Gio. Ago 15th, 2024

Alla Regione sono toccati 5,4 milioni di euro, una parte potrebbe andare alla bomba ecologica della popolosa contrada PantanizziL’industria chimica ormai dismessa contiene centinaia di fusti di sostanze probabilmente tossiche

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Che sia la volta buona per la bonifica dell’ex industria chimica Bp? Nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato un decreto che impegna 105 milioni di euro per le bonifiche di siti abbandonati; di questi 5.433.128 euro sono assegnati alla Calabria. Ora toccherà alla Regione, soggetto attuatore, indicare quali dovranno essere i siti prescelti. E bisognerà anche agire in fretta e indicare i siti di interesse che si ritengono più pericolosi e necessari di una bonifica che sino a questo momento non si è potuta fare soprattutto per mancanza di fondi disponibili come è avvenuto per l’ex Bp per la quale sono stati predisposti solo interventi parziali. Come quello della Regione di circa 300 mila euro per la rimozione e lo smaltimento parziale delle sostanze tossiche contenute nei bidoni e nelle cisterne sotterrate nel sito di contrada Pantanizzi. Questo intervento (è itinere la gara d’appalto) non è sufficiente per completare gli interventi di dismissione dei fusti e di u’area pericolosamente vicina alle abitazioni.

Resta quindi la necessità che si provveda a una bonifica totale dell’area e questa occasione è certamente da non perdere. Il consigliere regionale Giacono Crinò ha già annunciato che si attiverà per far inserire dalla Regione la ex Bp tra i siti da bonificare totalmente.

La vicenda dell’ex Bp, a suo tempo chiamata “la fabbrica della puzza“, per anni è stata un’autentica croce per Siderno e l’intera Locride. L’ex industria chimica ormai dismessa da quasi 30 anni è ancora piena di materiale pericoloso. Una svolta positiva sembrava arrivata dopo tante battaglie dei cittadini riunitisi in comitato il lontano 8 luglio 2017, giorno in cui ebbe luogo un’imponente assemblea pubblica, forte della presenza di tutti i sindaci della Locride e dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste che fecero sentire il loro grido d’allarme per l’ormai cronico ritardo che si accompagna alla necessaria bonifica dell’ex industria chimica sidernese. Una assemblea che sembrò “svegliare“, finalmente, anche la Regione , che pure in passato era stata più volte sollecitata ad occuparsi della vicenda. Sull’onda di quella protesta, fu attivato un piano di bonifica e il Comune, nel gennaio del 2018, stilò un’ipotesi progettuale che prevedeva l’impiego di 1 milione 570 mila euro per una bonifica completa. Una somma che, però, fu ritenuta dalla Regione troppo alta per le possibilità economiche dell’ente e il Comune fu invitato a formulare un piano più economico, per limitarsi ad eliminare i rischi più incombenti. Si propose quindi un nuovo progetto da circa 500.000 euro che secondo le rilevazioni sarebbe dovuto bastare per le necessità più immediate : l’eliminazione di circa 270 fusti di cui una parte corrosi o bruciati, di una quindicina di cisterne, la maggior parte delle quali si trova sottoterra, e altro materiale di vario genere.

Davanti a questo progetto, però, l’assessorato regionale all’Ambiente dispose uno stanziamenti di 300 mila euro, a cui commissari straordinari del Comune, dopo una ulteriore verifica al sito, replicarono con la richiesta di un delibera per ulteriori 195 mila. Intanto, però, fu indetta la gara da parte della Stazione unica appaltante per i 300.000 euro che, a quanto è dato sapere, è (ancora!) in corso di definizione.

Adesso, se si sapranno fare le cose per bene, si presenta questa nuova, e forse ultima, possibilità che potrebbe mettere la parola fine a una telenovela che si trascina da circa 30 anni, Capacità operativa e burocrazia permettendo.

fonte gazzetta del sud

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