Con l’approvazione degli accordi transattivi durante le deliberazioni della Giunta comunale dello scorso 29 gennaio, si pone fine alle vicende giudiziarie di cinque ex dipendenti del Comune di Siderno. Questi dipendenti erano stati imputati in vari procedimenti penali, avviati nel decennio precedente, in relazione a fatti avvenuti durante l’esercizio delle loro funzioni. Successivamente, tutti sono stati assolti con formula piena dopo le sentenze del Tribunale.
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Un caso emblematico riguarda l’agente del corpo di polizia municipale S.Z.A., difeso dall’avvocato Antonio Riccio, accusato di aver istruito favorevolmente la pratica di rilascio di una licenza di somministrazione alimenti e bevande a una ditta nel secondo semestre del 2010. Per lui è previsto un rimborso di 2.188,68 euro.
Il dipendente D.L., coinvolto in due procedimenti di occupazione temporanea suolo demaniale marittimo e difeso dall’avvocato Jolanda Libera Diano, è stato assolto e riceverà un rimborso di 2.992,94 euro.
Anche l’ex responsabile dell’unità operativa “Assetto del territorio” del Comune, L.G., difeso dall’avvocato Antonio Riccio, è stato assolto in due procedimenti per autorizzazioni all’edificazione nel 2010, ottenendo un rimborso di 12.949,68 euro.
G.F., ex responsabile del corpo di Polizia Municipale, accusato di aver rilasciato una licenza di somministrazione alimentare a uno stabilimento balneare nel 2010, è stato assolto e ha ottenuto un rimborso di 5.331,91 euro con l’assistenza legale dell’avvocato Antonio Riccio.
Anche l’ex dipendente comunale dell’ufficio tecnico F.U., assistito dall’avvocato Antonio Speziali, è stato assolto in una questione legata all’occupazione temporanea di suolo demaniale marittimo, con un rimborso spese legali di 6.175,78 euro.
Nonostante il termine delle questioni giudiziarie, il Comune di Siderno è costretto a sostenere oneri finanziari considerevoli, quasi trentamila euro. Questo pone l’attenzione su un decennio caratterizzato non solo dai reati contestati ai cinque ex dipendenti, ma anche da due scioglimenti consecutivi del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, relazioni prefettizie, decreti di scioglimento con riferimenti a presunte condotte amministrative illecite, cinque anni di commissariamento e numerosi procedimenti penali contro ex rappresentanti istituzionali, spesso conclusisi con assoluzioni in primo grado o in appello.
In ultima analisi, è il Comune e la sua collettività a subire le conseguenze, sia in termini di danni d’immagine che di oneri finanziari