Ormai da tempo immemore questa Organizzazione denuncia lo stato di totale abbandono in cui versa il Servizio Sanitario Calabrese, oramai divenuto preda di un vero e proprio sistema parallelo dedito al clientelismo politico più spregiudicato e ad un meccanismo affaristico che indisturbato lucra e si arricchisce sul dolore dei cittadini, i quali sono impossibilitati a fruire delle più elementari cure garantite, per come è giusto che sia, su tutto il territorio nazionale. Chiunque si sia avvicendato alla guida dell’A.S.P. che abbia “gestito” con l’appellativo di Direttore Generale oppure di Commissario Straordinario, è riuscito nell’epica impresa, di consolidare un inarrestabile declino della cosa pubblica guadagnandosi senza eccezione alcuna: “al peggio non c’è mai fine”. “Vox clamantis in deserto”? Sarà pure così se riferito alla costante azione di contrasto e di denuncia posta in essere in assoluta solitudine dalla UIL FPL reggina, in quanto, un sindacato che si rispetti deve con tutta la forza che la legge gli riconosce e gli consente essere argine alla deriva organizzativo-gestionale che sta smantellando definitivamente la sanità pubblica, determinando ricadute rovinose sulla vita dei cittadini e sul diritto dei lavoratori di potersi esprimere in un contesto di sicurezza e di qualità. I fatti di questi giorni che vedono la recrudescenza di fenomeni di inaudita ed inaccettabile violenza a danno di operatori sanitari sta divenendo l’emblema di un vero e proprio pericolosissimo “Corto circuito” che ha quali protagonisti da una parte i cittadini sempre più esasperati per un servizio loro negato e dall’altra gli operatori abbandonati a loro stessi, inermi e impossibilitati a poter fare al meglio il proprio dovere. A rendere ancor più insopportabile tale stato dell’arte è la completa assenza, l’abulia, l’insipienza, lo scollamento di quanti preposti istituzionalmente, i quali appaiono colpevolmente distratti, in tutt’altre faccende affaccendati. Si sta determinando un pericolosissimo default dalle conseguenze inimmaginabili, anche, sotto il profilo dell’ordine pubblico, atteso che sono saltati tutti i punti di riferimento che dovrebbero mantenere legalmente in equilibrio una società dando la stura a situazioni incontrollabili. Le numerose criticità che si sono accumulate ed affastellate, cresciute esponenzialmente, peraltro, sotto un’impietosa pandemia, hanno completamente disvelato fragilità e nefandezze, malcostume e sprechi, mediocrità e corruzione, collegamenti tra politica e malaffare divenuti l’esempio di una sanità allo sbando che nell’ambito dell’Urgenza Emergenza si avverte ancora più marcatamente. Parliamo, dei Pronto Soccorso, delle Rianimazioni e del SUEM 118, settori, questi, nevralgici e strategici per eccellenza che hanno diretto impatto con eventi acuti, con patologie estreme, la cui perfetta funzionalità puòhttps://www.facebook.com/v2.0/plugins/quote.php?app_id=378505432197728&channel=https%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fx%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2F%3Fversion%3D46%23cb%3Df268dbc495d5278%26domain%3Dwww.approdocalabria.it%26origin%3Dhttps%253A%252F%252Fwww.approdocalabria.it%252Ff922dcb04dd43%26relation%3Dparent.parent&container_width=970&href=https%3A%2F%2Fwww.approdocalabria.it%2Fgiornale%2F%3Fp%3D393903&layout=quote&locale=it_IT&sdk=joey
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rappresentare la differenza che intercorre tra la vita e la morte di un cittadino. Sono gli ambiti sanitari che più soffrono per l’incuria gestionale, sono le Unità Operative che dovrebbero avere la precedenza assoluta su ogni altra priorità sanitaria, sono i reparti salva vita che risultando completamente depotenziati e disarmati, espone giornalmente il pochissimo personale al rischio di essere travolto dall’ira dei cittadini. Non è consentito che la già paradossale situazione che vede due sole ambulanze del 118 in servizio a Reggio ( 180.000 abitanti ) ed altre PP.EE.TT. in provincia, faccia risultare, altresì, l’inaudita assenza di un medico a bordo. Con quali garanzie di sicurezza si fanno intervenire ambulanze non medicalizzate nei codici rosso, a quali conseguenze inaudite si sta condannando, durante un soccorso, il cittadino ed i soli infermieri che intervengono sul luogo di un incidente o a casa di un infartuato? Quando la casa brucia non sono consentiti fenomeni di malcostume quali l’adibire personale medico ed infermieristico a compiti di istituto impropri, non si utilizzano medici del 118 per meri compiti amministrativi o nella formazione, non si trasferiscono dal 118 infermieri verso ambulatori. In situazioni di allarme generale non si fanno stazionare infermieri nelle Direzioni Sanitarie e poliambulatori, non sono accettabili i privilegi attinenti lo status di dirigenti sindacali, quali quello di non essere congruamente impiegati laddove è giusto, laddove serve, laddove è necessario. Al Commissario Gianluigi Scaffidi ed al Direttore Sanitario Domenico Minniti, rivolgiamo un accorato appello affinché con ogni sollecitudine si ponga fine alla stagione dei privilegi e senza ulteriore indugio si gestisca e si utilizzi il personale in servizio, in attesa di nuove ed indispensabili assunzioni, con oculatezza e nel rispetto della legalità. Le risorse umane vanno impiegate nelle postazioni per le quali sono state assunte, non è dovuto riguardo alcuno per i sindacati, per la politica, la massoneria ed i vari potentati di turno. La sanità sta bruciando ed alle SS.LL. è richiesto urgentemente ogni atto utile e indispensabile ad invertire una nefasta tendenza che sta portando ad un coma irreversibile la sanità reggina. In caso di mancata risoluzione delle problematiche su descritte, la UIL FPL porrà in essere ogni utile iniziativa a tutela del personale iscritto ed in servizio presso il Dipartimento Urgenza Emergenza, il quale ha già comunicato che intende declinare ogni responsabilità di ordine civile e penale in esito ad assetti organizzativi non conformi a regolamenti, linee guida regionali, normative e CC.NN.LL. come nel caso di ambulanze non medicalizzate utilizzate anche per i codici rosso.