Coesione sociale come antidoto alla subcultura delinquenziale che sfocia in atti intimidatori e danneggiamenti. È l’imperativo del Consiglio comunale di Siderno, riunitosi in seduta straordinaria e urgente. Davanti al consueto buon numero di cittadini in sala, il vescovo mons. Francesco Oliva e il capogruppo Pd in Consiglio regionale Nicola Irto si sono seduti accanto agli assessori. È toccato proprio al presule, che ha seguito i lavori fino alla fine, il primo intervento. «Esprimo – ha detto – l’indignazione della comunità civile ed ecclesiale per certi gesti. Vien da pensare – ha aggiunto – che qualcuno non accetti il risultato delle elezioni. Noi siamo qui per riflettere insieme sul valore alto della politica e agli amministratori chiedo di farci innamorare della politica col loro agire quotidiano».
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Nicola Irto si è poi concentrato sulle difficoltà di tutti gli amministratori locali in Italia. “Conosco – ha detto il capogruppo Dem – la loro solitudine e la fatica quotidiana di chi deve barcamenarsi tra vincoli di bilancio sempre più stringenti, leggi di difficile interpretazione e l’impossibilità di assumere personale capace di progettare al meglio per intercettare i fondi del Pnrr. Per fortuna, sia l’Anci che il presidente Draghi stanno invertendo la rotta, rivalutando il ruolo degli amministratori comunali«.
La serie degli interventi si è aperta con Giuseppe Ferraro che ha dato lettura dell’appello lanciato dagli organizzatori della manifestazione di solidarietà di stamattina, mentre il dirigente del Pc Nicola Limoncino ha invitato gli amministratori a limitare il ricorso ai privati per privilegiare la gestione pubblica dei servizi. Messaggi di solidarietà e invito alla coesione sono giunti dal dirigente della Cisl Pino Rubino, dai consiglieri Vittoria Luciano, Antonio Trimboli, Aldo Caccamo, Maria Bizzantini e Mimmo Catalano, dal presidente di “Volo” Giuseppe Caruso, della Consulta cittadina Ersilia Multari, di Alb Cosimo Pellegrino e del Corsecom Mario Diano.
Ma ci sono state anche voci fuori dal coro. Come quella di Sasà Albanese di “Un’altra Calabria è possibile” che ha sferzato le forze dell’ordine «affinché – ha detto – possano assicurare alla giustizia i responsabili e permettano alla politica di concentrarsi sui veri problemi della cittadinanza».