Mar. Lug 16th, 2024

Alla delegazione Airc di Milazzo

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Il 20 Luglio 2015 è venuto a mancare mio padre dopo anni di sofferenze che ha  affrontato con grande forza, coraggio e, soprattutto, positività.

Ha sempre creduto nella ricerca e nei progressi della medicina e questa è stata la sua principale arma e l’unica difesa contro la malattia. Ha lottato fino all’ultimo come un leone in gabbia e, purtroppo ed inevitabilmente, la morte ha avuto la meglio. È scontato e banale affermare che per me era una persona speciale ma l’idea di scrivere un libro su di lui nasce dalla ferma volontà di non dimenticare e di mettere a frutto la sua eredità, i valori che mi ha trasmesso. Era un donatore Airc ed io voglio continuare ad essere fedele alla sua volontà, a sperare che tramite la ricerca  non si muoia più della malattia che me lo ha portato via, la displasia al midollo osseo.  Dal dolore nasce un atto d’amore, un libro che non parla della malattia ma della vita, un inno alla gioia di averlo avuto accanto, una memoria del passato che costituisce l’identità di una famiglia, di una persona che ha sempre affrontato i problemi della vita con grinta ed ottimismo e che potrebbe essere un esempio per tanti che si lasciano sconfiggere dal male senza combattere, che si arrendono prima del tempo.  Non navigo nell’oro e non ho avuto denaro in eredità ma una ricchezza interiore che nessuno potrà mai portarmi via, la vera ricchezza, che vorrei condividere con gli altri attraverso la pubblicazione di questo libro dal titolo “Caro papà ti scrivo perché…” i cui interi proventi vorrei che andassero all’Airc. È pura follia sperare oggi di trovare un editore a livello nazionale e delle librerie che rinuncino alla loro percentuale di guadagno per donare tutto all’Airc? Io in prima persona, come autrice, dono quanto mi spetta compresi eventuali premi in denaro e rinuncio alle copie omaggio spettanti. Spero di riuscire a trovare persone che la pensino come me.  Cordiali saluti.

 

Patrizia Itri

Con questa lettera inviata all’Airc lo scorso aprile prendeva vita e si concretizzava un sogno che sembrava irrealizzabile e che, se è diventato realtà, il merito spetta a Antonio e Teresa Lombardo proprietari a Milazzo, mia sede di lavoro, di una tipografia-casa editrice tramandata di padre in figlio dal 1940. Loro, pur non conoscendomi, con grande cura e passione hanno permesso la realizzazione di questo libro sobbarcandosi le spese di stampa considerevoli tenendo conto del notevole numero di fotografie presenti e rinunciando alla loro percentuale di guadagno, così come hanno fatto le librerie che lo distribuiscono. È bello vedere come in un’epoca dominata dal denaro ci sia ancora chi prova e condivide la gioia di far del bene.

I presupposti, la motivazione principale da cui nasce e l’obiettivo a cui mira la mia scrittura sono presenti nella breve lettera inviata all’Airc; le emozioni ed i più profondi sentimenti si scoprono leggendo pagina dopo pagina, foto dopo foto e le varie stagioni della vita si intrecciano in un ordine casuale dettato da una sensazione o da un’immagine momentanea. I ricordi più belli di quasi ottant’anni di vita rivissuti attraverso i racconti d’infanzia in un misto di prosa e poesia. Il dolore della malattia, la crudeltà della sofferenza fisica e l’inevitabilità della morte vengono cancellati dalla gioia della vita, dalla felicità del vissuto e soprattutto dalla ricchezza di un’eredità di valori ed insegnamenti su cui fondare la propria esistenza. A far da sfondo alle varie vicende Siderno e Messina in un processo di evoluzione e trasformazione parallelo a quello della vita di un uomo profondamente legato al suo paese d’origine e nello stesso tempo proiettato all’esterno. Da Siderno prende  l’avvio la vicenda ed a Siderno si conclude con una struttura ciclica che vede il passaggio del testimone dal padre, che racconta, alla figlia che è depositaria dei racconti di coloro che lo hanno conosciuto. La scrittura consola, lenisce il dolore, guarisce le ferite e dà gioia riportando in vita frammenti di esistenza e memorie in versi tramandabili di padre in figlio e rendendo eterno ciò che eterno non è.

Patrizia Itri

 

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