Mar. Lug 16th, 2024
Toga di un giudice dentro un' aula di tribunale. © Danilo Schiavella

 

 

Nuovo capitolo giudiziario sul tentato omicidio di Cosimo PEZZANO e l’omicidio di Giuseppe MUIA’. La Suprema Corte di Cassazione, I Sezione Penale, con proprio provvedimento emesso in data 30 maggio 2018 ha annullato con rinvio, infatti, la sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di Gianluca RACCO, nato a Siderno (RC) il 2 ottobre 1979, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di San Gimignano, con la quale veniva rigettata la richiesta di revisione della sentenza della Corte di Assise d’Appello di Reggio Calabria.
Racco era ritenuto affiliato alla ‘ndrina Commisso di Siderno, era stato arrestato in Olanda dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria in collaborazione con la Polizia olandese.
Sulla sua testa pendeva una condanna all’ergastolo per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, omicidio, tentato omicidio. Nello specifico l’omicidio di Giuseppe Muià, risalente al maggio del 1999, e il tentato omicidio di Cosimo Pezzano, avvenuto nell’ottobre 1997
L’Avv. Cosimo ALBANESE, del Foro di Locri (RC), aveva depositato in favore del proprio assistito, il sig. Gianluca RACCO, tuttora detenuto in espiazione della pena dell’ergastolo, richiesta di revisione della prefata sentenza in data 24 settembre 2013, adducendo quale prova nuova idonea a far sorgere un ragionevole dubbio sull’identificazione del medesimo Gianluca RACCO, ritenuto responsabile dell’omicidio di Giuseppe MUIÀ avvenuto l’8.5.1999 in Siderno, la consulenza fonica del prof. PAOLONI, e chiedendo, altresì, l’espletamento su tale circostanza di apposita perizia fonica d’ufficio.
Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, con articolato parere del 23.1.2014, aveva in effetti valutato positivamente la richiesta di revisione prodotta dall’Avv. Cosimo ALBANESE, in quanto una perizia può costituire prova nuova “unicamente se basata su nuove acquisizioni scientifiche idonee di per sé a superare i criteri adottati in precedenza e, quindi, suscettibili di fornire sicuramente risultati più adeguati”, al punto che la Corte di Cassazione, con sentenza del 19.9.2014, aveva poi proceduto effettivamente ad annullare l’ordinanza di inammissibilità della richiesta di revisione emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro e rinviato per il giudizio di revisione alla Corte di Appello di Salerno.
Con sentenza n. 86/2017, tuttavia, la Corte di Appello di Salerno in data 25 gennaio 2017 rigettava clamorosamente la suddetta richiesta di revisione, costringendo il difensore di Gianluca RACCO, l’Avv. Cosimo ALBANESE, a proporre apposita impugnazione innanzi alla Suprema Corte di Cassazione.
Grazie all’imponente attività difensiva posta in essere dall’Avv. Cosimo ALBANESE, opportunamente integrata da una impeccabile attività tecnica condotta dai consulenti di parte appositamente nominati, tra i quali spiccava la figura del prestigioso Prof. PAOLONI, anche la Procura Generale presso la Corte di Cassazione chiedeva l’annullamento della sentenza di Salerno, inevitabilmente accordata dalla Suprema Corte di Cassazione con la evocata sentenza del 30 maggio scorso.
“Il nuovo giudizio per la decisione sulla richiesta di revisione della sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo a carico del sig. Gianluca RACCO, pertanto, su espresso rinvio della Corte di Cassazione, si svolgerà non più presso la Corte d’Appello di Salerno bensì presso la Corte d’Appello di Napoli, dalla quale certamente ci si attende un giudizio più sereno ed evidentemente favorevole in favore del sig. Gianluca RACCO” fa sapere il legale.

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COMUNICATO STAMPA

 

 

Oggetto:           Sentenza della Corte di Cassazione di annullamento con rinvio alla Corte di Appello di Napoli della sentenza n. 86 del 25 gennaio 2017 emessa a carico di Gianluca RACCO, nato a Siderno (RC) il 2 ottobre 1979, con la quale veniva rigettata la richiesta di revisione della sentenza della Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria n. 4 del 3.3.2004 di condanna all’ergastolo per il tentato omicidio di Cosimo PEZZANO e l’omicidio di Giuseppe MUIA’, con l’aggravante del metodo mafioso.

 

 

La Suprema Corte di Cassazione, I Sezione Penale, con proprio provvedimento emesso in data 30 maggio 2018 ha annullato con rinvio alla Corte d’Appello di Napoli la sentenza                          n. 86/2017, proc. pen. n. 1511/2014, emessa dalla Corte d’Appello di Salerno in data 25 gennaio 2017, depositata in data 27 giugno 2017, nei confronti del Sig. Gianluca RACCO, nato a Siderno (RC) il 2 ottobre 1979,  attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di San Gimignano, con la quale veniva rigettata la richiesta di revisione ex art. 630, c.1, lett. c), c.p.p., della sentenza della Corte di Assise d’Appello di Reggio Calabria n. 4/2004 del 3 marzo 2004, divenuta irrevocabile il 14 dicembre 2004 con sentenza n.1424/2004, di assoluzione per il reato di cui al capo A (delitto p. e p. dall’art. 416 bis, commi 1-2-3-4-5, c.p.) e di conferma della sentenza di condanna per i rimanenti capi di imputazione, tra i quali il capo B, per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81, comma 1, 56, 575, 577, n. 3, c.p., con l’aggravante prevista dall’art. 7 della legge 12 luglio 1991, n. 203, per avere in data 27 ottobre 1997, in concorso con altri soggetti, commesso atti diretti in maniera non equivoca a cagionare la morte di PEZZANO Cosimo mediante esplosione di colpi di arma da fuoco, ed il capo F, per il reato             p. e p. dagli artt. 110, 575 e 577, n. 3, c.p., con l’aggravante prevista dall’art. 7 della legge 12 luglio 1991, n. 203 (metodo mafioso), per avere in data 08 maggio 1999, quale uno degli esecutori materiali in concorso con altri soggetti, cagionato la morte di MUIÀ Giuseppe mediante esplosione di numerosi colpi di fucile, alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per la durata di anni 1 e mesi 6.

 

L’Avv. Cosimo ALBANESE, del Foro di Locri (RC), aveva depositato in favore del proprio assistito, il sig. Gianluca RACCO, tuttora detenuto in espiazione della pena dell’ergastolo, richiesta di revisione della prefata sentenza in data 24 settembre 2013, adducendo quale prova nuova idonea a far sorgere un ragionevole dubbio sull’identificazione del medesimo Gianluca RACCO, ritenuto responsabile dell’omicidio di Giuseppe MUIÀ avvenuto l’8.5.1999 in Siderno, la consulenza fonica del prof. PAOLONI, e chiedendo, altresì, l’espletamento su tale circostanza di apposita perizia fonica d’ufficio.

 

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, con articolato parere del 23.1.2014, aveva in effetti valutato positivamente la richiesta di revisione prodotta dall’Avv. Cosimo ALBANESE, in quanto una perizia può costituire prova nuova unicamente se basata su nuove acquisizioni scientifiche idonee di per sé a superare i criteri adottati in precedenza e, quindi, suscettibili di fornire sicuramente risultati più adeguati”, al punto che la Corte di Cassazione, con sentenza del 19.9.2014, aveva poi proceduto effettivamente ad annullare l’ordinanza di inammissibilità della richiesta di revisione emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro e rinviato per il giudizio di revisione alla Corte di Appello di Salerno, “precisando che le metodologie adoperate nell’accertamento tecnico di parte, costituite da un sistema automatico di riconoscimento del parlante (metodo LVIS), non erano utilizzate all’epoca delle indagini in ambito forense, mentre il software IDEM, che pure era disponibile al tempo, difettava dei metodi statistici di calcolo delle probabilità, oggi utilizzati nella perizia allegata alla richiesta”.

 

Con sentenza n. 86/2017, tuttavia, la Corte di Appello di Salerno in data 25 gennaio 2017 rigettava clamorosamente la suddetta richiesta di revisione, costringendo il difensore di Gianluca RACCO, l’Avv. Cosimo ALBANESE, a proporre apposita impugnazione innanzi alla Suprema Corte di Cassazione per i seguenti motivi:

 

 

  1. I) Illogicità della ricostruzione in fatto. Travisamento del fatto. Omessa elaborazione e valutazione della memoria difensiva depositata il 1.7.2016, nella quale venivano evidenziate le lacune della consulenza tecnica di ufficio redatta dai periti nominati dalla Corte di Appello.

 

  1. II) Nullità della sentenza per mancanza, contraddittorietà e illogicità della motivazione ai sensi dell’art. 606 co. 1 lett. b e lett. e) c.p.p. con riferimento alla assoluta inadeguatezza metodologica della perizia fonica. Il vizio della sentenza ex art. 606 co. 1 lett. b) e lett e) rileva anche sotto il profilo: a) della omessa elaborazione e valutazione della perizia del prof. Paoloni, b) nella mancata risposta alle doglianze della difesa contenute nella memoria del 1.7.2017 e degli elaborati allegati, c) nella mancata risposta alla memoria del 25.1.2017 e nelle osservazioni formulate all’udienza del 25.1.2017 ed assume il carattere della decisività.

 

III) Nullità della sentenza ai sensi dell’art. 606 co. 1 lett. b) e lett. e) c.p.p. per mancanza assoluta, contraddittorietà, illogicità manifesta della motivazione. Travisamento per invenzione.

 

  1. IV) Vizio di legittimità per violazione dell’art. 111, Cost., e pertanto per violazione del diritto di difesa, del diritto al contraddittorio e del giusto processo; vizio di legittimità per violazione dell’art. 530, c.p.p., e del principio “in dubio pro reo”, rilevanti ex art. 606, comma 1, lett. b), c), d), e), c.p.p..

 

Grazie all’imponente attività difensiva posta in essere dall’Avv. Cosimo ALBANESE, opportunamente integrata da una impeccabile attività tecnica condotta dai consulenti di parte appositamente nominati, tra i quali spiccava la figura del prestigioso Prof. PAOLONI, anche la Procura Generale presso la Corte di Cassazione chiedeva l’annullamento della sentenza di Salerno, inevitabilmente accordata dalla Suprema Corte di Cassazione con la evocata sentenza del 30 maggio scorso.

 

Il nuovo giudizio per la decisione sulla richiesta di revisione della sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo a carico del sig. Gianluca RACCO, pertanto, su espresso rinvio della Corte di Cassazione, si svolgerà non più presso la Corte d’Appello di Salerno bensì presso la Corte d’Appello di Napoli, dalla quale certamente ci si attende un giudizio più sereno ed evidentemente favorevole in favore del sig. Gianluca RACCO.

 

“Non si può che esprimere piena soddisfazione per l’eccellente successo riscosso in Cassazione in favore del proprio assistito, evidenziando che quando viene condotta una seria e professionale attività difensiva in favore dei propri assistiti, approfondita con indispensabili verifiche tecno-scientifiche, i risultati non tardano a venire, ragion per cui ci si sente di confermare la consueta fiducia nella Giustizia e nei confronti dei Giudici, chiamati a decidere, in mezzo a non poche difficoltà, sul futuro e la vita di persone molto spesso innocenti e, soprattutto, sulla corretta ed impeccabile applicazione delle norme penali e processuali”.

 

Siderno, 31 maggio 2018

 

Avv. Cosimo Albanese

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