La campagna elettorale per le comunali si è “avvelenata”. È l’impressione scaturita dalla presentazione del programma del candidato a sindaco Stefano Archinà.
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Ma andiamo per ordine. «Questa competizione elettorale sarà un banco di prova non solo per coloro che ambiscono al governo di Siderno, ma anche per i cittadini elettori, i quali, al pari dei futuri amministratori, dovranno assumersi la responsabilità delle scelte che saranno compiute nel concedere il proprio consenso, esprimendo ci auguriamo, finalmente un voto d’opinione». Ha esordito così Archinà che domenica sera ha presentato il suo programma, di cui abbiamo ampiamente riferito, soffermandosi anche sui “ripetuti scioglimenti per mafia del consiglio comunale ” che sebbene con motivazioni ed epiloghi diversi «hanno ferito gravemente la città, causando nel tempo, uno sfilacciamento del suo tessuto sociale, facendole perdere quella capacità di aggregazione propria dei suoi anni più fulgidi».
«Mai più commissari – ha esclamato Archinà – e mai più avvelenatori di pozzi» con una pesante frecciata al Partito democratico locale «che ormai si adegua alle questioni giudiziarie che colpisce i propri dirigenti passando dall’essere oggi giustizialista e domani garantista».
E il vero colpo di scena si è verificato nella parte conclusiva della serata quando Stefano Archinà, dopo gli interventi di un gruppo di candidati della lista ” Siderno 2030″ che lo supporta alla candidatura a sindaco- ovvero Vincenzo Gerasolo, Milena Archinà, Emilia Cordì, Massimo Diano, Ida Giuseppina De Beris, Domenico Sorace e Paola Albanese- ha affermato tra lo stupore dei cittadini che gremivano piazza Vittorio Veneto: «Mi trovo costretto a riferire fatti che nulla hanno a che fare con il civile confronto politico, un attacco infame nei confronti miei e della mia famiglia».
Quindi – facendo nomi e cognomi – ha affermato che «il ritaglio di giornale inviato a centinaia, forse migliaia di persone, si riferisce a mio fratello Domenico. Parla di un episodio avvenuto quasi trent’anni fa. Si avete capito bene, quasi trent’anni fa. Ho riavvolto il nastro della mia vita. Mi sono chiesto s’era giusto portare in piazza episodi che non mi riguardavano personalmente ma che sono stati usati per screditare la mia persona, la mia famiglia e la mia candidatura». Poi, rivolgendosi ai cittadini, ha aggiunto: «Voi tutti avete il diritto di sapere chi sono e cosa ho fatto nella mia vita».
E, quindi, dopo aver esclamato “io sono Stefano Archinà”, ha fatto un quadro dettagliato della sua vita privata professionale e sociale, affermando anche a conclusione «sappiate che dopo l’ennesimo incontro tra il movimento “InpiediperSiderno” ( movimento dalle ceneri del quale è nata la lista “Siderno 2030”, ndc) e il Pd mi era stato proposto di fare il vice sindaco alla dottoressa Fragomeni. Era sufficiente che noi non presentassimo nessuna lista. Anche allora ero fratello di Domenico». Quindi l’amara conclusione: «Questi comportamenti non appartengono alla storia di questa Città».
Intanto ieri mattina la coalizione che sostiene il candidato a sindaco Domenico Barranca ( che presenterà il suo programma domenica 26 in piazza Portosalvo), ha diramato un documento di solidarietà a Stefano Archinà in cui si legge che «la coalizione di centrodestra con candidato a sindaco il prof. Domenico Barranca, appreso dell’attacco vile e infamante perpetrato ai danni del candidato a sindaco Stefano Archinà con la lista “Siderno 2030”, esprime la più totale e piena solidarietà condannando l’accaduto che lede la dignità della persona e arroventa il clima politico di una campagna elettorale che si auspicava si svolgesse nella massima correttezza e trasparenza. Fatti del genere sono finalizzati ad alterare il normale svolgimento della competizione elettorale ed hanno il solo scopo di denigrare gli avversari nel becero tentativo di trarre vantaggi elettorali per la propria parte politica. L’interesse prevalente, deve e dovrà rimanere sempre quello del bene collettivo della comunità sidernese».