Mar. Lug 16th, 2024

La Ricostruzione del Potere Criminale, la Pressione sulle Imprese e l’Aggressione al Settore Agrumario

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L’oscuro regno della ‘Ndrangheta nel territorio di Reggio Calabria, precisamente nel quartiere Arangea, ha visto emergere la sua ragnatela di potere e il suo vorace appetito economico. L’inchiesta condotta dalla Dda, orchestrata sotto la vigilanza della Procura della Repubblica, ha gettato luce sui tentacoli sempre più intricati di questo clan criminale.

La riorganizzazione del clan è stata una mossa necessaria per colmare i vuoti lasciati dagli arresti dei vertici. Questo processo si è svolto seguendo fedelmente i dettami della ‘Ndrangheta, come già emerso nell’indagine “Crimine”. Il termine “locale” e la struttura gerarchica della cosca sono emersi chiaramente, così come l’idea del “banco nuovo”, un rinnovamento delle cariche di comando. Demetrio Palumbo e Sebastiano Praticò hanno giocato un ruolo cruciale in questa riorganizzazione, tentando di rafforzare il controllo del territorio e delle attività criminali.

Le estorsioni sono state uno strumento fondamentale per mantenere il controllo economico. Indagati precedentemente e condannati per associazione mafiosa, questi individui hanno continuato a prosperare nel mondo criminale, scalando le gerarchie fino a raggiungere posizioni apicali. Armate e spalleggiate da un’apparente rispettabilità criminale, hanno esercitato un’oppressione costante sulle imprese locali, richiedendo tangenti in cambio di “protezione”.

L’influenza della ‘Ndrangheta si estendeva anche al settore agrumario, in particolare al bergamotto. Attraverso società di facciata, il clan cercava di infiltrarsi e controllare il mercato dei bergamotti, utilizzando metodi che ben rispecchiavano la loro natura criminale. Le investigazioni hanno portato al sequestro di società e alla luce le pratiche illegali utilizzate per consolidare il loro controllo.

In questo intricato scenario, l’autorità giudiziaria ha agito con fermezza, ordinando l’arresto di dodici persone, di cui undici sono finite in carcere e una ai domiciliari. La lotta contro la ‘Ndrangheta e il suo dominio su Reggio Calabria continua, guidata dalla determinazione della Distrettuale antimafia e dalla ferma volontà di giustizia del Tribunale di Reggio Calabria.

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