Mer. Ago 14th, 2024

“Arrivano pioggia e neve ma per la magra invernale del Po più grave degli ultimi 30 anni non basta”. Così l’Autorità distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica (AdbPo-Mite) secondo la quale grazie a questa prima importante perturbazione atlantica del nuovo anno la situazione si “ridimensiona parzialmente”, ma resta di “allerta” anche se non “di allarme”. Decisive le prossime ore, per capire “in che modo e in quale quantità pioverà”. La pesante magra invernale del Po, con una diminuzione del 34% delle portate mensili di gennaio e inizio febbraio, persiste. Il valore puntale di portata alle sezione di chiusura del bacino a Pontelagoscuro (Ferrara) è 687 metri cubi al secondo, oltre il 40% in meno sul valore di portata medio, prossimo alla prima soglia di allerta. La sezione di Piacenza quella con valori maggiormente negativi, con una portata di 291 metri cubi al secondo, prossimo alle minime mensili. Anche i livelli idrometrici, rispetto a due settimane fa, si sono abbassati di circa 30 centimetri. La perturbazione che sta interessando le regioni settentrionali, arrivata dopo due mesi di assenza, “risulta oggi provvidenziale”, tuttavia “la sua breve durata potrebbe solo lenire il perdurante deficit idrico che si è verificato tra la fine del 2021 e l’arido inizio del 2022”. Una analisi, spiega AdbPo, mostra che gennaio 2022 è stato il sesto più caldo di sempre a livello globale. Per il distretto del Po “le anomalie sono decisamente marcate per molti indici – spiega Meuccio Berselli, segretario generale di AdbPo-Mite – Ora finalmente è arrivata una perturbazione, ma sono 60 i giorni senza pioggia significativa in molte aree del distretto, le temperature massime sono state costantemente superiori alla media di 2-3 gradi centigradi e i venti che hanno sferzato la pianura hanno ulteriormente asciugato i terreni e incidono nel medio lungo periodo”. L’anomalia più marca è quella dell’entità del manto nevoso (Swe): su tutto l’arco Alpino che è prossimo ai minimi, punte del -80% rispetto alle medie. In Valle d’Aosta e Piemonte il valore è il più basso degli ultimi 20 anni.

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