Egr. Direttore, venerdi sera, come saprà, si è svolto l’interessantissimo convegno da noi organizzato che ha visto la presenza di circa 300 persone. Non è facile di questi tempi raccogliere tanta gente attorno ad una idea. Credo che il motore, oltre all’impegno del gruppo, sia stato il tema e soprattutto i relatori.
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Il tema era alto. Si trattava di tentare capire il perché si è arrivati ad essere “il sud del sud d’Italia”. Nel mio discorso introduttivo citavo Giustino Fortunato e chiedevo se la nostra terra è solo uno sfasciume pendulo sul mare o la nuova California. Chiedevo se il seme della ribellione che è in noi calabresi, ci farà diventare tutti ndranghetisti, come la vulgata vorrebbe, o il primo popolo libero d’Europa.
Su questo tema si è dipanato il discorso, articolato nei vari e pregevoli interventi dei relatori.
Compiuto e ricco di contenuti quello delle due signore della politica, Alessandra Polimeno e Federica Roccisano, le due ali, che hanno dimostrato unità di intenti e di prospettive di sviluppo e, soprattutto, che il battito d’ali, se è all’unisono, può consentire alla nostra gente di volare, viste le enormi potenzialità del territorio e dei singoli.
Dissacratorio, ed entusiasmante quello di Pino Aprile, che ha riletto “la storia del mondo”, vista da un’altra prospettiva, quella di un popolo perdente ma ha concluso con una grande spinta in avanti, sottolineando che la rivoluzione, il cambiamento, essendo la terra rotonda, può nascere in qualsiasi punto del mondo, anche Siderno, e che basta un uomo solo che avvii questo cambiamento. Ha così esortato tutti noi a trovarla questa idea comune che cambi il mondo ed io aggiungo che ci faccia diventare la nuova California.
Forbito e accademico, infine, quello del Professor Domenico Britti, che con la lucidità che lo ha sempre contraddistinto, ha preso le conclusioni della serata, puntualizzando le ragioni storiche del nostro sottosviluppo e sottolineando anche lui quale sia la strada che si deve necessariamente percorrere per il futuro. Da buon professore ha poi posto degli interrogativi, in modo da lasciare in sospeso un discorso che potrà articolarsi in un nuovo incontro.
Non va dimenticata, infine la perfetta conduzione del nostro Filippo Todaro, che ha saputo quasi guidare per mano i relatori.
Mi sia quindi consentita una estrema sintesi. Basta un’idea per cambiare il mondo ma questa idea non va da nessuna parte se non è veicolata e diffusa dalla cultura.