Per la prima volta, dopo decenni, i cancelli dello stadio comunale “Filippo Raciti” oggi pomeriggio risultavano chiusi (come vediamo nella foto). Da qualche tempo, infatti, lo storico ed “insostituibile” custode dello stadio Vincenzo Pasqualino è andato in pensione. Si pensava che ” Vici du campo” (così come viene chiamato dai suoi amici concittadini) potesse in qualche modo trovare una soluzione con gli uffici comunali per poter continuare a curare con tutta la sua inestimabile competenza sia il manto erboso nonché tutta l’ imponente struttura sportiva che comprende, lo ricordiamo, oltre al campo principale in erba naturale, una pista d’atletica olimpica a otto corsie in tartan, un campo in terra battuta dove solitamente si allenano i giovani delle scuole calcio cittadine, un campo di calcetto in cemento, due spogliatoi (sia quelli vecchi che quelli nuovi) la gradinata coperta in ferro e, ultimamente, i nuovi locali che ospitano l’archivio con decine e decine di fascicoli provenienti dagli uffici giudiziari. Da segnalare che lo stadio di Via Tamburi, negli ultimi mesi, è diventato ormai un vero e proprio “deposito” di materiali vari che il Comune utilizza alla bisogna. Fino a pochi giorni fa lo stadio veniva aperto ogni mattina alle 7,00 (sia nei giorni feriali che festivi) e le porte si chiudevano quasi sempre non prima delle 21,00. Un lavoro particolarmente “stressante” e “impagabile” che in tutti questi anni Vincenzo Pasqualino è sempre riuscito a garantire con impegno e competenza, con un impegno totale h-24, sottraendo magari del tempo prezioso a se stesso e alla sua famiglia. Ora che Vincenzo ha dovuto lasciare “per raggiunti limiti d’età” s’iniziano ad avvertire le prime difficoltà. Secondo i bene informati, il nuovo incaricato dell’Ente (arrivato ad affiancare il custode titolare in netto ritardo rispetto a quanto sarebbe stato auspicabile) come da contratto, provvederà ad aprire la struttura solo negli orari lavorativi e/o comunque in occasione delle competizioni ufficiali. A nostro avviso una sola unità lavorativa (pur mettendoci tutta la buona volontà) non potrà mai essere sufficiente a sopportare l’enorme carico di lavoro necessario per cercare di garantire una manutenzione adeguata allo stadio, una struttura, lo ricordiamo che per diversi decenni ha rappresentato un vero e proprio “fiore all’occhiello” dell’impiantistica sportiva regionale e non solo. Su di una cosa a Siderno si è sicuri: riuscire a trovare un altro custode come Vincenzo sarà davvero impresa ardua ed è per questo che non si finirà mai di ringraziarlo. Grazie Vincenzo !
Antonio Tassone