Storicamente i Comunisti si sono battuti per una Sanità Pubblica, contestando viceversa le politiche volte a privilegiare il privato nella sanità. Pur tuttavia, nonostante lo “studio Radiologico” di Siderno sia una struttura di sanità privata, non possiamo tacere davanti alla situazione di enorme disagio in cui si trovano i lavoratori di detta struttura i quali, da giorni e giorni sono in stato di agitazione; da mesi e mesi non ricevono gli stipendi. Infatti, l’ASP di Reggio Calabria non corrisponde le somme dovute alla struttura per i servizi sanitari prestati, in regime di convenzione, ai cittadini che si sono rivolti negli ultimi mesi alla struttura.
A quanto pare è da marzo che l’ASP non eroga i rimborsi. Ma tale atteggiamento ci sembra non giustificabile, visto che, per quanto è dato sapere, lo studio radiologico ha una convenzione ancora attiva; sta lavorando regolarmente; e l’Asp se da un lato ha sospeso i pagamenti dall’altro non ha mai sospeso l’attività lavorativa. Anche laddove vi sia una indagine in corso; la sospensione delle erogazioni da parte dell’ASP per il periodo attuale non trova giustificazione alcuna. Le indagini sicuramente faranno il loro corso come è giusto che sia (piena e totale fiducia nell’azione della Magistratura) ma ciò non toglie il diritto costituzionale dei lavoratori di essere retribuiti e tale adempimento non può avvenire laddove i Commissari che dirigono l’ASP non provvedono al pagamento delle prestazioni rese dalla struttura radiologica.
Perché, va detto, la struttura di cui parliamo – privata che sia la conduzione – rappresenta un punto di riferimento qualificato professionalmente per i cittadini della Locride e non solo.
Pur tuttavia oggi si trova in tali condizioni di difficoltà economica da rischiare la chiusura. Ove ciò dovesse accadere verrebbe meno nella zona un punto altamente qualificato e soprattutto rimarrebbero senza lavoro un centinaio di lavoratori stimati professionisti.
Possiamo permetterci una tale sciagura senza alzare la voce?
Sia bene inteso nella Locride insiste una struttura sanitaria pubblica: l’Ospedale di Locri dove, peraltro, si trovano anche ottimi professionisti.
Ma lo studio Radiologico costituisce una giusta integrazione e completamento di un sistema sanitario che deve offrire ai cittadini un ventaglio di servizi completo.
In questa vicenda pesa come un macigno il Commissariamento della Sanità calabrese che ormai costituisce non una situazione provvisoria, ma piuttosto un atavico vincolo allo sviluppo di una buona sanità in Calabria.
Certo, a volte il Commissariamento è necessario laddove ci sono delle gravi disfunzioni. Ma, a dire il vero, non pare che il Commissariamento – ormai atavico – abbia portato risultati positivi alla Sanità Calabrese.
Continua la migrazione sanitaria (circa 300 milioni l’anno è il costo della migrazione sanitaria).
L’ASP di Reggio Calabria non è certo diventata un mostro di efficienza; tutt’altro.
I precari in sanità – i nostri ospedali sono pieni di personale sanitario, spesso altamente qualificato, che manda avanti gli ospedali e garantiscono i livelli minimi di assistenza – sono rimasti ancora precari a causa dei vincoli alla spesa sanitaria posti dai reiterati Commissariamenti.
Vincoli alla spesa, disorganizzazione, mancanza di un Piano Sanitario Regionale (bloccato dai reiterati Commissariamenti), mancanza insomma di una strategia lungimirante sono le cause di una sanità che non riesce a soddisfare i bisogni dei cittadini calabresi e che obbliga i calabresi a trasferirsi in strutture sanitarie del Nord per trovare una risposta adeguata ai bisogni sanitari.
Oggi a questo deficit negativo si aggiunge la vicenda della prevedibile chiusura di una struttura che storicamente rappresenta un luogo dove si eroga un servizio sanitario utile ed efficace.
Ora, quindi, un centinaio di professionisti qualificati sono sulla porta del licenziamento.
Crediamo che la politica debba essere lo strumento per la soluzione dei problemi, a partire dai bisogni primari come quelli sanitari ed allora non possiamo rimanere indifferenti.
Tanta e tale è la dimensione del problema che in pochissimi giorni 25.000 cittadini hanno sottoscritto un appello rivolto alle Istituzioni affinchè si attivino per arrivare ad una soluzione positiva e celere del problema.
A forza di indifferenza, il Mezzogiorno sta perdendo continuamente intelligenze, si sta spopolando, diventa sempre di più una terra marginale.
Per questo abbiamo voluto esprimere la nostra opinione; il nostro dissenso da tale brutta situazione; abbiamo voluto far sentire la nostra voce ai tanti lavoratori sempre più preoccupati per il loro destino.
E per questo ci rivolgiamo a tutte le Istituzioni competenti invitandole a far di tutto per evitare che questo dramma si realizzi in modo che lo “Studio Radiologico” possa riaprire le porte ai bisogni dei Calabresi ed i lavoratori possano ricevere le buste paghe pregresse e quelle future.
Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei Comunisti
Totò Sgambelluri – Coordinamento territorio della Locride
Lorenzo Fascì Coordinamento Provinciale
Continua....