Mer. Lug 17th, 2024

L’associazione dei consumatori si appella alla magistratura: “Sequestrare i beni a chi ha realizzato la variante”. L’opera è costata ben 30.500 euro al metro

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“La strada Statale 106, appena inaugurata, si sta letteralmente disintegrando. La situazione è gravissima, chi ha sbagliato deve pagare”. E’ quanto chiede il Codacons che già da tempo aveva formalizzato richiesta al Ministero dei Trasporti di attivarsi per imporre controlli straordinari, finalizzati ad accertare la stabilità dei tratti sopraelevati e garantire la sicurezza delle strade. “Purtroppo si preferisce attendere i morti. E’ vergognoso – afferma Francesco Di Lieto del Codacons – che il tratto soggetto a continui crolli sia stato inaugurato da pochissimo tempo ed anche per questa ragione nel giugno scorso abbiamo chiesto che la magistratura procedesse al sequestro della Variante A SS 106, proprio per ‘accertare la corretta esecuzione dei lavori’.
Senza attendere nuovi crolli o, peggio, delle vittime”.

Appello alla magistratura. Di Lieto ha annunciato di aver formalizzato la richiesta di procedere al sequestro dei beni nei confronti di tutti i responsabili della realizzazione della Variante. “Chiediamo che la magistratura voglia bloccare beni, quote societarie, fondi e compensi, a coloro i quali hanno realizzato quest’opera. Variante costata alla collettività somme impressionanti e che dopo neppure cinque anni sta cadendo, letteralmente, a pezzi. La magistratura deve chiarire le responsabilità dietro questi crolli, così frequenti da destare seri dubbi non solo sulla qualità ma soprattutto sulla sicurezza dell’opera. Non si tratta di una stradella realizzata in economia – affermano dal Codacons – ma di un’opera costata oltre 30mila euro per ogni singolo metro”.

Interrogazione parlamentare. L’opera, com’è noto, è stata realizzata attingendo ai Fondi FAS, Fondi POR, Fondi Regionali e con Fondi Anas e l’avvocato Di Lieto sollecita la deputazione calabrese a presentare un’interrogazione urgente al Ministro per individuare responsabilità e per chiedere l’immediato ripristino della strada. “È fin troppo evidente che ci sono delle responsabilità gravi sia sul piano realizzativo che progettuale, a partire dagli studi geologici dell’area. Ed è ancora più grave che tale problematica sia emersa già qualche anno fa senza che l’Anas abbia messo in campo soluzioni coerenti con il pericolo che si stava correndo”.

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