Accusato di essere il mandante di 5 omicidi e di 3 tentati omicidi, tutti architettati nell’ambito della cruenta “Faida di Siderno” che infuocò la Locride tra gli anni a cavallo tra il 1989 ed il 1991, Cosimo Commisso era stato condannato al carcere a vita dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria con una condanna resa irrevocabile il 12 maggio 1999. Dopo 26 anni di carcere, iniziati nel 1993 a seguito dell’operazione denominata “Siderno Group”, un’indagine congiunta della procura di Reggio Calabria che coinvolse diverse famiglie considerate mafiose, Commisso è stato assolto con la formula “per non aver commesso il fatto” e, quindi, subito rimesso in libertà.
La Corte di Appello di Napoli – come riporta la Gazzetta del Sud oggi in edicola – in funzione di giudice della revisione, ha accolto i motivi dell’istanza presentata dal 68enne Commisso e ha revocato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Reggio che all’epoca dei fatti condannò l’imputato all’ergastolo quale mandante degli otto fatti di sangue perché ritenuto “persona collocata in posizione verticistica della gerarchia mafiosa del clan”.
Dopo quasi tre decenni passati in regime di carcerazione Cosimo Commisso riabbraccerà la sua libertà.
Una giustizia tardiva e che stravolge un quadro ritenuto schiacciante per tanti anni.
Continua....
ALESSANDRA BEVILACQUA|redazione@telemia.it