Un’indagine ha rivelato un sconcertante quadro di corruzione nel sistema di gestione degli alloggi di edilizia popolare, dove le autorizzazioni sembrano dipendere dall’approvazione della ‘ndrangheta. Le dichiarazioni di Carmine Pablo Minerva, collaboratore di giustizia, mettono in luce il coinvolgimento di figure chiave come l’ex direttrice Eugenia Rita Minicò e il presunto boss Carmelo Consolato Murina.
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Secondo Minerva, per ottenere un alloggio, era necessario pagare tangenti alla direttrice e ai vigili urbani per alterare illegalmente gli stati di famiglia e ottenere l’autorizzazione. Si racconta di esperienze personali intricate e di scontri tra i contendenti per l’occupazione degli alloggi, culminati in danni e pagamenti ingenti.
Le testimonianze di Minerva e di altri collaboratori, come Luca Adornato, confermano un sistema di favoritismi e corruzione legato alla gestione degli alloggi popolari. Si parla di pagamenti in cambio di contratti di locazione e di un’intesa tra la ‘ndrangheta e funzionari pubblici per agevolare gli affari illeciti.
L’inchiesta evidenzia il pervasivo coinvolgimento della criminalità organizzata nella gestione delle risorse pubbliche, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e sull’integrità delle istituzioni locali.