas, gli obiettivi di breve-medio termine che stiamo cercando di conseguire sono il completamento della progettazione per tutta la SS 106, per la quale mancano ancora alcune tratte (Soverato-Caulonia e Ardore-Palizzi) e il finanziamento e l’avvio dei lavori di alcuni lotti funzionali che, sia a livello locale che a livello complessivo, possano contribuire a un miglioramento della percorribilità e della sicurezza. In questa logica, ad esempio, abbiamo proposto, e la decisione definitiva dovrebbe arrivare a giorni, tra i progetti bandiera da finanziare con l’anticipazione dei Fondi sviluppo e coesione il tratto nell’area Crotone-Cutro: un modo concreto per favorire il collegamento del Crotonese con il resto della regione».

La “partita” potrebbe spostarsi anche sul prossimo contratto di programma, sul quale – ultimo in ordine di tempo – chiede chiarezza il senatore di Forza Italia Saverio De Bonis, che ha presentato un’interrogazione al ministro Giovannini. Preciso il quesito di fondo: «Il governo intende davvero investire risorse sulla SS 106 e le modalità previste e gli strumenti adottati consentiranno di riuscirci in tempi ragionevoli?».