Mar. Lug 16th, 2024

“Hangin’ on in quiet desperetion: is the english way” è uno dei versi conclusivi della meravigliosa “Time” dei Pink Floyd, uno dei brani più celebri del fortunatissimo album “The dark side of the moon” del 1973. Si può tradurre con “tenere duro nelle quieta

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disperazione: all’inglese”. Ci è

tornato in mente leggendo i 15 spietati, tristissimi e quasi disperati racconti di “15 piccole spade”

(2018, Ferrari Editore) del 43enne rossanese Francesco Russo, che alla sua quarta fatica letteraria rompe gli argini del buonismo imperante, proponendo al lettore un viaggio senza sconti tra le fragilità della condizione umana: inganni, tradimenti, delusioni, dolori improvvisi e laceranti. Del resto…anche questa è vita.

E quella “Quieta disperazione” diventa uno dei tanti modi (non necessariamente “all’inglese”) per approcciarsi alla lettura dei suoi racconti brevi ma significativi, dal finale per nulla scontato.

15 piccole spade, appunto, spesso conficcate in cuori e/o cervelli in gabbia, sapientemente raffigurati nella copertina e nella quarta di copertina del libro, uscito nel mese di maggio, e già assai apprezzato dagli amanti del “noir” che sanno che il destino spesso è capace di giocare brutti scherzi, rendere inferno quello che era il paradiso lasciato intravedere da visi angelici, relegando la felicità a momenti brevi e transeunti, magistralmente descritti da Francesco Guccini in “Incontro” come “Le luci nel buio di case intraviste da un treno”.

Il modo migliore per apprezzare l’opera di Russo è leggere un racconto e chiudere subito dopo il libro dedicandosi a un’intima riflessione sul dolore che incombe sempre quando meno te l’aspetti, sia esso conseguenza di un tradimento, di una verità celata per decenni e scoperta improvvisamente, di sordidi accordi per realizzare disegni perversi, di fini che provano a giustificare i mezzi usati e di scelte tra due mali in cui non sempre si può optare per il male minore.

E’ il lato oscuro della luna, appunto, metafora di vite che non scorrono mai come gli ingranaggi perfetti che immaginiamo o proviamo a costruire in ossequio alle convenzioni sociali che ci avvolgono fino a opprimerci.

Ma la prosa di Francesco Russo, stilisticamente assai pregevole, non è mai distruttiva. Anzi, una volta che ci si concentra a riflettere dopo la lettura di ogni storia si scopre che c’è chi sta peggio di noi, quasi mai per espiare proprie colpe, e magari si guarda alla vita con animo più leggero e rilassato, badando bene a non farci del male da soli.

Insomma, riflettere sul senso della vita è un po’ come riporre, almeno momentaneamente, una di quelle 15 piccole spade nel proprio fodero, cercando di costruire fortezze intime e castelli di sicurezze che solo il fato può decidere di non abbattere.

“15 piccole spade” verrà presentato venerdì 28 settembre alle ore 18 nello spazio culturale “MAG.

La ladra di libri” in corso Garibaldi, 281 a Siderno.

Gianluca Albanese dialogherà con l’autore

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