Rinviato il giudizio sulla validità dello “stub”. La Corte ha accolto il ricorso depositato dagli avvocati Salvatore Staiano e Cosimo Albanese
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Per la seconda volta la Corte di Cassazione interviene annullando con rinvio la sentenza di condanna all’ergastolo disposta dai giudici di Reggio Calabria nei confronti di Michele Curciarello, accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Cordì, detto “il cinese”, ucciso il pomeriggio del 31 maggio 2005 a Siderno.
La Cassazione ha accolto il ricorso depositato e discusso dagli avvocati Salvatore Staiano e Cosimo Albanese, difensori del 59enne di Siderno, incentrato sul valore dimostrativo dello stub e sulla catena di custodia che, a loro avviso e come del resto aveva già evidenziato la prima sentenza dei giudici ermellini, «non è stata corretto», tanto da postulare una concreta possibilità di «contaminazione innocente». Un fattore che toglie il necessario valore dimostrativo dell’operazione di rilevamento di eventuali tracce di polvere da sparo, non potendosi escludere, senza alcun ragionevole motivo, che l’inquinamento si sia prodotto in altri momenti.
Gli avvocati Albanese e Staiano hanno evidenziato l’insussistenza di altri possibili elementi a carico do Curciarello, ribadendo che dal contenuto dell’inchiesta originaria, confluita nell’operazione “Pioggia di Novembre”, non emergono riscontri dai quali si possa concludere per la colpevolezza dell’imputato. Al contrario i due penalisti hanno ribadito l’innocenza di Michele Curciarello, a loro dire estraneo alla guerra tra i Cataldo e i Cordì di Locri, come invece ipotizzato dalla Procura di Reggio, che ritiene di inserire il delitto proprio nell’ambito della saguinora faida, ripresa nel 2005 con una serie di delitti e attentati che si sono consumati tra Locri, Siderno e Gioiosa Ionica tra il febbraio e il luglio.
La posizione di Michele Curciarello è tornata al vaglio dei giudici reggini dopo che la Cassazione nell’ottobre del 2015 ha annullato la condanna all’ergastolo dell’imputato, poi scarcerato per decorrenza dei termini, accogliendo la tesi degli avvocati Staiano e Albanese, che allora avevano sostenuto la mancanza di un movente e sollevato dei rilievi in materia di stub, relativamente ai protocolli scientifici che garantiscono l’esito da “inquinamento innocente” da residui di polvere da sparo.
Nel processo d’appello bis però i giudici dell’appello ribadirono la colpevolezza dell’imputato; i difensori si sono opposti ottenendo un nuovo annullamento del quale sarà ora interessante leggere le motivazioni, specialmente se riguardano le metodologie scientifiche della prova dello stub e delle relative fasi di raccolta, conservazione ed analisi dei dati esaminati.
fonte gazzetta del sud